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Mostro di Firenze - Il Reperto 80.

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Tracce di un unico DNA di saliva rinvenute sulle tre buste . Due di esse furono recapitate a mano in Procura. Abbiamo sentito il parere della Genetista Marina Baldi.

Si tratta delle famose tre missive, contenenti minaccia e 1 bossolo calibro 22 serie, della stessa serie del mostro. La particolarità, da non sottovalutare, è che nessuna delle tre missive, tutte prive di affrancatura, è timbrata dalle poste, questa volta, è stato rinvenuto dal genetista Ugo Ricci del DNA di saliva comparabile e sufficiente per esser comparato e non appartenente a nessuno dei nomi fin d’ora entrati nella vicenda.

La perizia e stata fatta dal genetista Ugo Ricci , nominato dal magistrato competente nell'ambito delle indagini recenti su Vigilanti e Caccamo. Le tre lettere erano state da sempre oggetto di indagine fin dagli anni 80. Ma non possono essere riconducibili univocamente al "mostro", anche se ritenute ufficiosamente tali, visto che da sempre son state oggetto di indagini ed analisi da parte degli inquirenti.

Un Dna non completo ma comparabile (presenti 10 alleli su 22) potrebbe essere utile agli inquirenti per nuove comparazioni con le più recenti tecnologie di ricerca .

La dottoressa Marina Baldi genetista forense esprime le sue considerazioni sulla perizia:

Il Dna rinvenuto sulle buste puo’ considerarsi quasi completo e nuovamente comparabile in futuro con altri profili o altri reperti disponibili. Gli alleli rinvenuti sono sufficienti per eventuali futuri nuovi confronti genetici. Con le tecniche di oggi, si potrebbe tentare un certo tipo di approfondimento di analisi per avere informazioni sul fenotipo biologico e quindi: le caratteristiche fisiche dell’individuo, quali l’etnia, il colore degli occhi ed altri fattori fisici.”

Tornando al REPERTO 80 ossia le tre lettere, per Paolo Canessa, Francesco Fleury e Pierluigi Vigna che si occuparono degli omicidi del mostro, le prime due arrivarono lo stesso giorno (1° ottobre 1985), alla Procura di Firenze, la terza qualche giorno dopo.

Il loro contenuto è identico:

fotocopia dell’articolo comparso su «La Nazione» il 29 settembre 1985 intitolato: Un altro errore del mostro .

Sul bordo della fotocopia c’è il seguente testo dattiloscritto:

«Vi bastano uno atesta!!!».

La busta, oltre all’articolo, contiene un foglio bianco sul quale è stato pinzato un dito di guanto di gomma che funge da contenitore per una cartuccia di cal. 22, Winchester con la solita “H” sul fondello.

La terza lettera arrivo’ invece il 5 ottobre 1985, non fu protocollata ma tassata per mancata affrancatura da parte del mittente.

La sua busta non contiene nessun articolo, ma anche per lui c’è un dito di gomma giallo che contiene il proiettile cal. 22, più un paio di guanti di gomma interi. Il Dna è stato comparato con tutti i nomi che hanno fatto parte della vicenda, quali:

Pacciani - Narducci, Vigilanti, Caccamo, Salvatore Vinci ed altri, Senza alcun risultato positivo.

Da notare gli elementi di una certa rilevanza:

• quella inviata a Fleury non ha il timbro postale, dunque è stata consegnata manualmente al protocollo della Procura;

• quella inviata a Paolo Canessa ha un errore nella grafia del destinatario. C’è scritto: “Sig. Procuratore del Repubblica Paolo Cannessa”, il cognome ha erroneamente una doppia “n”.

• questa volta Repubblica è scritto correttamente.

A differenza della lettera inviata alla Dottoressa Della Monica, questa volta non è stata usata la colla per sigillare la busta, ma ha inumidito con la saliva quella esistente. Il soggetto è di gruppo sanguigno A.

Ovviamente, non abbiamo certezza assoluta per attribuire univocamente le tre lettere all’autore dei crimini, ma le ultime indagini le hanno prese nuovamente in considerazione.

«LA NAZIONE Domenica 29 settembre 1985

Altro errore del mostro.

La notte del delitto tutte le strade erano controllate e la sua auto potrebbe essere stata segnalata da un casellante.
Il magistrato è certo: è dell’assassino il proiettile calibro 22 trovato all’ospedale di Ponte a Niccheri. Ricostruiti gli spostamenti dal luogo del duplice omicidio a San Piero a Sieve per imbucare la macabra missiva. Interrogatori e perquisizioni.”

di Mario Spezi

Una lucina nel buio del caso di cronaca nera e giudiziaria piu’ controverso d'Italia.

Se la Procura di Firenze volesse approfondire le indagini, di elementi da verificare ce ne sarebbero vari e sostanziosi. Primo tra tutti una piu’ estesa verifica dei DNA di altri soggetti sospettati a vario titolo e mai verificati.

Ma ormai appare chiaro che nonostante la vicenda sia solo oggetto di numerosi documentari, trasmissioni tv e libri, appare chiaro che l'attuale Magistrato non la consideri piu’ di tanto, nonostante vi siano ancora 6 vittime senza colpevole e vari familiari che chiedono giustizia.

Ultima dimostrazione di ciò, il diniego di tutti gli atti del processo, negati ai legali di parte civile dei delitti del 1981 e 1985 oggetto di ben due interrogazioni parlamentari , sia alla Camera che al Senato.

 

 

 

 

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