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Era il 10 luglio 1976. Seveso, 45 anni dopo la Cernobyl italiana

La diossina sconvolse la vita di molti e rese evidente il problema ambientale.. Ma era ancora troppo presto per le coscienze collettive.

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45 anni fa Seveso 45 anni fa Seveso © n.c.
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Erano le 12:28 di un caldo sabato di luglio quel 10 luglio 1976 quando nello stabilimento Icmesa, che si trovava nel territorio del comune di Meda, il sistema di controllo di un reattore chimico destinato alla produzione di triclorofenolo, un componente di diversi diserbanti, andò in avaria e la temperatura salì oltre i limiti previsti.

Fu la Cernobyl italiana. La causa prima dell'icidente fu probabilmente l'arresto volontario della lavorazione senza che fosse azionato il raffreddamento della massa, e l'esplosione del reattore venne evitata dall'apertura delle valvole di sicurezza, ma l'alta temperatura raggiunta aveva causato una modifica della reazione che comportò una massiccia formazione di tetraclorodibenzo-p-diossina (TCDD), sostanza comunemente nota come diossina, una delle sostanze chimiche più tossiche, che fuoriuscì nell'aria in quantità non definita e venne trasportata dal vento verso sud-est formando una nube tossica su Meda, Seveso, cesano Maderno, Lambiaate e Desio a soli 30 km. da Milano.

Un odore acre e infiammazioni agli occhi colpirono subito molti, soprattutto i bambini, ma le prime notizie furono date solo sette giorni dopo. 
Ma ormai era già tardi e le alte concrentrazioni di diossina fecero suddividere le zone vicino alla fabbrica in 3 settori, A, B, e C.
Nella zona A, la più colpita,ci furono 6767 sfollati tra il 26 luglio e il 2 agosto. La maggior parte di loro sarebbero rientrati nelle loro case bonificate tra ottobre e dicembre 1977, mentre 41 famiglie non poterono più tornare perché le loro case vennero distrutte.

240 furono invece i residenti colpitti dagli ieffetti della diossina con clorache, una dermatosi provocata dall'esposizione al cloro che crea lesioni e cisti serbacee. Quanto agli effetti sulla salute generale sono ancora oggi oggetto di studi. I vegetali investiti dalla nube si disseccarono e morirono a causa dell'alto potere diserbante della diossina, mentre migliaia di animali contaminati dovettero essere abbattuti.

Nell'area più inquinata (Zona A), il terreno fu asportato (fino a una profondità di 30 cm) e depositato in vasche. Fu poi collocato un nuovo terreno proveniente da zone non inquinate ed effettuato un rimboschimento che ha dato origine a perenne memoria al Parco naturale Bosco alla Querce.

Sono passati 45 anni da quell'evento. Nove anni dopo scoppio il reattore di Cernobyl, ma oggi abbiamo imparato la lezione di Seveso?

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