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Piante in casa, queste sono bellissime ma inquinano l'aria: meglio non averle

Alcune piante d’appartamento rilasciano sostanze che possono peggiorare la qualità dell’aria. Scopri quali evitare e quali preferire.

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Piante in casa, queste sono bellissime ma inquinano l'aria: meglio non averle - okmugello.it Piante in casa, queste sono bellissime ma inquinano l'aria: meglio non averle - okmugello.it © N. c.
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Alcune piante d’appartamento rilasciano sostanze che possono peggiorare la qualità dell’aria. Scopri quali evitare e quali preferire.

Quando fuori il cielo si fa grigio e l’aria più fredda spinge a chiudere le finestre, molte persone scelgono di portare in casa un angolo di verde, trasformando i propri spazi in piccole giungle urbane. È il periodo dell’anno in cui ficus, monstera ed edera ritornano protagonisti, accanto a coperte morbide e luci calde. Ma sotto la superficie calma e instagrammabile delle piante da appartamento, si nasconde un dettaglio spesso ignorato: alcune di esse possono rilasciare nell’aria sostanze irritanti, in grado di peggiorare la qualità dell’ambiente domestico. Un effetto che sorprende soprattutto chi pensa che ogni pianta sia sempre e solo benefica.

Dai composti organici volatili che si diffondono senza odore, fino a piccole emissioni irritanti, alcune varietà – tra le più popolari e vendute – possono contribuire, in certi contesti, a un’aria interna meno salubre, soprattutto se in stanze poco ventilate o in presenza di persone sensibili. I social non ne parlano, i garden center non lo mettono in evidenza, ma chi soffre di allergie o disturbi respiratori sa quanto anche una scelta decorativa possa influire sul benessere quotidiano.

Le piante che inquinano davvero: quando il fogliame nasconde insidie

C’è una certa ironia nel fatto che proprio le piante più alla moda siano anche tra le più sospette dal punto di vista chimico. Il ficus benjamina, ad esempio, amato per la sua chioma fitta e decorativa, è anche tra i principali emettitori di allergeni e composti volatili in presenza di sbalzi di temperatura. Lo stesso vale per la sansevieria, la cosiddetta "lingua di suocera", che durante la fase di crescita può rilasciare idrocarburi volatili. La dieffenbachia, spesso scelta per le foglie grafiche, è invece nota per rilasciare sostanze irritanti se sottoposta a stress ambientali.

Le piante che inquinano davvero: quando il fogliame nasconde insidie - okmugello.it

Nel gruppo dei "sospetti" troviamo anche il pothos – che, se tenuto in ambienti non areati, può emettere ossidi di azoto – e l’oleandro, talvolta presente in interni nonostante la sua tossicità naturale anche al solo contatto. Non si tratta di vere e proprie minacce sistemiche, ma in presenza di soggetti vulnerabili – bambini piccoli, anziani, persone asmatiche – gli effetti possono manifestarsi con mal di testa, irritazioni, stanchezza o disturbi respiratori.

Il problema non è solo la pianta in sé, ma anche la somma di più fattori: ambienti chiusi, poca ventilazione, substrati contaminati, fertilizzanti chimici e poca luce. Le emissioni si concentrano e gli effetti diventano più evidenti, specialmente a novembre e dicembre, quando si tende ad aprire meno le finestre.

Come scegliere le piante giuste: tra purificatrici e buone pratiche quotidiane

Non tutte le piante sono fonte di emissioni dannose. Alcune, al contrario, sono vere alleate contro l’inquinamento domestico. Tra queste, lo spathiphyllum (fiore della pace), che cattura formaldeide e benzene, o il chlorophytum, efficiente nel filtrare il monossido di carbonio. Altre, come la felce di Boston o la palma areca, aiutano anche a mantenere il giusto tasso di umidità, fondamentale in ambienti riscaldati artificialmente.

Il pothos dorato, se ben posizionato in zone arieggiate, mostra una buona capacità di neutralizzare molti inquinanti comuni. Il segreto di queste piante è un’azione biochimica silenziosa, ma efficace: assorbono alcune molecole nocive e le trasformano, o le trattengono nei propri tessuti.

Per ottenere reali benefici, però, non basta metterle in un vaso e sperare che facciano tutto da sole. Serve attenzione alla posizione (meglio in spazi comuni, lontano dalle stanze da letto), alla cura (evitare piante malate o stressate), alla ventilazione (basta aprire dieci minuti al giorno, anche d’inverno) e all’origine delle piante acquistate. Quelle importate o trattate chimicamente rischiano di aggiungere emissioni indesiderate. Anche il terriccio va scelto con cura: alcuni substrati rilasciano a loro volta composti volatili se conservati in ambienti umidi.

Infine, non bisogna lasciarsi ingannare dalle etichette: molte piante vengono vendute come “purificatrici” senza reali studi a sostegno. Leggere attentamente la varietà, verificare la provenienza, informarsi sulle esigenze botaniche può fare la differenza tra un angolo verde estetico e uno che davvero migliora il nostro spazio vitale.