il bambino che viene dalla luna © ai
Lo scorso 16 luglio, OKMugello ha pubblicato una storia vera, potente e commovente. Una di quelle che sanno parlare al cuore delle persone e che, proprio per questo, ha avuto una grandissima risonanza tra i lettori, suscitando commozione, riflessioni e decine di commenti.
È la storia di Sofia e Lapo – nomi di fantasia scelti per tutelare la loro privacy – una madre e un bambino che, insieme, hanno affrontato la diagnosi di autismo con coraggio, tenacia e amore. Una vicenda resa possibile anche grazie all’impegno quotidiano di professionisti del Servizio Sanitario Regionale, capaci di unire competenza clinica e profonda umanità.
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Dopo la pubblicazione, in redazione è arrivato un messaggio che merita di essere condiviso. A scriverlo è stata la neuropsichiatra che ha seguito Lapo per molti anni, con grande partecipazione professionale ed emotiva. Un testo che conferma il valore di una sanità pubblica fatta di ascolto, relazione e fiducia, dove l’inclusione e il supporto diventano strumenti concreti di cambiamento.
Di seguito, pubblichiamo integralmente la sua testimonianza:
«Buon pomeriggio, nel ringraziarla del racconto su Sofia e Lapo uscito su OKMugello su richiesta della famiglia, aggiungo queste considerazioni:
Sono una neuropsichiatra del Servizio sanitario territoriale della Regione Toscana. Circa dieci anni fa, in un ambulatorio del Mugello, ho conosciuto una splendida ragazza sudamericana con il suo bambino. Successivamente ho conosciuto anche il padre e la famiglia dello stesso. Non ho dimenticato l’espressione di sofferenza alla consegna della diagnosi di autismo, che racchiudeva in una singola parola un futuro completamente diverso da quello atteso.
Ci sono stati momenti difficili, dove è stato necessario sostenere emotivamente la famiglia, per poi spingerla ad andare avanti, tutti i giorni, nonostante tutto. Sofia e M., con il loro bambino, hanno affrontato molte difficoltà. Hanno accettato le indicazioni che gli forniva l’équipe specialistica multiprofessionale territoriale che, in Regione Toscana, è presente in tutte le Aziende.
Non hanno cercato "cure speciali", ma solo consigli e attività convenzionali, che hanno esercitato con pazienza ed amore. Il livello delle competenze per la presa in carico terapeutica dei minori in Regione Toscana è alto, grazie alla formazione continua del personale sanitario, e ciò ha permesso a Lapo di raggiungere tutti gli obiettivi attesi.
Il supporto assistenziale regionale, fornito in casi con patologie di consistente gravità, ha sicuramente favorito il processo. Lapo e la sua famiglia ci hanno insegnato che la famiglia va sostenuta e che vi sono attività del SSN che devono continuare ad esistere.
Grazie»
Una lettera che vale più di molte analisi, perché ci ricorda che la sanità non è fatta solo di numeri e bilanci, ma di relazioni vere, di percorsi condivisi, di alleanze terapeutiche tra famiglie e operatori.
La redazione di OKMugello ha risposto con gratitudine alla neuropsichiatra, sottolineando come proprio storie come questa dovrebbero diventare modello e ispirazione per un sistema sanitario che voglia davvero guardare al benessere delle persone, oltre le difficoltà e le etichette.
Condividiamo questa testimonianza nella speranza che possa illuminare altri percorsi, incoraggiare altre famiglie e dare voce a quei professionisti che, ogni giorno, lavorano con dedizione, empatia e passione silenziosa.
Perché ogni storia come quella di Sofia e Lapo ci ricorda che la vera cura nasce sempre da un incontro.


