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Smontato il monumentale organo Stefanini di Faltona

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Smontato il monumentale organo Stefanini di Faltona Smontato il monumentale organo Stefanini di Faltona © n.c.
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Per i dirigenti del comitato per il recupero e il restauro del prestigioso organo Stefanini del 1696 che era collocato da due secoli all’interno della Pieve di Santa Felicita a Faltona, per alcuni abitanti della frazione di Borgo San Lorenzo e per altri amici appassionati  di storia, sono stati momenti di grande emozione e di profonda commozione, quando i tecnici della “Ditta Lorenzini” prima e i tecnici della “Ditta Drovandi” poi, hanno iniziato, terminando il meticoloso lavoro, a smontare tutto il complesso monumentale sia nella parte fonica che in quella lignea.

Il lavoro non è stato dei più facili; tutt’altro. Ci sono state grandi difficoltà segnatamente nello smontaggio delle canne, della tastiera e di tutta la parte fonica, poiché il tempo e l’umidità, aveva ridotto in pessime condizioni molti elementi essenziali.
Ma con una pazienza certosina tutta l’oggettistica è stata riposta con cura nelle casse predisposte per essere poi trasportate  all’interno dell’azienda per il lavoro di recupero. Così è stato successivamente anche per la parte lignea; piano piano tutti gli elementi lignei (base, cantoria, sostegni, cartigli, colonne, i famosi e leggendari “bischeri di Faltona” – i telamoni ), sono stati posati a terra, destando negli addetti ai lavori molta meraviglia per la bellezza degli intagli, il colore ancora intatto, le mani di oro zecchino, i colori scintillanti fra azzurri, gialli e rossi bordeaux, insomma è stata notata la ricchezza, quindi la preziosità, come è sempre stato detto e scritto, di questo strumento del maestro organaro di Lucca  Bartolommeo Stefanini che lo costruì nel 1696 per la Badia Fiesolana.

Poi le cronache ci raccontano che dopo un secolo, all’inizio dell’800 le truppe napoleoniche dopo aver invaso la Toscana, lo staccarono e lo caricarono su grandi carriaggi per portale in Francia, ma per ragioni sconosciute fu lasciato nei campi di Mulinaccio per essere poi collocato nella Chiesa del Convento della Suore di Santa Maria in via della Scala a Firenze, dove fu nuovamente staccato verso la prima metà dell’800 per essere collocato nella Pieve di Santa Felicita Faltona. Lasciar marcire questo magnifico organo in una chiesa ormai chiusa ed abbandonata da tanti anni, sarebbe stato un delitto, storicamente e culturalmente parlando, e quindi questo restauro è cosa buona e giusta. Certo le difficoltà sono tantissime, segnatamente dal lato finanziario, ma le “Vie del Signore sono infinite” e la speranza è sempre l’ultima a morire, anche se come sempre, nel paese dei “doppioni”, c’è sempre che si diletta e rema contro, con inutili, dannose e stupide polemiche.  Certo se un giorno, riportato alla primitiva bellezza, potesse far risentire le sue note, in tutta la sua magnificenza architettonica all’interno del Santuario del SS. Crocifisso di Borgo San Lorenzo, la nostra cittadina non può essere che orgogliosa nel custodire questo prezioso organo secentesco.

Aldo Giovannini

 

Le canne riposte con tutta la cura possibile in apposite casse.

 

Tecnici della Ditta “Drovandi” tolgono gli elementi della parte lignea.

 

Tecnici della Ditta “Drovandi” trasportano alcuni elementi sul camioncino; si tratta di uno dei quattro “telamoni” che sorreggevano la cantoria.

(Foto cronaca di Aldo Giovannini)

 

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