ultra trail © Baracani
Il 2 giugno 2025, l’Oasi Naturalistica del Covigliaio, nel comune di Firenzuola, ha ospitato uno degli eventi più suggestivi del panorama sportivo toscano: l’Skytrail delle Tre Cime, tappa di riferimento del Tuscany Skytrail Tour. Un appuntamento che, edizione dopo edizione, continua a crescere e a conquistare atleti e appassionati di trail running da tutta Italia. Immersi nella quiete selvaggia dell’Appennino tosco-emiliano, i partecipanti hanno affrontato sentieri tecnici, dislivelli significativi e paesaggi da cartolina. Ma più che una semplice gara, l’Skytrail delle Tre Cime è stata un’esperienza: una sfida fisica e spirituale, dove lo sport incontra il rispetto per l’ambiente.
Due percorsi, un’unica grande avventura
I percorsi si sono snodati tra boschi di faggio, crinali rocciosi e panorami mozzafiato sulle Tre Cime del Covigliaio, simbolo non solo geografico ma anche emotivo di questa competizione.
Risultati da podio e performance degne di nota
Le classifiche complete, i tempi parziali, le categorie premiate, così come la possibilità di scaricare il diploma di partecipazione, sono disponibili online sulle piattaforme ufficiali, contribuendo alla trasparenza e alla professionalità della manifestazione.
Una corsa tra le nuvole e il silenzio
La vera protagonista dell’evento, però, resta la natura incontaminata del Covigliaio. I sentieri, pur selettivi, sono stati tracciati nel pieno rispetto dell’ambiente, e la gara si è svolta in un clima di grande responsabilità ecologica.
«Il trail delle Tre Cime è uno dei pochi eventi in grado di unire la durezza tecnica della montagna con un contesto naturalistico incontaminato. Una sfida, ma anche una poesia in movimento», ha raccontato uno dei runner al traguardo della 28 km.
E in effetti, mentre si affrontano le salite tra le foglie umide e i tratti di cresta che si aprono all’orizzonte, si ha davvero la sensazione che ogni passo sia un omaggio alla montagna.
Un’organizzazione che fa scuola
Tra i meriti principali dell’edizione 2025 c’è sicuramente la cura organizzativa. L’evento è stato lodato da partecipanti e osservatori per la precisione nella logistica, la segnaletica chiara, il presidio lungo il percorso e l'attenzione riservata alla sicurezza degli atleti.
Decine di volontari, tecnici, medici, e addetti alla logistica hanno lavorato per creare un’esperienza fluida e positiva, valorizzando ogni aspetto: dai ristori alla gestione dei tempi, dai trasporti all’accoglienza.
Il Covigliaio: quando il territorio diventa protagonista
L’Oasi Naturalistica del Covigliaio non è solo una location: è un personaggio vivo di questa storia sportiva. Il territorio di Firenzuola, con la sua tradizione escursionistica e la sua vocazione outdoor, si è confermato luogo d’elezione per chi cerca autenticità, contatto con la natura e sport responsabile.
«Vedere centinaia di persone risalire questi sentieri, rispettando l’ambiente e vivendo appieno l’esperienza del trail, è un segnale forte: lo sport può e deve dialogare con la natura», ha sottolineato uno degli organizzatori.
Una risonanza che cresce
Un interesse crescente che dimostra come, pur mantenendo una dimensione “di montagna”, l’Ultratrail delle Tre Cime sia ormai un evento sportivo nazionale, capace di attrarre pubblico e atleti ben oltre i confini regionali.
Sguardo al futuro: più trail, più natura
Sull’onda dell’entusiasmo, gli organizzatori hanno già anticipato i progetti per l’edizione 2026. Tra le proposte in fase di valutazione:
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Introduzione di nuove distanze, tra cui un possibile ultratrail di oltre 40 km;
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Gare a staffetta per coinvolgere anche gruppi e team sportivi;
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Premi green per le squadre che si distingueranno per comportamenti virtuosi dal punto di vista ambientale.
L’obiettivo è chiaro: crescere senza snaturare, offrendo un’esperienza sportiva sempre più ricca, ma nel pieno rispetto del contesto naturale che ne rappresenta l’anima.
Un viaggio che va oltre la fatica
In definitiva, l’Ultratrail delle Tre Cime 2025 è stato molto più di una gara. È stato un viaggio nel cuore del Mugello, tra silenzi carichi di significato, salite che mettono alla prova il corpo e discese che liberano l’anima.
Come ricordava il grande John Muir, pioniere dell’escursionismo naturalistico:
«In ogni passeggiata con la natura, l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca».
Chi ha corso tra le Tre Cime sa bene che in quei chilometri c’è qualcosa che va oltre la prestazione: c’è la riscoperta di sé, in dialogo con una montagna che ascolta e restituisce.



Pascal Baracani
Articolo pieno di inesattezze. Intanto si chiama Skytrail 3 Cime del Covigliaio e non Ultratrail. Le distanze erano tre e non due. La 40 km era presente per la prima volta e il vincitore è stato Lorenzo Noè. La foto dell’articolo è della partenza della 12 km dell’Ultratrail del Mugello scattata a Moscheta da me (usata in modo improprio e senza citazione tra le altre cose…).