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La processione di Silvestro Pistolesi ritorna a Castagno D’Andrea e rinnova la memoria del maestro

Durante la cerimonia, don Bruno Brezzi, amici, allievi e critici d’arte come Emanuele Barletti e Francesco Corsi...

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18-Gruppo-Ph 18-Gruppo-Ph © Sergio Cipriani
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Domenica scorsa 26 ottobre, in concomitanza con l’ultimo giorno della Ballottata - la sagra dei marroni di Castagno D’Andrea - nella chiesa di San Martino si è tenuta una partecipata e commossa presentazione di LA PROCESSIONE, forse il quadro più celebre di Silvestro Pistolesi (1943 – 2022) diventato simbolo della sua trionfale mostra a Londra nel 1972, che aveva sancito il successo internazionale dell’artista nemmeno trentenne.  Dopo 53 anni, riacquistata dalla moglie Lucia Ringressi, l’opera arriva ora nella sua Castagno. Il pittore fiorentino allievo di Annigoni infatti fin da ragazzo aveva scelto nel paese sotto il Falterona frequentato dal suo maestro la propria “patria elettiva”, continuando a tornarvi fino alla fine dei suoi giorni,  stringendo rapporti di fraterna amicizia con numerosi abitanti e prendendovi anche moglie.

Per l’occasione la Chiesa era gremita e gli interventi degli amici, primo tra tutti don Bruno Brezzi, da sempre carissimo a Pistolesi, e poi allievi del maestro e critici, tra cui Emanuele Barletti già direttore del Museo Annigoni di Firenze e Francesco Corsi di ARTinGENIO, hanno portato a vibrare in maniera quasi tangibile l’atmosfera che regnava tra le panche affollate della chiesa. Il quadro, davvero splendido, illustrato dalle parole di chi ha ricordato la viva presenza del pittore nella vita del paese, è diventato un ulteriore simbolo e segno tangibile della presenza del suo autore nella collettività, nel paese dove ha realizzato e lasciato molte opere, a cominciare dall’affresco degli Emarginati, su una parete laterale della Chiesa, in cui si riconosce il ritratto collettivo dei paesani che guardano verso il Crocefisso di Annigoni. 
La presentazione si è trasformata in una chiara dimostrazione dell’affetto della comunità di Castagno, e ha mostrato l’intenzione comune di promuovere l’opera del pittore scomparso, ultimo di una serie di illustrissime presenze –  non solo di pittori – nel paese da sempre frequentato dai fiorentini. 

Al termine il Comune ha offerto un piccolo rinfresco negli spazi del Centro visite del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, a poche decine di metri dalla chiesa, dove si può ancora ammirare la bella mostra, organizzata dalle associazioni del paese, dedicata sempre a Pistolesi: “Come nasce un’opera d’arte” espone arredi e strumenti dello studio del pittore mostrando le diverse fasi di ideazione e lavorazione, bozzetti e opere dell’artista. Inaugurata in agosto, la mostra ha raccolto sinceri consensi, ed è stato deciso che, in vista di una prossima riproposizione, verrà arricchita di un catalogo. Forse diventerà anche una mostra permanente. Infine l’editore Luca Vitali, patron di Edizioni Montaonda, ha annunciato che in primavera pubblicherà, curandolo con l’aiuto del critico Gilberto Grilli, un volume dedicato esclusivamente all’ampio ciclo di pitture murali del Maestro che ornano interamente due sale del ristorante “Il rifugio”, proprio di fronte alla Chiesa, per il quale, presente Grilli, si è già effettuata la sessione di shooting fotografico. Il ciclo di pitture è infatti un’opera d’arte unica e originale, nel suo proporsi di ornare un’osteria, luogo di convivio, ma anche raffinata, nell’accurata e magistrale esecuzione a trompe l’oeil, un’opera che aspetta ancora di essere documentata. Lo stesso vale del resto per gran parte dell’opera di Pistolesi, disseminata e spesso donata nelle case private di Castagno, senza essere mai stata inventariata e catalogata. 

Un evento piccolo dunque ma di grande portata, che con grande soddisfazione di tutti preannuncia l’inizio di un serio lavoro di documentazione e di appropriata tutela dell’opera di uno degli artisti più significativi dell’ultimo mezzo secolo della pittura figurativa toscana. Pistolesi, possiamo oggi dirlo con certezza, è stato un precursore che già a partire dagli anni ’70, dalla lezione per nulla facile aperta dalla ricerca paesaggistica annigoniana, senza mai uscire dal figurativo si era rivolto alla natura e alla montagna come scrigno di valori simbolici, spirituali e archetipici, un artista che senza curarsi di essere contemporaneo, ben sostenuto in questo dal suo maestro, aveva percorso un cammino solitario e di individuazione personale, ricco di soddisfazioni e illuminazioni, un cammino che da oggi tutti, con grande nostra sorpresa, potremo iniziare a scoprire, conoscere e comprendere.

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