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La Rsu della Regione Toscana ha proclamato lo stato di agitazione del personale della Sala Operativa Unificata Permanente (Soup), struttura centrale del sistema regionale di protezione civile. La decisione arriva in seguito a una riorganizzazione interna giudicata “unilaterale e inefficace”, che – secondo i rappresentanti dei lavoratori – rischia di compromettere l’efficienza del servizio e la sicurezza dei cittadini.
La Rsu ha formalmente informato il Prefetto di Firenze, chiedendo l’apertura di un tavolo di conciliazione. Al centro delle proteste, la modifica dei turni di lavoro, l’aumento dei carichi e la riduzione della presenza di funzionari esperti in sala operativa, aspetti che – si legge nella nota – “mettono in difficoltà la funzione primaria di monitoraggio e allerta 24 ore su 24”.
“La Soup non può essere oggetto di esperimenti organizzativi – denunciano i rappresentanti sindacali –: ogni errore in questo ambito può avere conseguenze gravissime, sia per la sicurezza delle persone sia per la tutela del territorio”.
La Rsu lamenta inoltre una “totale assenza di dialogo” con la direzione regionale competente e chiede “il rispetto delle norme contrattuali, la chiarezza nei ruoli, la tutela del personale e un’organizzazione all’altezza di un compito così delicato”.
La protesta tocca un nodo simbolico per la Regione: la Soup è da anni presentata come uno dei punti di forza della protezione civile toscana, un modello di efficienza spesso richiamato anche dal presidente Eugenio Giani. Proprio per questo, i sindacati definiscono “un grave errore” l’indebolimento della struttura “in una Toscana sempre più esposta a eventi climatici estremi e calamità naturali”.
La Rsu invita quindi la presidenza e la nuova Giunta regionale a “rivedere le scelte organizzative” della direzione, aprendo un confronto con il personale per garantire “una gestione equilibrata, nel rispetto della sicurezza dei lavoratori e della qualità del servizio ai cittadini”.


