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Terremoto Forza Italia. La posizione e l'analisi di Giovanni d'Uva (e il suo ruolo in Mugello)

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Giovanni d'Uva (in calce la presentazione del suo ruolo in Forza Italia dopo il terremoto politico delle ultime settimane) invia alla redaziobne questa riflessione:

Chi si trova a disagio in un partito, in una associazione, in un circolo, come in un qualsiasi altro contesto, ha tutto il diritto di uscirne. Mi permetto solo una raccomandazione che non tocca questo caso ma che è pratica ricorrente nei partiti: gli eletti devono avere, per etica e per rispetto degli elettori, il buonsenso di dimettersi non solo dal partito ma anche dalle cariche elettive pubbliche derivanti, anche se non sussiste il vicolo di mandato.

Premesso ciò non ho ancora compreso i motivi delle prolisse giustificazioni circa la fuoriuscita da Forza Italia da alcuni Quadri dirigenti del Mugello: se non gli piaceva soggiornare nel Partito hanno fatto bene ad andarsene senza necessità di giustificarsi, invece:

alcuni si giustificano che ci sono stati cambiamenti di programma e di regole;
altri si giustificano perché Forza Italia sia divenuta subalterna alla Lega;
altri ancora che il Coordinatore Provinciale non fa nulla.

Cambiamenti di programma e di regole.

Salvo l'appoggio al Governo Draghi - che non è l'oggetto del contende in questa fattispecie di controversia - anzi a molti fuoriusciti pare che sia piaciuta la scelta per sopraggiunta necessità. Invece non ci sono stati assolutamente cambiamenti nei programmi e nelle proposte che sono esattamente quelle del '94. C'è di più: appena qualche mese fa alcuni hanno fatto cartequarantotto per entrare nel partito e si accorgono solo ora che siano avvenuti cambiamenti o rivoluzioni statutarie così repentine dopo il loro accreditamento che poi, in fondo, non ci sono state.

Subalterni alla Lega

La Lega egemone trainante è un timore ingiustificato. Non passa occasione che non venga ufficialmente ribadita la centralità di FI perfino nell’alleanza, non ultima la riunione dei Coordinatori Regionali con Berlusconi tenutasi di recente a Roma, figuriamoci se la Lega detta le regole di Forza Italia. Ovviamente i rapporti sono da buoni alleati, ma ognuno decide le sorti di casa propria. Certo si parla, per il futuro, di possibile partito unico ma di come sarà guidato, se l’unificazione ci sarà, il compito passa alle pratiche e agli organi costituenti. Spesso sono gli iscritti che colti dalla propaganda e l’iperattivismo di Salvini a fare qualche elogio alla Lega, ma il partito non c’entra nulla, ne si può proibire agli Iscritti di simpatizzare ma ciò non ha nulla a che vedere con le delibere degli organi preposti.

Giovanimi Coordinatoere Provinciale non fa nulla.

Molti hanno accusato di inerzia la dirigenza Provinciale e il coordinatore. Siamo opposizione non siamo maggioranza. Nelle istituzioni dove abbiamo i consiglieri facciamo una buona opposizione che spesso coglie nel segno con ottimi risultati e molto spesso col riconoscimento e il consenso degli avversari. Dove guidiamo le amministrazioni  abbiamo elogi  per il buon governo. Ma il compito del coordinatore e quello di occuparsi del Partito a non mi risulta che sia governato male.

C’è anche chi giustifica le dimissioni per il fatto che il partito, in termini numerici, sia ridotto “al lumicino” e mi suggerisce di non perdere tempo in “accanimenti terapeutici di recupero” perché ormai siamo al de profundis. Ma ciò avrebbe consistenza nel caso si pensasse solo al potere, io ne faccio una questione di scelta e sosterrei le mie tesi anche se dovessi rimanere solo!

Non si può parlare di regole solo da una parte Invece, a mio giudizio, è mancata la collaborazione e lo “spirito di gruppo”. Nonostante che alcuni abbiano aderito forzando le disposizioni statutarie - comunque con il consenso di tutti - poi non si sono riguardati di violare le elementari regole collegiali: superamento dell’anzianità di appartenenza, rifiuto di iscrizione al Partito adducendo motivi che competono solo agli organi di Presidenza; iniziative e prese di posizione personali pubblicate senza delibera degli organi collegiali che, almeno per prassi, andrebbero valutate dalle assemblee regolarmente convocate. Trattasi di peccati veniali, in questo paese c’e bisogno di altro. Capisco che molte esternazioni siano state perfino utili, allora perché le idee non devono essere condivise come patrimonio di partecipazione comune, come in un’“officina” dove prima si forgiano le idee poi si offrono all’esterno a nome di tutti. Su queste considerazioni mi auguro in un ripensamento e in un rientro di tutti per lavorare insieme.

Questa la presentazione di Giovanni d'Uva inviata in precedenza in redazione:

Cari amici,
su richiesta del Coordinatore Giovannini mi è stato proposto, in quanto responsabile dei Seniors della provincia e in quanto pioniere del Partito in Toscana, di occuparmi di Forza Italia nel Mugello, in tal senso ho avuto cortesi richieste anche dagli eletti dell’alto Mugello. Spero di essere all’altezza del compito ma non voglio fare il guardiano o tantomeno il Commissario: figura un pò burocratica, dal sapore un pò aspro; il partito va gestito con la volontà di tutti mentre da parte mia non mancherà il minimo spirito di servizio.

Nel Mugello c’è un pò di scollamento, come c’è in molte altre aree. Molto deriva da chi disorienta l’opinione pubblica tramite notizie con cui la politica non ha nulla a che fare. È inutile dare la caccia ai responsabili di tale crisi interna, ognuno ha le sue ragioni e ognuno crede di ave dato il massimo e io penso forse che ha dato anche di più. Ma noi dobbiamo rendere conto al “mondo” mai a noi stessi.

La mia proposta? Tante belle idee individuali perché non provare a farle come Partito se riteniamo che la sua proposta politica sia ancora attiva? Avrebbero più Forza che invece di esser fatte da un singolo che è il metodo ricorrente, e avrebbero anche un forte significato politico. Ma il Partito va governato, va riorganizzato e io ci vorrei provare con il vostro aiuto. Non vivo di “pane e partiti”, ho preoccupazioni molto più intense, ma dispiace che perda considerazione l’unico partito di proposta politica che c’è rimasto, gli altri fanno solo messe in scene, propagande e teatrini tra mille contraddizioni.

Un partito è fatto di "insiemi" e per prima cosa per partecipare a proposte e critiche bisogna essere iscritti. Non si può parlare in una società se non si è Soci come non si può parlare neanche in un partito se non si è iscritti, questo per normativa civile ma anche per prassi ed etica. Poi di tutte le proposte va trovata una sintesi e una voce univoca deve comunicare all'esterno. Chi non si iscrive non è obbligato a farlo. Può sempre aderire come simpatizzante o elettore, ma il diritto decisionale inerente la gestione del partito non gli compete, benché il suo voto è più che mai gradito.

Abbiamo un pò il vizio di occuparci di tutto: male ma di tutto! Dalla politica sanitaria a quella regionale, dalla politica nazionale, a quella europea e perfino come impiegare la diplomazia dell’ONU che certamente è indice di passione.

Allora perché non provare a fare una cosa sola ma fatta bene. un bel congresso di zona premesso dai vari congressi comunali per occuparsi della politica come impegno collettivo e culturale?

Armiamoci di buona volontà e di spirito ecumenico. A me non interessa fare sviolinate a Berlusconi benché abbia più di ogni altro capito cosa vogliono gli Italiani dalla politica, ne mi interessa farle a Gelmini, Salvini, Meloni,Taiani ma m’interessano (scusate l’intrigo di parole) gli interessi politici della gente se poi questi Signori si dimostrano all’altezza di rappresentarle siano i benvenuti perché Forza Italia interclassista è:

1)      gente che ha inventato arti, mestieri e partite IVA, benché ricattato da ogni sorta di burocrazia;
2)    lavoratori pubblici e privati che vogliono lavorare dignitosamente Senza assistenzialismi ne vari redditi di cittadinanza;
3)      giovani che vogliono studiare e imparare una professione;
4)    docenti che vogliono insegnate in barba alle varie demagogie e l'inutilità dei banchi a rotelle;
5)      ceto medio risparmiatore che ha dato la vera stabilità economica al Paese, che si è fatto la casa pagando il mutuo con i propri sacrifici, senza mai elemosinare assistenze;
6)    professionisti ingegnosi in ogni disciplina;
7)      ragazzi che fanno i ricercatori che onorano la cultura italiana all'estero; conosco giovani docenti che insegnano in prestigiose università straniere.

Invece di spendersi in inutili dispute perché non proviamo a mettere insieme queste le nostre energie? Ognuno di noi fa delle belle proposte in ambito assembleare sia per la “governance” del Partito sia per la pubblica necessità. Fatte come singoli rimangono relegate a poche persone, quantomeno rimangono scritte nelle chat e nei social. Perché non farle a nome dell'intero Partito, dopo averle discusse, confrontate, deliberate e incluse in appositi documenti. Ma prima di ogni cosa bisogna inventare la guida e l’organizzazione del partito. E pertanto, ripeto, iniziamo da congressi di zona che non consiste in una stanzetta dove si vota a freddo ma consiste in un dibattito durevole, pubblicizzato che si concluda in un’assise ad ampia partecipazione.

Cordialmente.
Giovanni D’Uva

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