La depressione, questo male oscuro. Dossier a cura di Loris Pinzani © n.c.
Riceviamo e pubblichiamo da Loris Pinzani, Psicologo professionista, un interessante documentazione sullo stato della depressione, la prevalenza dei soggetti affetti, le caratteristiche sintomatiche, fattori di rischio e molto altro.
Uno dei disagi mentali più diffusi dei nostri giorni nel mondo occidentale riguarda certamente la depressione. In particolare il disturbo depressivo maggiore arriva ad avere in età adulta prevalenza con una punta del 12% negli uomini e del 25℅ nelle donne, nelle quali la probabilità di esserne colpite nell'arco della vita entro i 70 anni è addirittura del 45%. Questi dati danno la dimensione di un problema ancora poco conosciuto riguardo alle cause che lo generano individualmente, come la questione di una incidenza ereditaria e legata ad altre circostanze presenti insieme alla depressione stessa.
Al di là della lista dei sintomi che la distinguono clinicamente, essa può essere considerta come la condizione in cui viene espresa una profonda insoddisfazione rispetto alla propria esistenza, tale che la stessa impostazione di vita viene influenzata da una intensa condizione di distacco dagli aspetti che potrebbero fornire progetti o aspetti positivi di qualunque tipo. Proprio questa è una delle caratteristiche più significative dell'individuo depresso, perennemente insoddisfatto di qualunque risultato conseguito in ogni ambito dell'esistenza, in cui ogni aspetto del futuro non viene considerato in grado di avere una funzione e di essere portato a compimento. Accade così che la persona afflitta da questo disagio passa da una fase all'altra della propria condizione senza vedere o sperare mai in una soluzione e la sua condizione passa dallo sconforto all'angoscia, frammista ad ansia e anedonia (difficoltà a provare piacere nell'esistenza). Tutto sembra insensato ed ogni tentativo di soluzione non solo naufraga se protratto, ma addirittura non viene considerato degno di essere intrapreso. Questa è la condizione in cui ci si trova. La sofferenza si protrae spesso senza limiti di tempo, fino a quando altri (se non egli stesso) intorno all'individuo colpito dal malessere si incaricano di cercare una soluzione a questa che è considerabile come una dei più frequenti disturbi dei nostri giorni. L'attuale farmacologia ha ottenuto risultati rilevanti e dalle molecole relative alle benzodiazepine fino a quelle che agiscono nella ricaptazione della serotonina, la strada tracciata consente al momento attuale di intravedere una condizione che facilita in modo rilevante il trattamento psicologico. In effetti la condizione della mente è quella che detiene il disagio depressivo ed è certamente in quell'amboto che può essere rintarcciata una soluzione che investa l'ambito in cui ha luogo la sofferenza, ossia quello dei pensieri soggettivi, ossia l'essenza dell'individuo stesso.
E necessario da precisare che vi sono fattori di rischio che concorrono a far insorgere il disturbo depressivo, oltre naturalmente alle condizioni legate a circostanze di vita. Per questo motivo vi è una potente correlazione tra, per esempio, abuso infantile e l'insorgenza della depressione in età adulta, oppure tra lutto e anedonia (di cui si è detto appena sopra), in ogni caso possiamo affermare che generalmente la psicologia clinica è in grado di enucleare i motivi a cui è possibile far risalire l'origine del disturbo depressivo, lavorando sui quali si ottengono miglioramenti significativi e sovente la completa remissione dei sintomi che affliggono il soggetto. Si tratta spesso di interventi non brevi, che sono da riferire non solo alla vita attuale, ma anche al passato più o meno distante di colui che si sottopone all'intervento psicologico. Noi stessi siamo in ogni manifestazione di comportamento, il prodotto del passato che abbiamo vissuto e affrontato con gli strumenti a cui si ha accesso nel corso dell'esistenza. Questo significa che ognuno reagisce in modo diverso alle difficoltà della vita, sviluppando una certa personalità che resta stabile nei giorni a venire, conferendo un certo tipo di equilibrio, più o meno vantaggioso; proprio questa è la condizione su cui fare leva per uscire dal buio dell'impianto depressivo. Così, oggi dalla depressione si guarisce, riattivando un assetto che sembrava perduto irrimediabilmente. Si guarisce e si ripristina un'esistenza che inizia a vivere giorno per giorno nella mente spesso dopo lunghi periodi di profonda sofferenza.


