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Anche se gli studi in materia sono numerosi, per fornire una risposta puntuale e attendibile a tali domande ci si può certamente riferire all’ultimo report Il valore economico e sociale dei giochi pubblici in Italia, che ci fornisce uno spaccato complessivo dell’industria del gioco nel nostro Paese, proponendo poi un dettaglio tra il gioco alimentato dalla rete fisica e quello alimentato dalla rete digitale.
Un primo sguardo ai numeri
Secondo l’analisi di Nomisma, il mercato regolamentato dei giochi in Italia ha complessivamente raccolto 157,4 miliardi di euro di giocate nel 2024, restituendone 136 sotto forma di vincite (in crescita del 49% rispetto a 5 anni prima), con una spesa effettiva da parte dei giocatori italiani pari a 21,4 miliardi di euro, di cui buona parte (16,3 miliardi) generata dal canale fisico, con 65,3 miliardi di somme giocate su nelle scommesse su sport e altri eventi, lotterie istantanee e altre forme di passatempo.
Il valore aggiunto così creato dal settore dei giochi contribuisce per oltre l’1,1% del Pil nazionale per quanto riguarda il solo contributo della rete fisica in termini di impatto diretto, indiretto e indotto. Le sole imprese attive nella concessione, gestione e distribuzione dei giochi pubblici rete fisica ha prodotto nel 2024 un valore aggiunto di 20,8 miliardi di euro, di cui 6,2 miliardi di euro direttamente attribuibili a concessionari, gestori, rete specializzata e generalista.
Sebbene i numeri si riferiscano a una piccola frazione dell’intera industria del tempo libero digitale, ben ci fanno capire come anno dopo anno questo settore sia una delle principali fonti di gettito fiscale amministrato da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, con una quota pari al 13% del totale del gettito di competenza dell’Agenzia nel 2024.
Inoltre, si consideri che i numeri si riferiscono alla rete che ha un supporto fisico, e che non valuta pertanto il gioco online, cresciuto fortemente con la pandemia e negli anni successivi grazie anche alla disponibilità di piattaforme più accessibili come i casinò online con deposito minimo di 10 euro in Italia, e che altri studi comunicano aver prodotto nel 2024 oltre 9 miliardi di euro di gettito erariale.
Sono proprio queste piattaforme ad aver contribuito alla maggiore diffusione del gioco online in Italia su più ampie fasce di popolazione. Lo studio ci rivela ad esempio che nel 2024 sono stati 20,7 milioni (48%) gli italiani di età compresa tra i 18 e i 75 anni che hanno partecipato almeno una volta a giochi con vincite in denaro accessibili sia online che nei punti fisici.
Quali sono i giochi più amati dagli italiani
Per quanto poi riguarda i giochi più amati degli italiani, bisogna compiere una distinzione tra quelli che sono alimentati principalmente dal contributo della rete fisica e quelli che invece sono prevalentemente veicolati online.
Per quanto concerne i primi, il Gratta e vinci si mantiene il gioco largamente più fruito, con 9 giocatori su 10 che ne hanno acquistato almeno uno nel corso degli ultimi 12 mesi. Sul web prevalgono invece slot, scommesse, giochi di pura fortuna come la Roulette e quelli che uniscono anche una componente strategica come il Poker.
Analizzando invece le motivazioni che spingono i giocatori italiani verso la pratica di questo intrattenimento, al primo posto troviamo i motivi puramente ludici (lo afferma il 60% dei rispondenti), considerato che sono considerati una forma di intrattenimento sicura e responsabile.
Le altre forme di intrattenimento digitale
Naturalmente, non sono solamente i giochi a spingere in alto il peso del tempo libero digitale sull’economia.
Fimi, la Federazione industria musicale italiana, ha ad esempio da poco fotografato un primo semestre 2025 molto positivo, con un fatturato del mercato discografico in crescita del 9,7% su base annua a 208 milioni di euro. Il merito è in buona parte attribuibile allo streaming online, con la sola componente premium, riconducibile agli abbonati a pagamento, che è salita del 12,7% fino a 113 milioni di euro.
Un’altra parte fondamentale dei ricavi del tempo libero digitale è quella delle piattaforme pay-tv. Netflix, Amazon Prime Video, Paramount, Disney+ e gli altri servizi in abbonamento che trasmettono contenuti digitali sono divenuti una costante nelle case degli italiani, alimentando un’industria che anno dopo anno (trainata da sport, film e serie tv), sta dimostrando di contribuire in modo decisivo all’economia nazionale.
L’elenco non è naturalmente finito qui. Il tempo libero digitale sta infatti offrendo sempre più alternative agli italiani, che possono così scegliere di personalizzare il proprio svago come preferiscono, alimentando consumi digitali che non possono che riguardare anche il modo in cui si socializza e si costruiscono relazioni. Oggi una parte crescente del tempo libero digitale è infatti assorbito dall’uso di piattaforme di social media, incontri online e comunità che consentono di condividere passioni, preferenze e legami.
E che dire dell’intelligenza artificiale? Sempre più italiani hanno sottoscritto abbonamenti a ChatGPT, Anthropic, Gemini e altri servizi di AI generativa che dimostrano che, in fondo, l’intelligenza artificiale sia già entrata in maniera stabile nelle nostre vite, e che sarà molto difficile immaginare di farne a meno...


