Cimitero Rotna © nc
Un fatto accaduto nel piccolo cimitero di Ronta, frazione del Comune di Borgo San Lorenzo, ha acceso un acceso dibattito politico. Durante una cerimonia funebre, la salma non ha potuto essere sepolta nell’immediato per la mancanza di personale comunale incaricato dello scavo della fossa. Solo grazie all’intervento di un cittadino presente alla funzione, dotato delle competenze per usare il mezzo meccanico presente in loco, è stato possibile procedere con l’inumazione, evitando che la situazione degenerasse ulteriormente.
Il caso è stato subito rilanciato dal Circolo del Partito Democratico di Borgo San Lorenzo, che ha diffuso un comunicato durissimo: “Un funerale a rischio perché mancava il personale comunale per scavare la fossa. È stato un cittadino, per senso di umanità, a rimediare. Ma non può essere questa la normalità”. Il PD ha attaccato l’assessore Verdi, accusandolo di continuare a “scaricare le colpe sul passato” e ha invocato un immediato ripristino dell’efficienza del servizio cimiteriale.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Lega Mugello, con Giampaolo Giannelli e Leonardo Albertazzi che parlano di “fatto gravissimo” e chiedono di “accertare le responsabilità”. Secondo i due esponenti del Carroccio, il problema non è solo tecnico o amministrativo, ma profondamente politico: “La sinistra tutta non è in grado di garantire servizi adeguati. Quel cimitero è in condizioni disastrose, e il botta e risposta tra l’amministrazione attuale e quella precedente è uno spettacolo squallido”.
Ancora più duro il commento di Fratelli d’Italia, che in una nota congiunta dei circoli di Borgo San Lorenzo, Scarperia e San Piero definisce quanto accaduto “inaccettabile e vergognoso”. Secondo il comunicato, “la sepoltura è un servizio minimo che qualunque comunità civile deve garantire. Non è tollerabile che il rispetto per i defunti venga affidato alla buona volontà dei privati”. Fratelli d’Italia chiede che l’amministrazione si assuma pienamente la responsabilità politica e che “venga chiesto scusa ai familiari del defunto”, denunciando anni di “approssimazione e deresponsabilizzazione” e una “sinistra che litiga con sé stessa mentre i cittadini suppliscono alle mancanze del Comune”.
A riportare una narrazione più pacata e analitica è il sindaco Leonardo Romagnoli, che ha ricostruito i fatti in una nota: “Il gesto dell’imprenditore locale, autorizzato dagli uffici, ha permesso di superare una difficoltà oggettiva, causata da assenze improvvise nel cantiere comunale già ridotto ai minimi termini per infortuni, malattie e l’impegno per l’allestimento dei seggi elettorali”. Il sindaco ha voluto ricordare che la situazione del personale è nota e che sono già in corso procedure per rafforzare l’organico: “Due nuovi operai sono stati selezionati tramite mobilità e altri concorsi sono in fase di avvio. Ma la burocrazia non si aggira con uno schiocco di dita”.
Romagnoli ha poi difeso la scelta di non affidarsi più a cooperative esterne, dopo vari episodi problematici: “In passato si sono verificate situazioni imbarazzanti, come fosse scavate nel cimitero sbagliato o lavori non effettuati in tempo. Anche in quei casi si evitò la polemica per rispetto delle famiglie”. Infine, ha voluto ringraziare sia l’imprenditore che ha risolto la situazione, sia gli operai comunali che “con dedizione svolgono un lavoro difficile nonostante le criticità”.
Il caso ha riaperto il tema della gestione dei servizi essenziali e della dignità pubblica, proprio in un momento in cui il Mugello – tra frane, alluvioni e difficoltà logistiche – si interroga sul futuro dell’organizzazione comunale. Mentre le forze politiche si dividono, resta l’amarezza di un episodio che ha costretto una comunità a improvvisare laddove il servizio pubblico avrebbe dovuto essere presente, pronto ed efficiente.


