Associati in occasione dell'ultimo incontro a Brolio presso Barone Ricasoli 1141 © Uici
La più antica è nata nel 1141, la più “giovane” ha appena compiuto un secolo. Sono le imprese centenarie italiane, autentiche custodi del Made in Italy e protagoniste del prossimo convegno nazionale in programma a Firenze il 15 novembre, presso l’Auditorium della Fondazione CR Firenze (via Folco Portinari 5).
L’iniziativa, intitolata “Longevità aziendale e costruzione del futuro – Heritage, Intelligenza Artificiale e Persone”, riunirà istituzioni, università, imprenditori e rappresentanti delle aziende storiche italiane in un confronto sui fattori che permettono a un’impresa di attraversare i secoli mantenendo intatta la propria identità.
L’incontro: un dialogo tra storia e futuro
L’evento è promosso dall’Unione Imprese Centenarie Italiane (UicItalia) con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Toscana, del Comune di Firenze, di Confindustria Toscana e dell’Università degli Studi di Firenze. A partire dalle ore 10.00, il convegno offrirà una giornata di interventi, testimonianze e tavole rotonde incentrate sul ruolo della tradizione, dell’innovazione tecnologica e del capitale umano nella costruzione di un modello d’impresa sostenibile e duraturo. Tra i momenti più attesi figura la consegna del Premio di Laurea UicItalia 2025, destinato ai giovani ricercatori che hanno approfondito i temi della longevità e della cultura d’impresa, insieme al Premio Centum© 2025, riservato a personalità o realtà che meglio incarnano i valori dell’impresa italiana storica.
Amarelli: “La vera longevità è innovare senza perdere l’anima”
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«Essere un’impresa centenaria non significa soltanto resistere al tempo, ma saperlo interpretare e vivere nella maniera giusta – spiega Fortunato Amarelli, presidente dell’Unione Imprese Centenarie Italiane –. La vera longevità è la capacità di evolvere senza perdere coerenza, di innovare senza rinunciare alla propria anima. È questo il messaggio che vogliamo trasmettere: il futuro dell’impresa italiana si costruisce con le persone, con la cultura e con la consapevolezza delle proprie radici».
Secondo Amarelli, la sfida per le aziende storiche italiane non è soltanto sopravvivere nel tempo, ma continuare a essere protagoniste dell’economia contemporanea, integrando strumenti come l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione con l’eredità di valori, competenze e saperi che hanno reso celebre il Made in Italy nel mondo.
L’Unione Imprese Centenarie Italiane: un patrimonio unico
Nata a Firenze nel 2000, l’Unione Imprese Centenarie Italiane (UicItalia) riunisce marchi storici – familiari e non – con almeno cento anni di attività continuativa. Ad oggi conta 53 imprese associate, distribuite lungo tutta la penisola: dalla Lombardia alla Puglia, dalla Liguria alle Marche. Tra le realtà aderenti figurano nomi simbolo della qualità e dell’eccellenza artigiana e industriale italiana, attive nei settori dell’enogastronomia, della moda, dell’arredo, dell’editoria e della cultura d’impresa.
La missione dell’Unione è valorizzare e promuovere il modello imprenditoriale centenario, basato su sostenibilità, continuità familiare, innovazione e radicamento territoriale.
Firenze e il valore delle radici
Non è un caso che il convegno si svolga proprio a Firenze, città che più di ogni altra incarna il legame tra tradizione, cultura e visione futura. Da secoli crocevia di arte, finanza e manifattura, il capoluogo toscano si conferma oggi anche punto di riferimento per il dibattito sull’impresa storica, un tema sempre più rilevante nel contesto economico contemporaneo. Il confronto del 15 novembre offrirà così una riflessione collettiva sulla longevità come valore culturale e strategico, capace di ispirare le nuove generazioni e di rafforzare la reputazione del Made in Italy nel mondo.
In sintesi, l’appuntamento fiorentino rappresenta un’occasione unica per celebrare il patrimonio delle imprese centenarie italiane e ribadire come innovazione e memoria possano convivere in un percorso comune di crescita e responsabilità.


