la protesta in Santo Spirito © Ok!News24
Mentre esplode il caso della finta Spa - in realtà albergo a tutti gli effetti - dell'ex convitto la Calza (articolo qui), i nuovi oscuri presentimenti sull'iter procedurale del cubo nero (articolo qui) ecco che a Firenze in quello che ormai è un corto circuito da cui non si riesce a uscire torna a far parlare di se anche la vicenda dell'ex caserma Ferrucci da trasformarsi in senior house il cui progetto è fermo al palo.
La vicenda è infatti ufficialmente diventata anche un caso giudiziario.
La Guardia di Finanza, su delega della Procura, ha aperto un’indagine sull’intero iter che ha portato all’assegnazione trentennale del complesso — nel cuore del rione di Santo Spirito, area monumentale e vincolata Unesco — alla società Fastpol, risultata l’unica partecipante alla manifestazione d’interesse lanciata da Difesa Servizi sr per conto del Ministero della Difesa.
Un fascicolo nato in sordina, dopo settimane di tensioni, proteste cittadine e interrogativi politici, e che ora tenta di fare chiarezza su un percorso amministrativo che molti definiscono quantomeno “opaco”.
Ricostruiamo brevemente i fatti. La scintilla parte nel 2019 quando in piena estate Difesa Servizi apre una manifestazione d’interesse per concedere l’ex Ferrucci a un privato.
L’obiettivo è trasformare la struttura in una RSA di lusso, una “senior house” da decine di posti letto.
Alla fine, a rispondere è una sola realtà: Fastpol, società riconducibile all’imprenditrice Asmaa Gacem, già attiva nel settore immobiliare e residenziale e presidente dall'estate dell'Ac Prato calcio.
Un percorso lampo: Fastpol presenta progetto, business plan e disponibilità a un investimento complessivo che avrebbe superato i 15 milioni di euro tra restauro, opere e avvio. E ottiene l’immobile per 32 anni. Una procedura lineare — almeno sulla carta — ma che oggi presenta nodi ancora tutti da sciogliere.
A mettere in moto la macchina giudiziaria sono state soprattutto le denunce dei padri agostiniani della basilica di Santo Spirito con padre Giuseppe Pagano in testa, preoccupati dall’impatto urbanistico e spirituale del progetto che avrebbero voluto come spazio per la comunità. La vicenda poi si allarga e agli agostiniani si affiancano Comitati, residenti e alcuni giuristi che iniziano a sollevare dubbi sulla scarsa pubblicizzazione del bando; la partecipazione di un solo soggetto; i criteri di valutazione delle proposte; le possibili lacune documentali nelle fasi istruttorie e la coerenza del progetto con i vincoli monumentali dell’area.
Nel frattempo, la pressione mediatica cresce. Nel quartiere, comitati e residenti si mobilitano. I frati agostiniani arrivano a minacciare un’occupazione simbolica del complesso, definendo la trasformazione in Rsa “un atto di violenza culturale”.
Anche la Curia interviene: l’arcivescovo di Firenze scrive al ministro della Difesa per chiedere di fermare l’iter.
Sul fronte politico, il caso approda in Consiglio comunale e poi anche a Roma con interrogazioni parlamentari, richieste di chiarimento, accuse incrociate.
Molti si chiedono come sia possibile che un bene storico di quella rilevanza sia stato affidato con un iter così rapido e con un unico concorrente.
La Guardia di Finanza, è notizia di questi giorni, ha quindi acquisito gli atti presso Difesa Servizi, Comune di Firenze e Soprintendenza, ricostruendo passo dopo passo l’intera procedura.
La società afferma di aver seguito ogni passaggio in maniera regolare e anche Difesa Servizi ribadisce la correttezza dell’iter, ma la partita è ormai passata nelle mani della magistratura.
Nel frattempo l'ex caserma Ferrucci resta chiusa, vuota e sorvegliata, al centro di una vicenda che mette a nudo questioni più ampie: il rapporto tra interessi privati e beni pubblici, il destino del patrimonio storico fiorentino e il tema sempre caldo della trasparenza nelle concessioni statali.
Il giallo Ferrucci è tutt’altro che chiuso. Nei prossimi mesi, le carte raccolte dalla Guardia di Finanza diranno se l’assegnazione alla Fastpol sia stata una procedura semplicemente poco partecipata o se, al contrario, nelle pieghe di quel bando si nascondano criticità tali da farne uno dei casi immobiliari più scottanti degli ultimi anni a Firenze.
E Firenze rimane scacco delle trasformazioni che la violentano.


