il cubo nero e il convitto La Calza © Salviamo Firenze per viverci
È alla base della buona comunicazione – anche quella politica, dato che oggi domina più il marketing politico che la buona polis – usare l’arma della distrazione di massa o del caos per distogliere l’attenzione pubblica da vicende imbarazzanti.
È questo il caso della farsesca vicenda del Convitto della Calza, che inaugura bellamente la finta foresteria dell’unica spa al mondo inserita nel centro storico di una città d’arte appena un paio di giorni dopo che il Comune aveva annunciato urbi et orbi di aver effettuato controlli minuziosi alla struttura e di aver fermato i lavori, salvo poi scoprire che i controlli sono stati inviati quando i lavori erano già terminati (articolo qui).
Si sarebbe potuto rimediare mandando nuovi controlli, ma ad oggi – nonostante proprio di fronte al nuovo albergo travestito da altro ci sia una sede della Polizia Municipale – da Palazzo Vecchio nessuno ha mosso un dito.
Eppure, come segnalano sui social gli attivisti di Ribella Firenze, si dice che tre indizi facciano una prova, ed ecco i tre indizi:
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non esistono spa con foresteria: si chiamano alberghi;
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nessun controllo è stato effettuato a lavori in corso, mentre residenti e associazioni già protestavano;
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il proprietario dell’azienda risulta tra i finanziatori della campagna elettorale della sindaca.
Una “malalingua” che corre in città – e non da oggi – alla quale replica prontamente, prendendo le difese della sua sindaca, il capogruppo della Lista Funaro in Palazzo Vecchio, Marco Semplici, che, mandando la palla in tribuna, afferma che Domus Rex avrebbe sostenuto anche la candidatura di Eike Schmidt, che peraltro ha smentito.
Ammesso e non concesso che questo sia vero, a Semplici sfugge un particolare: Eike Schmidt non è stato eletto sindaco di Firenze, mentre Sara Funaro sì.
Ed è quantomeno logico che “sindaci e giunte dovrebbero stare il più possibile distanti dagli interessi di chi finanzia”.
Del resto, per smentire le malelingue e fermare la vicenda farsesca che sta facendo il giro del mondo tramite i portali di prenotazione alberghiera online, basterebbe solo un’azione più incisiva da parte del Comune di Firenze.
Perché, se Sara Funaro e i suoi hanno davvero le mani libere, non agiscono per bloccare un’attività vietata con adeguati approfondimenti, controlli e sanzioni?


