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La farsa del convitto della Calza. Il resort travestito da Spa che il comune blocca, ma che lavora

Il comune è arrivato troppo tardi e adesso balbetta davanti alle irregolarità palesi che dovrebbero portare comunque alla chiusura.

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Il convitto spa che è albergo Il convitto spa che è albergo © facebook
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La vicenda farsesca del convitto della Calza rappresenta al momento il punto più basso dell'amministrazione Funaro.
Siamo certi c he potrà fare meglio dato che in un solo anno ha collezionato un numero di figure barbine di sciatteria e cialtroneria come più volte vi abbiamo narrato che non avevamo mai visto nella storia della città.

"E' stata un’inaugurazione bellissima" raccontano i fortunati che giovedì sera hnnoa partecipato al taglio ufficiale del nastro del Della Calza Retreat & Spa, l’albergo e centro benessere — o affittacamere, secondo la dicitura che compare su Booking.com in quello che per secoli è stato lo storico convitto della Calza nell'omonima piazza appena dentro porta romana.
Un inaugurazione al limite del farsesco e surreale dato che, come ampiamente documentato da tutta la stampa cittadina, solo alcuni giorni fa il comune di Firenze aveva notificato alla società Domus Rex, proprietaria dell’edificio, un’ordinanza per sospendere i lavori visto che, come spiegato dalla stessa amministrazione comunale, c’era stato un cambio di destinazione d’uso dell’immobile non autorizzato, ovvero da direzionale (Spa) a ricettivo (albergo). 

Detto in parole più semplici la struttura dovrebbe essere una Spa dove i clienti possono usare anche la foresteria e invece quello che succede è esattamente l'opposto ovvero si può prenotare bellamente una camera da uno dei tanti portali on line senza necessariamente usufruire dei servizi della Spa dato che i servizi del centro benessere hanno un listino a sé stante.
Perché allora nonostante l’intimazione di Palazzo Vecchio la struttura ha aperto e funziona? 

Molto semplice  l’ordinanza di "sospensione dei lavori datata 29 ottobre è stata revocata dall’amministrazione comunale,"

Il motivo? 
Semplicissimi l’emissione dell’atto, che obbligava ad interrompere i lavori, "è stata contestuale alla comunicazione di fine lavori da parte della proprietà dell’immobile".
Detto più semplicemente, e la farsa viene spiegata dallo stesso comune dove la veterinaria prestata all'assessorato competente Biti, non senza balbetti e imbarazzi è costretta ad ammettere che l’ordinanza di stop ai lavori è stata fatta quando i cantieri erano già conclusi!

All'ordinanza, secondo quanto trapela, la società dell’immobile aveva presentato un ricorso al Tar. Fatto sta che adesso il decreto non c’è più, né per lo stop ai lavori né tanto meno per la chiusura dell’immobile, che infatti è aperto eccome.

Ma allora perché è stata fatta così tardi e perché non viene emessa, adesso, una nuova ordinanza di chiusura se comunque si sapeva che i lavori in corso stavano portando al compimento di una struttura irregolare? 

Il Comune di Firenze non risponde travolto dalla figuraccia ma lascia intendere che la struttura potrebbe presentare le irregolarità di cui sopra, e che per appurarlo servono controlli minuziosi.
"Contemporaneamente alla revoca dell’ordinanza, l’amministrazione comunale ha attivato ogni tipo di controllo necessario alla verifica della regolarità delle attività svolte all’interno della struttura — spiegano da Palazzo Vecchio — Tali controlli richiedono approfondimenti specifici. Le verifiche dei vigili, sempre in coordinamento con le direzioni competenti (Urbanistica e Attività Economiche) sono già in corso e proseguiranno anche alla luce di ulteriori e necessari approfondimenti". 

Vedremo quello che accadrà nei prossimi giorni, intanto la figuraccia e clamorosa!

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