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“Cent’anima in corsa: Guidalotti e l’epopea del Passatore”

Alla 100 km del Passatore 2025, Luca Guidalotti corre per l’ottava volta tra memoria, fatica e identità...

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Guidalotti il podista targato OKMugello Guidalotti il podista targato OKMugello © Foto e C.
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Ci sono corse che vanno oltre il tempo. Oltre la classifica, oltre il dolore delle gambe e la fatica che si insinua nella testa. La 100 km del Passatore non è solo una gara. È un pellegrinaggio laico, un rito collettivo in cui ogni partecipante porta con sé una storia, un motivo, un ricordo. In questa edizione 2025 – la cinquantesima, cifra tonda come una medaglia d’oro – tra i 3.500 cuori che hanno preso il via da Firenze c’era anche quello di Luca Guidalotti, atleta di Vicchio, e mugellano nell’anima. Luca non è nuovo a questa impresa. Otto volte "io c’ero", dice con orgoglio, ma ogni volta è diversa. Ogni volta è un viaggio.

Una corsa tra memoria e giovinezza

Firenze, sabato pomeriggio. Le campane del Duomo rintoccano le tre quando parte il fiume umano della Passatore. Sotto il sole toscano e gli occhi emozionati del pubblico, tra i cori e gli incitamenti, Luca si lancia in quella lunga marcia verso Faenza. Accanto a lui, almeno idealmente, i volti di chi non c’è più. Come quello di Riccardo Benvenuti, giornalista e direttore dell’ufficio stampa del Mugello Circuit, amico e compagno spirituale di tante avventure. Al traguardo, le parole di Luca sono un sussurro che sa di gratitudine: “Questa corsa è anche per te, Riccardo.”

Panicaglia e il ristoro dell’anima

C’è una fermata che più di altre racconta l’anima di questa ultramaratona. È quella di Panicaglia, ristoro numero 8. Non è solo acqua e zuccheri, ma energia umana, calore. Quest’anno è tornato, dopo un’assenza. A rianimarlo sono stati i giovanissimi del paese, occhi pieni di entusiasmo, mani pronte a tendere bicchieri e parole di incoraggiamento. Lì, dove la notte inizia a calare sul percorso, si accende una luce fatta di speranza e continuità. Guidalotti si ferma, si guarda intorno. Sembra dire: “è anche questo che mi fa tornare”.

La fatica che insegna

Undici ore, trentasei minuti e trentotto secondi. Una media di 6’57” al chilometro. Numeri che dicono tanto e nulla. Perché il vero valore è nel passo che non si ferma, nella mente che resiste anche quando il corpo vacilla. È nella posizione 542 che Guidalotti taglia il traguardo, ma è molto più in alto che si colloca il suo gesto sportivo. È una vittoria senza medaglia, ma con un peso specifico enorme: quello della coerenza, della fedeltà a un ideale.

Una corsa che è anche un'identità

La 100 km del Passatore è Toscana, è Romagna, è gente che incita da ogni angolo di strada. È il presidente della Regione Eugenio Giani che dà il via tra orgoglio e tradizione. È il presidente dell’ASD 100 km del Passatore, Giordano Zinzani, che ogni anno custodisce questa leggenda sportiva come un bene sacro. Ma è soprattutto la gente: i tifosi, i bambini, le famiglie che si appostano come a una processione. Il rumore della folla è una carezza, un tamburo che accompagna ogni passo.

E ora, cosa resta?

A fine corsa, quando i muscoli tremano e le luci si abbassano, resta qualcosa di più del tempo impiegato. Resta la testimonianza. Resta l’appartenenza. Resta quella frase, detta da qualcuno all’arrivo: “Ci vediamo il prossimo anno?”
E Luca, con un sorriso stanco e felice, annuisce. Perché ogni Passatore è un pezzo di vita, ed è nella ripetizione di questo gesto eroico che si misura non solo la forza di un atleta, ma la tenacia di una comunità.

E così, nella scia del cinquantesimo anniversario, mentre la classifica prende forma e i numeri si ordinano, una certezza emerge come un faro nella notte: la corsa continua. E i nomi che la rendono viva, come quello di Guidalotti, non sono solo partecipanti, ma custodi di un racconto che ogni anno si rinnova.

 

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Commenti 1
  • Luigi Gonzaga

    Bravo bravo 👏👏👏 ma vorrei farvi notare che c'è un altro Mugellano DOC, che nea fatte 35,Passatore, è CLAUDIO GUIDOTTI,👏👏👏👏

    rispondi a Luigi Gonzaga
    mar 27 maggio 09:36