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Il commovente arrivederci del cappellano Don Joseph Nidhin

In questi ricordi le sue lacrime sono state subissate da tantissimi e scroscianti applausi, che hanno inondato le...

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Un momento della cerimonia Un momento della cerimonia © Aldo Giovannini
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Una giornata indimenticabile per la chiesa borghigiana e per l’unità parrocchiale della Pieve di San Lorenzo, lo scorso giovedì 6 novembre 2025, in occasione della cerimonia di arrivederci di don Joseph Nidhin, il giovane cappellano di origini indiane (nativo del Kerala, regione all’estremità dell’India), che dopo cinque anni di permanenza a Borgo San Lorenzo è stato destinato, in via provvisoria, a una parrocchia nel milanese e successivamente a una grande chiesa della sua terra natia.

Molte persone nella Pieve, nonostante l’ora, hanno voluto far festa a don Nidhin, che ha celebrato la Santa Messa solenne con tutti i suoi confratelli, celebrazione accompagnata dai cori della Pieve. Si respirava tanta commozione ed emozione verso questo giovane sacerdote, che si era accattivato la simpatia di tutti coloro — e sono stati tanti — che hanno avuto la fortuna di essergli vicino.

Durante il suo intervento, don Nidhin ha ripercorso la sua vita a Borgo San Lorenzo: il suo arrivo, la difficoltà con la lingua, l’approccio verso i parrocchiani, la lunga malattia del Covid che lo tenne chiuso nella sua stanza per quasi tre mesi senza mai uscire, l’aiuto dei suoi confratelli che non lo hanno lasciato solo nemmeno un minuto, la benevolenza di tanti amici e delle diverse associazioni vicine alla chiesa.

In questi ricordi le sue lacrime sono state subissate da tantissimi e scroscianti applausi, che hanno inondato le secolari arcate di una chiesa che don Nidhin ha servito con umiltà, semplicità e bontà, sorretto da una profonda fede in Cristo, senza se e senza ma.

Al termine della cerimonia, una lunghissima fila di borghigiani e di fedeli provenienti dalle altre parrocchie dell’unità pastorale — abbiamo visto amici di San Cresci, Olmi, Piazzano, Polcanto, San Giovanni Maggiore, Sagginale, Salaiole, Sant’Ansano, Senni e altre — ha voluto salutare personalmente, in un affettuoso abbraccio, il caro don Nidhin.

“Mi porterò per sempre nel cuore e nell’animo – ha detto, fra le altre cose, don Nidhin – la terra che mi ha accolto come giovane prete venuto da lontano, i suoi abitanti, la sua gente generosa, buona e brava, il… cibo, la simpatia dei giovani, il chiasso dei bambini, l’attenzione dei loro genitori, la fede degli anziani…”

Ciao carissimo don Nidhin, che Dio ti accompagni nella tua lontana terra natia. Hai lasciato un piccolo ma grande mattone, come tanti altri, vedi don Poggiali, da 50 anni in Costa d’Avorio, dove il ricordo non è mai, mai venuto meno.

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