OK!Mugello

Beatrice Venezi, l’ennesima vittima di una società insofferente alle idee

Il seguente editoriale nasce dall’arrivo in redazione di un comunicato stampa di Luca Radice, coordinatore.....

Abbonati subito
  • 428
Beatrice Venezi Beatrice Venezi © Facebook
Font +:
Stampa Commenta

Il seguente editoriale nasce dall’arrivo in redazione di un comunicato stampa di Luca Radice, coordinatore di Italia Liberale e Popolare Toscana, che ci ha esortato a dare spazio alla polemica che ruota attorno a Beatrice Venezi.

Radice afferma che la sinistra, non avendo più progetti concreti da portare avanti e ideali da difendere, non fa altro che accusare di essere fascisti coloro che considera avversari politici e nemici della democrazia. La polemica in questione - stavolta con epicentro francese - è sintomo della totale mancanza di comprensione delle parole democrazia e pluralità, su cui poggia la nostra Europa post-illuminista. Un breve riassunto della vicenda:

Beatrice Venezi è un direttore d’orchestra - la declinazione al maschile la desidera lei stessa - nominata consigliere della musica dall’attuale ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.

Venezi non ha mai rinnegato la sua fede politica, e c’è da domandarsi perché mai dovrebbe nell’Europa unita e democratica di oggi.
Alcuni comitati francesi antifascisti la accusano di essere fascista, e chiedono a gran voce l’annullamento dei concerti che dovrà dirigere a Nizza nelle notti di natale e capodanno.

L’accusa le viene attribuita non soltanto dal suo ruolo all’interno del governo Meloni e dalla difesa, in polemica con la senatrice Cirinnà, dello slogan mazziniano Dio, Patria e Famiglia - poi ripreso dal regime fascista -, ma anche dalla storia politica della sua famiglia; suo padre, all’inizio degli anni duemila, ricoprì la carica di dirigente nazionale di Forza Nuova, movimento di estrema destra che ha partecipato alle elezioni in più di un’occasione.

Chi ha letto i miei articoli sa che, pur non essendo radicale, il mio pensiero politico è più vicino alle posizioni progressiste e socialdemocratiche che non a quelle reazionarie e liberal-conservatrici. E sa anche quanto mi batta, nel mio piccolo, affinché la sinistra smetta di puntare il dito su chi ha ideali diversi dai suoi, invocando la paura di un possibile ritorno del regime mussoliniano, e cominci piuttosto a proporre riforme serie e a tornare a avere una visione della società a lungo termine.

Non è un problema soltanto della sinistra italiana, ma di quella di tutta Europa, e il risultato è che adesso molti paesi europei sono governati da capi di governo reazionari. Il popolo non ha bisogno di slogan, ma di qualcuno che abbia idee concrete e che sappia governare.

In Europa partiti di destra o di estrema destra con evidenti tratti xenofobi vengono tollerati. E’ il caso del Front National, fondato da Jean-Marie Le Pen e guidato poi da sua figlia Marine. Alle elezioni legislative del 2022 l’FN ha ottenuto ben 89 seggi, il suo massimo storico.
Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio italiano dal 22 ottobre 2022, è altresì presidente del partito Fratelli d’Italia, nato dalle ceneri del Movimento Sociale Italiano, di stampo neofascista, che per cinquant’anni ha ottenuto seggi in parlamento.

In Europa insomma chi si rifà a ideali di stampo neofascista può confrontarsi in televisione e partecipare alle elezioni senza essere bandito o arrestato, come è sempre avvenuto dalla fine della Seconda guerra mondiale.

A fronte di ciò, mi domando con che coraggio comitati francesi antifascisti pretendano che una persona con ideali di destra, possa per questo non esercitare la propria professione. E’ pura follia, una inutile guerra alle idee.

Oltretutto, chi si ritrova in valori di destra non significa che sia fascista. Il fascismo fu un regime antidemocratico che si servì delle armi per prendere il potere in Italia. Durante gli anni di piombo, con gli attentati terroristici da parte di fazioni sia fasciste che comuniste, ci fu effettivamente il pericolo di un ritorno al totalitarismo, ma oggi la situazione è diversa: gli stati europei sono dotati di intelligence capaci di sgominare eventuali cellule terroristiche.

In democrazia nessuno può pretendere che tutti la pensino allo stesso modo. Finché non ci troviamo di fronte all’uso della prevaricazione violenta sugli altri o a episodi di razzismo, per i quali non esiste alcuna legittimità, bisogna convivere con chi ha opinioni diverse dalle nostre. Disse Sandro Pertini: “Dico al mio avversario: io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi al prezzo della mia vita perché tu la tua idea la possa esprimere sempre liberamente”.

Non è democratico e ragionevole proporre che Beatrice Venezi non eserciti il proprio lavoro per via dei suoi valori. E’ un po’ come chiedere l’annullamento del concerto del cantante X in quanto tossicodipendente. Ma quando l’artista è sul palco trascende la sua persona, e le sue idee non hanno alcuna rilevanza.

E’ l’arte la protagonista, e non l’artista. Lo stesso si può dire dei comuni lavoratori: qualunque idee abbiano, qualunque attività svolgano in privato, ciò che conta è il risultato del proprio lavoro. Non è perciò ammissibile licenziarli per motivi politici o non inerenti all’attività lavorativa.
Beatrice Venezi deve salire sul palco di Nizza; ne va della salute della democrazia.

 

Articolo a cura di Paolo Insolia

Lascia un commento
stai rispondendo a