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25 Aprile 1944, la battaglia sui cieli di Marradi e Palazzuolo

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25 Aprile 1944, la battaglia sui cieli di Marradi e Palazzuolo 25 Aprile 1944, la battaglia sui cieli di Marradi e Palazzuolo © n.c.
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Quando con mio nonno andavamo da Marradi a Firenze, mi indicava, a un certo punto sulla destra della provinciale, nel territorio di Spedina, un capanno-stalla per i muli e mi diceva: “Vedi quella porta azzurra con la grande stella bianca? L’hanno fatta con la lamiera dell’aereo americano B 24 H fortezza volante... In occasione della ricorrenza del 25 Aprile riceviamo e pubblichiamo la seguente nota tratta dal libro "Domenico Vanni" di Rodolfo Ridolfi.

 

Quando con mio nonno andavamo da Marradi a Firenze, mi indicava, a un certo punto sulla destra della provinciale, nel territorio di Spedina, un capanno-stalla per i muli e mi diceva: “Vedi quella porta azzurra con la grande stella bianca? L’hanno fatta con la lamiera dell’aereo americano B 24 H fortezza volante colpito da caccia tedeschi e precipitato il 25 aprile 1944 nel podere di “Pian della Fagge”, proprietà di zio Arturo, proprio nello spiazzo antistante il capanno da caccia del podere stesso. Gli aviatori americani, il capitano Chester Kingsman ed il tenente Leslie J. Paul furono soccorsi, aiutati, nascosti e protetti per la fuga da me, da zio Arturo, da Mario Mancorti, sua moglie Maria, suo fratello Lorenzo, sua nipote Leonia, da Gino Lippi e da altri”.

I fatti vanno inquadrati nella battaglia aerea di martedì 25 aprile 1944, quel giorno fu abbattuta una fortezza volante anche sopra Lischeta al Passo dell’Eremo, la numero 42-7728 Miss fortune.

L’intero equipaggio con la sola eccezione del sergente mitragliere Joseph Bernstein, riuscì a lanciarsi, ma fu catturato immediatamente dai tedeschi e tradotto allo Stalag tre a Sagan compresi i due feriti, che furono prima medicati all’ospedale di Mantova. Ma la fortezza volante che ci interessa è la numero 42-29272 che faceva parte del 15° Air Force 450a BRG 721 Squadrone Bombardieri decollato da Manduria,Taranto, in missione verso Varese con l’obiettivo di bombardare la fabbrica di aerei Macchi.

“Quel giorno c’erano nuvole, piuttosto basse attorno alla zona, ma i ragazzi decollarono”. Le condizioni del tempo ruppero la formazione come raccontarono i cinque sopravvissuti e come si legge nella scheda-rapporto n. 4631 del Quartier Generale Air-Force di Washington. Il bombardiere con undici uomini di equipaggio a bordo, pilotato dal primo tenente Abner Harwy decollò alle 11,20.

Nei pressi di Marradi-Crespino alle ore 12,55 furono attaccati da caccia tedeschi Messerschmitt. Il primo luogotenente, Chester F. Kingsman, professore di scuola superiore e allenatore, scrisse: “Il mitragliere fu ucciso immediatamente, allora sganciai il carico di bombe.

I nemici continuarono il loro attacco ed il motore dell’aereo si incendiò. Il pilota ordinò di lanciarsi. Insieme ad altri quattro membri dell’equipaggio ci paracadutammo e subito l’aereo esplose sull’area di Marradi. Piombai al suolo sulle braccia ferendomi alla coscia e rompendomi due costole.

Nell’area di Marradi venni rintracciato da Domenico Vanni che mi ricongiunse con due membri del mio equipaggio: il sergente Shergold ed il tenente Paul. Tutti nascosti da una famiglia italiana in quest’area fino a quando non guarimmo; ed il 25 maggio 1944 ancora in uniforme mi diressi verso il fronte. Seppi in seguito che l’italiano, Vanni, era stato preso dai fascisti SS proprio il 25 maggio e portato nel campo di Modena. Gli americani viaggiarono per due settimane cercando cibo presso i civili e raggiunsero l’area del Falterona.

Quest’area era piena di tedeschi e fascisti e carabinieri italiani. Dei contadini li avvisarono di non oltrepassare le linee tedesche mentre i tedeschi stavano controllando i carabinieri italiani che cercavano di scappare. Dopo aver rasentato il pericolo di essere intercettati dai tedeschi tutti e tre ritornarono a Marradi presso la famiglia che conoscevano nella speranza di contattare i partigiani italiani (fine giugno 1944).

I partigiani furono contattati ma l’aiuto a Kingsman procurò problemi, così che egli rimase con la famiglia italiana mentre gli altri due compagni andarono con i partigiani nei monti circostanti. Ai primi di luglio del 1944 Kingsman raggiunse gli uomini della banda Corbella (Corbari).

Dopo uno scontro con truppe tedesche durato tre giorni, durante il quale la banda Corbari perse metà degli equipaggiamenti lanciati e scomparsi nelle montagne, Kingsman ritornò lievemente ferito a Marradi dove visse nei dintorni e nel centro fino a quando fu catturato dai tedeschi, il 5 agosto del 1944, a Biforco.

Kingsman fornì ai tedeschi il suo nome e soltanto il numero di matricola, fu ben trattato e non interrogato. Il 6 agosto Kingsman fuggì mentre la guardia stava dormendo, avvolto nella sua coperta. Egli tornò presso la famiglia di contadini, ma trovò molte pattuglie tedesche. Il 18 settembre 1944 a Biforco, i tedeschi bussarono alla porta e chiesero informazioni su Crespino.

Gli inglesi bombardarono ed una pattuglia di indiani gurka liberò Biforco il 23 settembre e aggregò Kingsman nel 7° Indian IFY Bdr. Kingsman fu interrogato a lungo e fornì molte informazioni utili riguardo alle posizioni dei tedeschi, prima di essere rimandato a Bari: “Mario Mancorti Valdimora 23 Cardeto, fornì cibo e alloggio per due ufficiali ed un sergente, un ufficiale un mese, un ufficiale ed un sergente due mesi. Quattro mesi in tutto.

Dal primo maggio 1944 al 23 settembre del 1944 sfamò curò e ricoverò Kingsman lo avvisò e lo nascose ogni qualvolta i tedeschi erano nell’area. La moglie medicò Kingsman. Un uomo molto povero ha fatto tutto quello che poteva anche a rischio della propria vita. Gino Lippi (padrone) a Villa Valdimora fornì il cibo a Mario senza chiedergli soldi.

Leonia la nipote di Mancorti fornì a Kingsman i vestiti del marito e procurò 8 lire. Durante l’ultima settimana di giugno aerei inglesi lanciarono i Kit ai partigiani della Banda Corbella (Corbari) nell’area di Campigno Monte Lavane. Tutti i kit giunsero nelle mani dei partigiani e comprendevano 40 quintali di pistole 50 calibro Mg, granate, bombe, esplosivo, mine anti carro. Nello stesso giorno i kit furono lanciati anche sulla Faggiola per la brigata Garibaldi. Quaranta kit paracadutati con pistole, esplosivi, divise da battaglia, cibo arrivarono in mano ai partigiani. Questo materiale in parte fu nascosto e così andò perduto e consentì una battaglia di soli tre o quattro giorni”.

Il copilota Leslie Paul segnalò un danno, Kingsman liberò il navigatore Ray Barthelmy e si lanciò dopo di lui. L’aereo precipitò e si fracassò a sud di Lozzole, presso il podere di Pian delle Fagge a 725 metri sul livello del mare, di proprietà di Arturo Scalini di Marradi, proprio nell’area fra il podere ed il capanno di caccia (N 44° 03,143' E11°. 31.561').

L’equipaggio del bombardiere era composto dal pilota 1 st Lt. Abner D. Hervey, copilota 1 st Lt. Leslie J. Paul, puntatore Ist Lt. Chester F. Kingsman, navigatore Ist Lt. Raymond E. Barthelmy, motorista S/Sgt. Charles T. Wernett, marconista S/Sgt. Benjamin A. Stock e dai mitraglieri Franck R. Collinge, John O. Brown, William W.J. Shergold, Stephen Malarik e Tilman J. Thompson.

Giunti all’altezza di Marradi, il copilota Paul diede ordine di lancio immediato: complessivamente cinque paracadute si aprirono nel cielo, gli unici superstiti furono Leslie, Kingsman, Barthelmy, Shergold e Thompson. Nella caccia all’uomo che ne seguì, fu catturato solamente il navigatore Raymond Barthelmy che fu internato nel campo Stalag Luft in Germania dal quale fu liberato e ritornò negli Stati Uniti come raccontò Chester Kingsman nella lettera a Domenico Vanni del 12 febbraio 1946 “Raymond mi ha scritto una lettera anche lui sta bene ed è congedato.

È stato prigioniero in Germania”. Il tenente pilota Paul Leslie J. di Hollywood, camionista californiano da civile, 11 missioni all’attivo riferì: “cinque uomini si lanciarono con successo io riportai una distorsione alla caviglia cercai di raggiungere delle caverne dove mi nascosi per circa cinque ore prima di essere trovato e portato a ricongiungermi con i miei commilitoni. I Partigiani ci portarono alla vicina caverna fino a notte fonda in seguito fummo sfamati e portati in una cantina dove passammo la notte”.

La mattina dopo i due ufficiali furono portati in una un’altra grotta. Dal 25 aprile fino al 25 maggio gli uomini si mossero da un nascondiglio all’altro nella stessa zona. Verso la fine di maggio Marradi fu occupata dai tedeschi ed i due ufficiali ed il sergente partirono dirigendosi verso sud nell’intento di oltrepassare le linee Trovarono i tedeschi che stavano lavorando alla linea gotica.

Così tornarono a Marradi che era stata liberata dai tedeschi. Paul contattò i partigiani tramite dei contadini e si nascose in una casa abbandonata per 10 giorni sfamato dai contadini a quell’epoca ci furono bombardamenti ed i cittadini furono costretti a sfollare. Nello sforzo di andar via dalla regione l’uomo raggiunse i partigiani combattendo con loro.

La banda dei partigiani fu sparpagliata dall’attacco dei tedeschi e Paul partì per il fronte con un componente della banda partigiana combattendo a Firenzuola contro i tedeschi e da là si diresse a Casola Valsenio e verso l’area di Brisighella. Fu obbligato a muoversi verso sud per molti giorni ma alla fine tornò nella regione.Quando i partigiani ritornarono a Firenzuola Paul riuscì ad oltrepassare le linee con l’espediente di attendere in una cantina l’avanzata delle forze britanniche.

Il ventinovenne sergente canadese Shergold William, riferì “Persone che mi hanno aiutato Mengone ex amministratore di Marradi amico di Paul fu preso prigioniero dai tedeschi e consegnato ai fascisti ed ora è di nuovo coi partigiani. Gino Lippi capitalista di Marradi che aiutò alcuni come meglio poteva. Mario Catani ha recentemente rinvenuto alcuni documenti del Comune di Marradi del 5 ottobre 1945 riguardanti l’assistenza ai militari alleati da parte di partigiani e cittadini marradesi. In questi documenti sono riportati i dati già forniti, nell’ottobre del 1944, al capitanoTorcellini autorità militare alleata AMG di Marradi.

In particolare la relazione “sull’attivita assistenziale a favore dei militari alleati svolta in questo Comune prima della Liberazione” ci conferma circostanze che già conoscevamo ed una nuova: “La famiglia di Cerchierini Guido alloggiò e portò assistenza a due paracadutisti inglesi che si erano lanciati con il paracadute nei pressi di La Spezia i quali, nel 1943 si trovavano di passaggio nel Comune di Marradi”.

Si trattava del tenente del Royal Medical Corps Thomas Wedderburn detto Tojo di Edimburgo e del ventunenne caporal maggiore M.P. Challenor di Watford, come si legge in una lettera del 28/1/1947 che il sindaco Zacchini scrive ai due per conto di Ada Bambi in Cerchierini per avere notizie dei due paracadutisti britannici che furono alloggiati a Villanova dal 10 al 13 agosto ’43. Harold Gordon “Tanky” Challenor, per il suo eroismo sarà decorato al valor militare il 9 novembre 1944 e diventerà un famoso detective della Scotland Yard’s Flying Squad.

La stessa relazione conferma come “La famiglia di Mancorti Mario alloggiò quattro aviatori americani e li tenne nascosti per vari mesi somministrando loro anche vitto”. Ed ancora si legge testualmente: “Scalini Arturo si adoperò per il ricupero delle salme di cinque aviatori americani”.

Ed infine: “I sopravvissuti all’incidente aviatorio del 25 aprile 1944 vennero posti in salvo da un gruppo di partigiani diretti dal sig. Vanni Domenico di questo Comune, che li sottrasse alla cattura da parte dei nazifascisti”. In una lettera del 18 gennaio 1947 la Commissione di Controllo del Quartier Generale degli Alleati scrive al Sindaco di Marradi: “Egregio Signor Sindaco, un ufficiale di questa commissione giungerà al suo Comune il giorno martedì 21 alle ore 11,30 per effettuare il pagamento a quelle persone che dettero aiuto ai Prigionieri Alleati.

Si prega di far pervenire alle persone di cui è acclusa la lista, al suo Comune nel giorno e l’ora indicata, ed saremo grati, se Lei od altra persona competente potrà essere presente al momento che verrà effettuato il pagamento”. Nell’elenco figurano cinque nominativi: Visani Gaetano fu Gesualdo, Marradi Val della Meta-Mancorti Mario fu Sa-batino, Case di Sopra Biforco- Bambi Ada, Biforco Podere Villa Nova-Vanni Domenico fu Antonio, Teatro Animosi-Lippi Gino di Giuseppe Villa Valdimora.

 

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