autoritratto, Uffizi © facebook
È stato uno dei principali esponenti del movimento dei Macchiaioli, insieme a Signorini, Fattori e Cabianca, nonché uno dei maggiori artisti del XIX secolo.
Nato in un piccolo centro dell’Appennino forlivense, all’età di 17 anni si trasferì a Firenze attratto dalla città d’arte e dalla possibilità di studiare. In riva all’Arno si insediò nella casa del fratellastro Giovanni e si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti dove rimase per un paio di anni prima di passare alla scuola del pittore Luigi Mussini dove cominciò a farsi conoscere nell’ambiente artistico. Nel 1948 rallentò l’attività pittorica per partecipare ai movimenti risorgimentali.
Lega, nonostante avesse trovato nel movimento macchiaiolo la sua collocazione artistica, non frequentò troppo la cerchia dei pittori fiorentini, che era solita riunirsi al Caffé Michelangelo, preferendo una vita più sobria e ritirata.
Da un punto di vista artistico è noto per la capacità di mettere su tela scene di vita quotidiana, semplice e rurale, con l’uso sapiente della luce e del contrasto tra colori, con una composizione del soggetto che si potrebbe definire poetica.
Questa sensibilità nell’interpretrazione pittorica del reale si rispecchiava in una sorta di fragilità emotiva che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita.
La vicenda umana di Silvestro Lega fu segnata da difficoltà personali e finanziarie che, soprattutto le prime, influenzarono la sua arte e lo segnarono con profonde crisi emotive. Negli ultimi anni, di crescente solitudine dopo i numerosi lutti familiari, si ritrovò a vivere in condizioni di notevole difficoltà economica.
Nonostante tutto ebbe una produzione artistica cospicua il cui valore è universalmente riconosciuto e le sue opere sono esposte nei principali musei italiani e internazionali.


