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Quercia di San Cresci. La storia completa raccontata da Aldo Giovannini

La storia del grande albero e del tabernacolo che vi sorge accanto. Grazie ad Aldo Giovannini

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Il Tabernacolo a destra nella sua attuale posizione; a sinistra la querce che poi, dopo pochi anni (2013), crollerà. Il Tabernacolo a destra nella sua attuale posizione; a sinistra la querce che poi, dopo pochi anni (2013), crollerà. © Aldo Giovannini
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Quante volte abbiamo scritto, tanti anni orsono, sulla antica quercia del Tabernacolo della Madonnina di “Mei” al bivio di San Cresci e leggendo l’ultima nota fa davvero piacere. Riproponiamo alcuni scritti, compreso la nota del 1995, quando l’amico carissimo architetto Dott. Giovanni Brunori, discendente della nobil famiglia Lapi, proprietari nei secoli di quei terreni, compreso il Tabernacolo, con una tecnica particolare riuscì a spostare il manufatto che era accanto alla secolare querce, senza perdere nemmeno un calcinaccio durante la delicata operazione. Eravamo presenti e naturalmente le immagini fotografiche di ricordo si…sprecarono, compreso alcuni resoconti sul settimanale il Galletto.

Dunque si legge che “..sulla strada comunale che da Borgo conduce a Sagginale dopo il ponticello sul Fistona, in località Montazzi e precisamente nel bivio che si stacca per San Cresci in Valcava, si trova questo artistico tabernacolo che richiama l’attenzione dei viandanti per la sua sobria ed elegante architettura, per l’antica tavola delle Vergine che vi è raffigurata e venerata. Gli occhi della Madonnina fissano il viandante e pare che lo seguano e non si stacchino da lui; così che gli abitanti del luogo hanno sempre detto da generazioni e generazioni che “guardano da tutte le parti” come se le pupille si movessero.

Una antica tradizione accompagna questa sacra immagine e ci fa sapere che essa, prima di trovarsi nel tabernacolo attuale costruito nel 1805, era esposta e venerata nel tronco di una quercia grossissima ed ultrasecolare che con i suoi folti rami formava un tabernacolo raro e suggestivo. Si racconta che nel 1780 circa, causa un violento fulmine, la quercia cadde e l’allora proprietario il dott. Luigi Bonaventura Lapi (abitava nella vicina Villa di Montazzi) fece costruire questo tabernacolo per collocarvi l’antica tavola della Madonnina detta di “Mei” ( atavica famiglia colonica alla dipendenze per quattro secoli prima della famiglia Lapi, quindi Borri ed infine Brunori) e tenerla esposta ai viandanti proprio accanto ad altra quercia (quella di cui si parla nell’articolo pubblicato da OK!Mugello), con una sonante ottava dettata da Francesco Luigi Bonaventura Lapi, figlio del sopracitato Luig.

Negli anni ’20 del ‘900, così tanto per ricordare una parentesi artistica, l’effige della Madonnina di Mei fu restaurata da Dino Chini, della nota famiglia di artisti. Eccoci dunque ai giorni nostri, diciamo alla fine del ‘900, quando fu deciso di staccare (1995) il Tabernacolo dalla secolare quercia poiché il manufatto si stava deteriorando e si alzava dalle fondamenta per il rialzamento dell’attigua quercie. Fu un lavoro certosino, ma quando una grossa gru depose a lato della strada il tabernacolo tutto imbracato senza perdere, come scritto sopra nemmeno un calcinaccio, ci fu uno spontaneo applauso da parte di tutte le maestranze che ci avevano lavorato, soprattutto rivolte all’architetto Giovanni Brunori che aveva così ben progettato lo spostamento, come il suo avo circa 190 anni prima; appunto nel 1805. Poi com’è noto la quercia cadde rovinosamente (anche in questo caso quel giorno furono fatte tante foto, per un articolo sul Filo) e il suo scheletro è ancora la disteso, accanto a quel tabernacolo dove appunto è denominato “Il Tabernacolo della Quercia”.

(Archivio e Foto A. Giovannini)

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