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Tavolo Tecnico per Paterno: qualcosa si muove, nonostante le assenze

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Tavolo Tecnico per Paterno: qualcosa si muove, nonostante le assenze Tavolo Tecnico per Paterno: qualcosa si muove, nonostante le assenze © n.c.
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È finito alcune ore fa il tavolo tecnico per la messa in sicurezza della Cava di Paterno. Erano presenti il Dottor Bolognesi dell’Asl, per Arpat il Dottor Alberto Tessa e la collega Tozzetti responsabile del Mugello, la Forestale che ha condotto le indagini per conto della Procura di Firenze, il consigliere delegato della Città Metropolitana di Firenze Manni e il Sindaco Leonardo Borchi. Tutti i soggetti interessati hanno partecipato eccetto la Regione che aveva preannunciato l'assenza, la Procure di Genova, interessata per la questione Big Bags, e la Procura di Firenze con la quale il Comune terrà nei mesi avvenire un contatto diretto e continuo perché “vanno sciolte delle questioni procedurali in quanto l’area è sotto sequestro” spiega il Sindaco alla fine della riunione. Il primo step rimane la messa in sicurezza dell'area e pertanto nei prossimi mesi il Comune aprirà il bando per attribuire i lavori a un’azienda. Questo passo avanti è stato possibile grazie alla conferma, avvenuta questa mattina da parte di Arpat, sulla validità del progetto. Infatti il piano per la messa in sicurezza del sito era stato progettato 3 anni fa quando non erano stati scoperti e ancora analizzati tutti i rifiuti presente nella proprietà e quindi poteva non essere più valido. Purtroppo gli interventi da fare non sono semplicissimi spiega il Sindaco: “Dovremo tamponare, cioè coprire e contenere, i rifiuti che debordano del capannone e che vengono sparsi dalle intemperie”. Poi ci sono gli interventi per la regimazione delle acque “cioè fare una ricognizione dei canali sotterranei e delle fognature presenti sotto il sito, e poi incanalare le acque in una cisterna dalla quale possono essere prelevate, analizzate per capire quali inquinanti siano presenti e, infine, trattarle”. Per la messa in sicurezza il Comune ha 150.000 euro che servono per una parte degli interventi ma stanno aspettando che venga conclusa la caratterizzazione dei rifiuti e il via libera da parte della Procura. Punto, quest’ultimo, non semplice da risolvere perché la Cava è una prova all’interno di un procedimento penale in corso. “Il grosso problema per il quale il Comune dovrà confrontarsi con la Regione è per reperire le risorse economiche che non ha, e che nel caso, dovremo coinvolgere anche lo Stato per reperirle” spiega Borchi. E a oggi, il Comune non è a conoscenza di quanto potrebbe costare complessivamente l’opera di messa in sicurezza. Se per gli interventi legati alla cava e al capannone sarà con una sostituzione d’ufficio da parte di un ente pubblico che pagherà al posto dei soggetti obbligati (Ottaviani ndr.) che sono inadempienti e non stanno pagando; sul fronte Big Bags, il Sindaco vede più speranze per lo smaltimento. “La responsabilità è degli Ottaviani ma dietro di loro c’è la Mad Link, l’azienda responsabile, e dietro ancora c’è la GMA che è una multinazionale. Quindi dovrebbero esserci più risorse economiche”. I Big Bags stanno aspettando la caratterizzazione e l’attribuzione del codice CER, “quindi c’è da capire che accorgimenti richiedere per lo smaltimento dei sacconi, ma possiamo intravedere ragionevolmente l’esito positivo”. Infatti questo pomeriggio si terrà un’ altra riunione con la controparte cioè gli Ottavini, l’Arpat e l’Ispra perché “il piano di gestione sui sacconi c’è, ma ci siamo arenati sulla radioattività- chiarisce il Sindaco- cioè alcuni presentavano una radioattività più alta rispetto a quella che dovrebbe avere per natura quell’elemento”. In conclusione spiega il Sindaco “una stima complessiva dei costi per l’intervento non è ancora possibile farla. Ma possiamo dare corso alla gara per trovare una ditta che possa fare la messa in sicurezza del capannone prima di tutto, con il limite di budget che abbiamo ora”. I tempi non saranno brevi perché “tra determinare l’intervento, fare la gara e fare il piano passano mesi, ma almeno abbiamo più chiara l’idea di cosa fare”.

 

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