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Tariffa corrispettiva, CNA: buono il merito, male il metodo. Arrivate bollette aumentate anche del 954%% rispetto alla tariffazione Tari

Capecchi: la comunicazione assente o poco chiara alla base dello scotto che stanno pagando le imprese. Convocati i sindaci dei territori

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Le nuove tariffe per lo smaltimento dei rifiuti, conosciute come Taric, dovevano essere un passo positivo verso un sistema di calcolo basato sull'effettiva quantità di rifiuti prodotti, ma sembrano aver portato a enormi disfunzioni che stanno colpendo duramente le imprese. Questa nuova formula di calcolo è stata criticata da Massimo Capecchi, presidente di CNA Mugello, che ha sottolineato la necessità di apportare modifiche immediate.

I dati rivelati da alcune imprese sono sorprendenti. Un'azienda di serramenti di 192 metri quadrati ha visto un aumento del 425% nei costi di smaltimento dei rifiuti nei primi sei mesi del 2023 rispetto all'intero anno 2022 con il vecchio sistema Tari. Allo stesso modo, un elettricista con un'attività di 72 metri quadrati ha registrato un aumento del 191% nei primi sei mesi del 2023 rispetto all'anno precedente. Anche un'officina meccanica, con una superficie di 1400 metri quadrati, ha subito un aumento del 103% nei primi sei mesi del 2023 rispetto all'anno precedente.

Queste distorsioni sono rese ancor più inaccettabili dal fatto che molte imprese si occupano autonomamente dello smaltimento dei rifiuti speciali a proprie spese.

A cosa sono dovute queste distorsioni? Il presidente della CNA Mugello, Massimo Capecchi, attribuisce gran parte delle responsabilità al fatto che le imprese non sono state adeguatamente informate sulle modalità di calcolo della Taric. In particolare, è emerso che il sistema di calcolo non è stato sufficientemente pubblicizzato e che il sistema di rilevazione elettronico sembra non funzionare correttamente in molti casi.

In particolare, la CNA critica il fatto che non sia stata data sufficiente enfasi al fatto che la tariffa non si basa sulla quantità effettiva di rifiuti prodotti, ma sulla capacità del contenitore utilizzato per la raccolta indifferenziata. Molte imprese, per comodità, hanno optato per contenitori più grandi senza rendersi conto che ciò avrebbe comportato costi significativamente maggiori.

Un altro aspetto problematico è che, indipendentemente dalla quantità di rifiuti indifferenziati effettivamente prodotta, vengono addebitati due svuotamenti al mese per default. Questo può comportare ulteriori spese non necessarie, soprattutto se il contenitore è sovradimensionato.

Inoltre, il fatto che alcune imprese possano non esporre mai rifiuti organici può portare a un aumento della tariffa, considerando l'attività come non virtuosa nella differenziazione.

Per affrontare questa situazione, la CNA fornisce alcune raccomandazioni alle imprese e ai cittadini:

  1. Verificare le dimensioni dei contenitori forniti per la raccolta indifferenziata (quelli di colore grigio) e assicurarsi che siano adeguati alle proprie esigenze.

  2. Se i contenitori per la raccolta indifferenziata sono sovradimensionati, contattare il servizio responsabile per richiedere un contenitore di dimensioni ridotte.

  3. Richiedere la fornitura di un contenitore per la raccolta dei rifiuti organici (di colore marrone), poiché questo contribuirà positivamente al raggiungimento di un alto livello di raccolta differenziata e potrebbe portare a sconti sulle tariffe.

  4. Esporre il contenitore per la raccolta indifferenziata solo quando è pieno e non più di due volte al mese.

Nel frattempo, la CNA sta lavorando con Alia e i sindaci dei comuni coinvolti per cercare soluzioni che portino a un sistema di tariffazione più equo e trasparente. La speranza è che questi sforzi possano risolvere i problemi attuali e garantire che le imprese non siano più gravate da costi eccessivi per lo smaltimento dei rifiuti.

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