OK!Mugello

Il Mugello è una trapunta di Terra. Recensione del libro di Baldanzi

Abbonati subito
  • 233
Il Mugello è una trapunta di Terra. Recensione del libro di Baldanzi Il Mugello è una trapunta di Terra. Recensione del libro di Baldanzi © n.c.
Font +:
Stampa Commenta

Ormai, non siamo più abituati agli atti d'amore incondizionati: bisogna meritarseli. Ma c'è chi ancora ricerca il vero senso delle cose, almeno di quelle importanti e “passo dopo passo” riscopre che l'affetto per un luogo, come può essere quello in cui si vive, non può essere che dovuto. Simona Baldanzi, autrice di romanzi e saggi di un certo livello, torna a far riflettere e lo fa attraverso il mezzo a lei più congeniale: la scrittura. Nel suo ultimo “Il Mugello è una trapunta di terra. A piedi da Barbiana al Monte Sole”, edito dalla prestigiosa casa editrice Laterza, 2014, la Baldanzi interroga i pensieri più intimi di un continuo dialogo, iniziato da bambina, tra lei e la sua terra. L'autrice, rendendosi conto di quanto siano profonde e numerose le ferite inferte al suo Mugello da cantieri, crisi economiche, assenza di lavoro, inizia ad avvertire un senso di vuoto, di muta impotenza che potrebbe farla scivolare nell'indifferenza. A cosa serve il continuare ad opporsi e protestare nei confronti di un processo inarrestabile, che ha visto e forse continuerà a considerare questo territorio come un semplice luogo di passaggio per infrastrutture e progetti avveniristici di scarsa lungimiranza pratica? E così, dopo un  periodo  trascorso lontano da casa, dove arriva quasi a pensare di non volerne più sapere di certe battaglie, un “ritorno” ed una “camminata” - veramente avvenuta con dei suoi nuovi amici - la riporta a considerare quello che la circonda come veramente proprio e bisognoso di rispetto e protezione . I centoventi e rotti km che misura l'itinerario che da Barbiana la porterà, - attraverso luoghi impervi e spesso nuovi - all'emiliano Monte Sole, non sono solamente un affascinante tracciato dove sperimentare le proprie abilità sportive, ma qualcosa di molto più intenso. E la maniera scelta per raggiungere la meta - con le proprie gambe - non è casuale, ma ben ponderata. Le due personalità, sepolte ai termini opposti del viaggio di Simona, Don Milani da una parte e Dossetti dall'altra, con tutti i loro significati, sono come due simboli a cui ispirarsi  per cercare di capire dove ed in che modo si stia sbagliando. Un camminare di sei giorni in cui i pensieri si mescolano al presente ricco di nuove inaspettate scoperte ma anche di paesaggi “violentati”ed irriconoscibili. Il muoversi lentamente consente l'osservazione privilegiata di quella ruvida “trapunta di terra”, oggetto di infinite contraddizioni. Contraddizioni umane, quasi sempre senza una logica apparente, come traspare dall'emblematico ed angosciante resoconto dell'azienda barberinese Emmelunga - intervallato nella narrazione - che da piccola realtà paesana, ingrandendosi alla “rincorsa” del profitto, a seguito di gestioni sconsiderate fallì, lasciando tante famiglie senza lavoro. Sintomi di una crisi, ormai generalizzata, che non si può solamente circoscrivere all'ambito economico. Questo non lo ha capito chi ha permesso la creazione della svariata serie di infrastrutture che ormai tappezzano un territorio saturo di impattanti e spesso dannose opere, causa di molte problematiche che ben conosciamo. L'arrivo della “traversata” della Baldanzi ci rammenta inoltre vicende legate ad un passato prossimo - di cui non si parla mai abbastanza -  come la strage nazista di Marzabotto (Monte Sole, appunto), dai più troppo spesso ascoltata senza la giusta meditazione. Questo testo andrebbe letto - soprattutto dai giovani -  non una ma tre volte, ricordandosi di osservare non solo con gli occhi quel che ci è stato dato.

 

Lascia un commento
stai rispondendo a