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L'INPS ti deve dei soldi? Puoi farle causa senza pagare nulla, lo dice l'art. 152

Se l'INPS ti deve dei soldi, puoi fare causa senza pagare le spese legali né il contributo unificato. Scopri come funziona l'esenzione prevista.

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Se l'INPS ti deve dei soldi, puoi fare causa senza pagare le spese legali né il contributo unificato. Scopri come funziona l'esenzione prevista dall'art. 152 del codice di procedura civile.

Quando ci si trova in una controversia con l'INPS, la prima preoccupazione riguarda quasi sempre i costi. Avviare una causa sembra una spesa proibitiva, specie se si tratta di cittadini con redditi modesti. Tuttavia, pochi sanno che la legge italiana prevede un'importante tutela per chi decide di far valere i propri diritti contro l'ente previdenziale: grazie all'articolo 152 delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, è possibile fare causa all'INPS senza pagare nulla, a determinate condizioni di reddito.

L'esenzione dalle spese nelle cause contro l'INPS

L'articolo 152 del codice di procedura civile stabilisce che chi intraprende una causa per ottenere una prestazione previdenziale o assistenziale non deve pagare le spese processuali se il proprio reddito, nell'anno precedente, non supera una determinata soglia.

Per il 2025, questa soglia è fissata a 27.319,28 euro di reddito imponibile IRPEF, riferito all'intero nucleo familiare. Ciò significa che, se la somma dei redditi di tutti i componenti della famiglia non supera tale limite, non solo non si dovranno versare le spese di giudizio, ma, anche in caso di sconfitta, non si dovrà tenere a rimborsare le spese legali dell'INPS. È un diritto riconosciuto per legge, volto a garantire parità di accesso alla giustizia anche a chi ha meno risorse economiche.

Il reddito va calcolato tenendo conto di tutti i membri conviventi: coniuge, figli e familiari che vivono stabilmente sotto lo stesso tetto. La soglia di riferimento aumenta di 1.032,91 euro per ogni familiare convivente. Per esempio, una persona sposata con un figlio potrà beneficiare dell'esenzione se il reddito complessivo del nucleo non supera i 31.450,92 euro.

Nel calcolo rientrano anche i redditi esenti da IRPEF, come la pensione di invalidità, l'assegno di inclusione o l'assegno familiare. Questo dettaglio è fondamentale, perché spesso tali somme vengono erroneamente escluse dal conteggio, facendo perdere il diritto all'esenzione.

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Chi possiede un reddito inferiore a 13.659,64 euro può anche chiedere il patrocinio a spese dello Stato. In questo modo, l'intero costo dell'avvocato sarà coperto, e il cittadino non dovrà sostenere alcuna spesa, neppure per la parcella del legale.

È un'agevolazione importante, pensata per chi ha un reddito basso ma non vuole rinunciare a far valere i propri diritti contro un ente pubblico come l'INPS. Oltre alle spese processuali, nelle cause previdenziali è previsto anche l'esonero dal contributo unificato, ossia il tributo che si paga per iscrivere una causa a ruolo.

Chi ha un reddito familiare inferiore a 40.978,92 euro non deve pagarlo. È quindi possibile, in molti casi, portare avanti una causa contro l'INPS senza versare neppure questo importo iniziale.

L'esenzione non è automatica: va autocertificata sin dall'inizio della causa, allegando al ricorso una dichiarazione dei redditi del nucleo familiare. È fondamentale essere precisi, perché eventuali dichiarazioni false comportano responsabilità penale. Se nel corso del processo la situazione economica cambia e se supera la soglia del reddito, il cittadino è obbligato a comunicarlo al giudice.