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Limitazione delle libertà al tempo del Covid. Una riflessione critica

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Limitazione delle libertà al tempo del Covid. Una riflessione critica Limitazione delle libertà al tempo del Covid. Una riflessione critica
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Il contributo di una nostra lettrice: In era Covid tutto è permesso.

È permesso dirti se puoi uscire, dove puoi andare, cosa puoi fare, in che ore lo puoi fare, quali persone puoi frequentare, in che numero le puoi incontrare e se guardi un po'  troppo la televisione, anche come devi pensare.

Fino a poco più di un anno fa, si poteva incorrere in una sanzione se s'andava in giro col volto coperto, perché giustamente, per la legge italiana ognuno è direttamente responsabile delle sue azioni e per esserlo deve essere riconoscibile.

Ora in giro devi essere mascherato, con la bocca ed il naso ben  coperti, perché  potresti propagare l' insano virus,  ma le mascherine che mettiamo  a contatto con le nostre bocche, come sono state prodotte e conservate prima di arrivare a noi?

Tutte in luoghi sterili, asettici?

Fino a qualche tempo fa, brontolavano i nostri figli perché erano sempre attaccati allo smartphone, tablet, computer e dicevamo " basta esci fuori, vai a fare un giro, se no perdi il contatto con la realtà..."

Ora, la perdita del  contatto con la realtà, è una condizione che è stata imposta loro per legge!

Se poi, pur essendo in salute ti trovi a dover fare il tampone, devi sperare di essere ricco di famiglia, per non aver problemi di lavoro,  essere molto riservato, così non avendo frequentato nessuno, non crei problemi agli altri, vivere da solo, così non scateni la follia del calcolo dei giorni di quarantena!!!!

Esempio  pratico di un nucleo di 4 persone,  tutte in perfetto stato di salute:

Padre positivo, viene isolato in una stanza ad uso esclusivo, uso del bagno in comune (non tutti hanno per forza doppio/ triplo bagno/ piscina con wc) ventilato e disinfettato ad ogni utilizzo.

Parte la quarantena di 10 giorni, smart working per la mamma, DAD per i ragazzi, due portatili, un tablet, 3 smartphone...

Al 11esimo giorno, mamma e figli fanno il tampone.

Ora fra i diritti che in questo tempo ci sono stati tolti, c'è anche quello di consultare per primi un referto che riguarda la nostra persona. Infatti arriva prima la chiamata dell'ASL, che il referto la già visto e ci ha già schedati.

La madre è positiva allora i figli, che già sono ai domiciliari sanitari da 10 giorni, possono rifare il tampone 10 giorni dopo che si è negativizzata la madre che dal giorno della positività, rifarà il tampone dopo altri 10 giorni, nel caso di ulteriore positività dopo altri 7 giorni. Un ' occasione per ripassare la matematica...in tutto i ragazzi stanno in ritiro coercitivo per 30 - 45 giorni...

Ma a questo folle protocollo chi metterà fine!

Ogni anno ci sono più morti certi a causa del fumo diretto ed indiretto e non v'è alcun divieto, anzi tabaccherie sempre aperte e mascherina abbassata concessa...

Nessuno nega la presenza del covid, ma ad  un anno dalla sua nascita, si conoscono le sue prede predilette, curiamo e proteggiamo loro, evitando che tutti gli altri si avvicinino ed oltrepassino il confine della pazzia.

La cura di un male non può produrre più vittime del male stesso, mai come in questo caso la retorica aderisce alla realtà.

Se non avessi avuto più di cinquant'anni, sarei uscita su con un cartellone o avrei bombardato i social, considerando i limiti anagrafici, auspico che siate voi a dar voce alla mia umile analisi critica.

Grazie.

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Commenti 2
  • AbbiDubbi

    Semplici parole di ragionato buon senso e civiltà, in questi tempi di arroganza e odio per il prossimo, sono come una boccata d'aria fresca in questi ambienti ammorbati dal fetore delle trasmissioni TV e della stampa di regime. La RESISTENZA nasce da questi pensieri, pacifici e civili, di chi ancora non si capaciti di come in tanti, in troppi, sembrino accettare l'inaccettabile: che un problema SANITARIO sia gestito SOPPRIMENDO I DIRITTI CIVILI , quando lo scopo stesso dello Stato e del Patto Sociale del vivere civile è proprio quello di GARANTIRE i diritti soprattutto in presenza delle avversità, che siano naturali o artificiali. A questo punto sorge il dubbio: INCAPACI O IN MALAFEDE? Oggi ci dicono solo ABBI PAURA, NON FARE DOMANDE e RESTA A CASA. Davvero non siamo capaci di far meglio?

    rispondi a AbbiDubbi
    mer 7 aprile 2021 10:16
  • Annette Seipp

    Oltre 50 anni non si può portare un cartellone? Forse potrebbe essere considerato un motivo insufficiente per uscire di casa,purtroppo. Per non parlare del dievito di "assembramenti",i quali anche se sono manifestazioni pacifiche e tenuti in pieno rispetto delle regole Covid,adesso vengono "criminalizzati"..ma non perchè hai superato mezzo secolo di vita...Auguri!

    rispondi a Annette Seipp
    mar 6 aprile 2021 12:12