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Cosa succede ai risparmi del Libretto Postale dopo la morte del titolare? La legge sulla successione è chiara: i nipoti subentrano in assenza di altri parenti diretti.
Quando una persona cara scompare, alle difficoltà emotive si aggiungono spesso quelle burocratiche, in particolare per la gestione del patrimonio finanziario. Tra gli strumenti di risparmio più diffusi in Italia, il Libretto Postale rappresenta un elemento centrale nell'eredità. La legge in materia di successione è estremamente precisa nello stabilire chi ha diritto ad accedere e disporre di quei fondi. In questo contesto, una delle domande più frequenti riguarda il ruolo dei nipoti: la legge li considera eredi diretti del saldo del Libretto Postale del defunto?
La risposta risiede nelle disposizioni testamentarie, se esistenti, e nelle norme generali che regolano la successione legittima. Il Libretto Postale, al pari di qualsiasi altro strumento finanziario come un conto corrente o un deposito, confluisce nell'asse ereditario del defunto. Di conseguenza, il trasferimento dei fondi avviene a favore degli eredi legittimi o dei beneficiari indicati in un eventuale testamento. È un processo che richiede un approccio metodico e la presentazione di documentazione specifica presso gli uffici postali.
Libretto postale, alla morte lo ereditano i nipoti?
Il primo passo per gli eredi è quello di comunicare il decesso del titolare del Libretto Postale. Questo avviene presentando, presso la filiale dove era aperto il conto, il certificato di morte del defunto. Successivamente, per dimostrare il diritto alla riscossione dei fondi, è necessario fornire la documentazione che attesti la qualità di erede, come l'atto di notorietà o l'atto di successione (o il testamento, se presente). Solo dopo la verifica della validità di questi documenti, le somme depositate potranno essere trasferite agli aventi diritto.
Ma in che modo entrano in gioco i nipoti? La legge sulla successione prevede che i nipoti (i figli dei figli o dei fratelli/sorelle del defunto) subentrino per "rappresentazione" solo in determinate circostanze, ovvero quando i loro genitori, che sarebbero stati gli eredi diretti, non possono o non vogliono accettare l'eredità (ad esempio, perché sono premorti al titolare del libretto).


Un caso più specifico e chiarificatore è quello del Libretto Postale cointestato. Se il defunto era cointestatario del libretto, la metà del saldo (il 50%) è considerata parte dell'asse ereditario e sarà trasferita agli eredi. È in questa ripartizione che si manifesta la possibilità per i nipoti di ereditare. Ad esempio, nel caso in cui il titolare deceduto non abbia fratelli o sorelle, la parte di eredità che sarebbe spettata a questi ultimi sarà devoluta per stirpe ai rispettivi figli, cioè i nipoti del defunto. È fondamentale per gli eredi essere a conoscenza dei propri diritti e doveri, inclusa la corretta dichiarazione fiscale delle somme ereditate.


