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Ieri Giani a Marradi per la Fabbrica dei Marroni. Ecco cosa ha detto. E il commento del sindaco

E altre prese di posizione in merito alla vicenda dei lavoratori e lavoratrici marradesi: dalla nota dei segretari e segretarie dei circoli del Pd del Mugello a quella di Fratelli d'Italia

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Giani ieri a Marradi Giani ieri a Marradi © Tommaso Triberti
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“Ho testimoniato la solidarietà concreta della Regione Toscana a tutte le lavoratrici e ai lavoratori dell'Ortofrutticola del Mugello, la fabbrica di marron glacé di Marradi, che la proprietà ha annunciato di voler chiudere, per spostare a Bergamo tutta la produzione. Questa è una battaglia simbolo che colpisce al cuore lavoratrici e lavoratori con saperi e competenze di altissimo valore e che dalla mattina alla sera vedono messa in discussione la loro attività. La Regione Toscana sarà sempre al loro fianco. Per il 13 gennaio ho già convocato il tavolo dell'Unità di crisi, con tutte le parti coinvolte compresa anche la proprietà. Esploreremo tutte le ipotesi possibili per fare ripartire lo stabilimento, che rappresenta l’identità della nostra Toscana in un settore, come quello agroalimentare, fondato su prodotti di eccellenza”.

Sono queste le parole pronunciate dal governatore della Toscana, Eugenio Giani, che stamani ha presieduto un consiglio comunale straordinario, convocato dal sindaco di Marradi Tommaso Triberti, davanti ai cancelli dello stabilimento nella zona industriale di Sant'Adriano.

Una seduta straordinaria del consiglio a cui hanno preso parte, nonostante la neve, tutte le lavoratrici e i lavoratori dello stabilimento, le istituzioni locali e i consiglieri comunali di tutte le forze politiche, che all’unanimità hanno approvato l’ordine del giorno sulla salvaguardia dell’Ortofrutticola di Marradi, una fabbrica che, nata nel 1984 su iniziativa dell’allora Comunità Montana del Mugello, è un punto di riferimento per il territorio e perno dell'economia locale.

“E’ incomprensibile, quanto inaccettabile - prosegue Giani - che un settore produttivo come questo, che garantisce un importante equilibrio economico e occupazionale per l’intero territorio, veda la chiusura di uno stabilimento, che la nuova proprietà ha acquistato appena un anno e mezzo fa, nell'agosto del 2020. La Regione - conclude - cercherà di capire se l’impresa vorrà portare avanti questa attività. E se così non fosse, garantirà il massimo impegno per trovare chi vorrà, invece, sviluppare la produzione di uno dei prodotti tipici della nostra Toscana”.

“Questa fabbrica è per noi un importante punto di riferimento. Rappresenta la storia di una comunità produttiva, che va salvaguardata - sottolinea il sindaco Triberti –. Non possiamo permetterci che non ci sia più. La proprietà non si rende conto del valore immenso che questo stabilimento ha non solo per i lavoratori, ma per tutti noi e l’intero paese. Se venisse a Marradi lo capirebbe. Non ci arrenderemo - aggiunge - faremo il massimo per trovare la migliore soluzione possibile e salvaguardare l’identità e l’economia del nostro territorio".

A contattare l’Unità di crisi regionale, spiega Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro e crisi aziendali del presidente Eugenio Giani, sono stati lo stesso sindaco Triberti e i sindacati, che hanno partecipato al tavolo regionale dello scorso 3 gennaio, insieme alle strutture dell’Unità di crisi. 

L’azienda, lo ricordiamo, conta una decina di dipendenti a tempo pieno, a cui vanno sommati i lavoratori stagionali, che, nei momenti di maggior richiesta, fanno oscillare il numero totale dalle 60  alle 100 unità, di cui circa l’80 per cento donne.

IL commento del sindaco di Marradi, Tommaso Triberti:

Finalmente qualcosa si muove.

Sta terminando un week end davvero importante dove, oltre ad eventi culturali di grande spessore e eventi di vicinanza da parte delle tante associazioni, si è avuta la presenza ieri mattina della Viceministra Teresa Bellanova, accompagnata dall’Europarlamentare Nicola Danti e dall’On. Gabriele Toccafondi, e oggi, sotto una fitta nevicata, del Presidente della nostra Regione Eugenio Giani, al Consiglio Comunale straordinario convocato davanti alla fabbrica.

Da loro, oltre alla vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori, la ferma volontà di essere al fianco della nostra comunità per trovare risposte a questa difficile situazione.

E dopo eventi, saluti, pranzi, presentazioni, firme e donazioni…finalmente qualcosa si muove.

Ieri pomeriggio infatti, per la prima volta, la proprietà di Italcanditi ci ha contattati e ha annunciato che si presenterà giovedì prossimo, 13 gennaio, al tavolo regionale di crisi “per la ricerca di soluzioni”.

Una notizia che apre qualche speranza ma che in sé non significa ancora nulla di concreto. Vedremo.

Di certo, come detto in ogni occasione, non indietreggeremo e metteremo il massimo impegno nella ricerca di una soluzione reale, che non lasci indietro nessuno e nessuna, assieme alle parti sociali e alle istituzioni che sono al nostro fianco.

Proseguiamo quindi con ferma determinazione, accanto alle lavoratrici e ai lavoratori, per difendere le nostre radici e il nostro futuro e ribadiamo l’invito alla proprietà di Italcanditi, Goffi, e di Investindustrial, Andrea Bonomi, a venire a conoscere il nostro territorio e le persone che ci lavorano e lo vivono. Perchè l’Ortofrutticola del Mugello è il nostro territorio e non permetteremo che venga chiusa.

Ci vediamo sempre lì, al presidio davanti alla fabbrica, per continuare a condividere questa battaglia di una intera comunità.

Poi, dai giorni scorsi, la posizione dei segretari dei circoli Pd del Mugello:

La notizia arrivata da Marradi rischia di finire in secondo piano, visto il periodo critico. Al contrario, l’attenzione deve rimanere massima e interessare tutto il territorio, le istituzioni e gli enti competenti a livello locale e nazionale.

L’Ortofrutticola del Mugello, la “fabbrica dei marroni”, nata nel 1984 su iniziativa dell’allora Comunità Montana Mugello e diventata negli anni uno stabilimento fondamentale per il tessuto economico e sociale di Marradi, non deve chiudere. Sono coinvolte le famiglie di 80 dipendenti tra indeterminati e stagionali. Sono a rischio 80 posti di lavoro in un comune di quasi 3000 abitanti. Il rischio è quello di una seria ricaduta su tutto il paese.

E il 90% degli 80 posti di lavoro appartiene a donne. Questo va a interessare nuovamente una tra le categorie più colpite lavorativamente anche dall’emergenza sanitaria in atto. Viviamo in un periodo storico in cui le battaglie per la parità di genere vedono quello del lavoro uno dei temi più insidiosi.

Come segretari del Partito Democratico dei circoli del Mugello saremo anche noi a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori, dell’amministrazione e della comunità di Marradi e delle altre forze politiche.

Ed esprimiamo grande preoccupazione per la tendenza alla delocalizzazione immotivata e improvvisa, che in questo caso rischia di impoverire gravemente l’intera comunità di Marradi e del Mugello. Non vogliamo che si apra un grave precedente, perché la vicenda di Marradi lancia un allarme: lascia pensare che sia possibile depauperare zone che fondano la propria economia, cultura e tradizione sui prodotti tipici che le caratterizzano.

E questa battaglia va oltre i confini delle montagne, e può arrivare ovunque. Non possiamo accettare che un prodotto tipico venga portato via dal suo territorio.

Dobbiamo lavorare tutti insieme per garantire un futuro alla fabbrica e ai lavoratori coinvolti. Allo stesso tempo serve un importante ed urgente intervento da parte del Governo e del Parlamento per impedire nel presente e nel futuro che casi analoghi si possano presentare.

Serve una normativa a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici, serve evitare che si presenti l’emergenza, non basta adoperarsi una volta avvenuta.

Le segretarie e i segretari del Partito Democratico dei circoli del Mugello, ossia:

Giorgia Baluganti (PD di Borgo San Lorenzo)
Tommaso Previdi (PD di Marradi)
Marta Cappelli (PD di Scarperia e San piero)
Francesco Tagliaferri (PD di Vicchio)
Chiara Minozzi (PD di Dicomano)
Serena Romagnoli (PD di Barberino del Mugello)

In merito alla vicenda di Marradi anche la posizione di Fratelli d'Italia

La vicenda della Ortofrutticola Mugello continua doverosamente a tenere banco in maniera quotidiana, col presidio permanente dei lavoratori dell'azienda, (purtroppo anche accompagnato dalla neve) ai quali va la nostra piena solidarietà.
La neceissità di difendere ad ogni costo i posti di lavoro, ed al tempo stesso il territorio mugellano, che non può perdere un riferimento economico così importante, deve anche legarsi a riflessioni di carattere generale. La chiusura dello stabilimento sarebbe una ferita per l’intero sistema produttivo toscano e per le sue peculiarità e farebbe perdere competenze accumulate negli anni e legate ad uno dei nostri prodotti tipici migliori.
Ma questa vicenda, che non è la prima e rischia purtroppo di non essere l'ultima, è strettamente connessa ad una profonda crisi infrastrutturale che riguarda l'intero territorio mugellano, sempre più marginalizzato e sempre meno lontano da condizioni favorevoli ad uno sviluppo economico.
Sono decenni che si parla di quella che è la necessità di un potenziamento delle infrastrutture nel territorio. Ma finora, al di là di tanti discorsi e promesse, niente è stato fatto in concreto; questo è un dato innegabile ed ha precise responsabilità di una parte politica..
Affinchè venga rimessa al  centro la responsabilità sociale delle imprese, queste devono essere messe nelle condizioni di investire in un ambiente favorevole. Perchè la montagna è un luogo bello e salubre dove vivere, ma occorre anche renderlo dignitoso ed appetibile da un punto di vista economico.
Le istituzioni giustamente e doverosamente si stanno dando da fare, tutte. per evitare la chiusura dello stabilimento marradese ed il suo trasferimento.
Ma devono anche sviluppare progetti, possibilmente assieme alle associazioni di categoria, per potenziare finalmente le infrastrutture presenti sul territorio.
A tal fine registriamo con favore la disponibilità di Aldo Cursano, Presidente di Confcommercio Toscana,  che ha offerto la collaborazione per elaborare progetti in tal senso.
Auspichiamo quindi che questa proposta venga raccolta dalle istituzioni, affinchè si realizzino progetti di potenziamento ingrastrutturale in Mugello.
Perchè il Mugello ha bisogno di uscire dalla sua marginalità territoriale. E la via maestra per uscirne è solo il potenziamento delle infrastrutture.

Caterina Coralli, Presidente Circolo Fratelli d'Italia Mugello
Giampaolo Giannelli, responsabile provinciale trasporti Fratelli d'Italia Firenze.

Poi la nota del Consigliere Metropolitano Paolo Gandola:

“La delocalizzazione proposta da Italcanditi rappresenta il colpo mortale, in una situazione già difficile, per la nostra città, ma un amministratore ha il dovere morale, verso la propria comunità, di non rassegnarsi e mettere in campo tutto quanto è possibile, anche quello che non è mai stato provato, per non vedere il paese di Marradi diventare un paese dormitorio, o peggio, un paese fantasma. È  tempo di agire, di costruire, di rovesciare un destino che oggi sembra segnato ma che forse, dico solo forse, può essere modificato con una reazione immediata”. 

Si è espressa così Raffaella Ridolfi, capogruppo di Siamo Marradi, intervenuta stamani durante il consiglio comunale convocato davanti allo stabilimento di Italcanditi a Marradi. Alla seduta erano presenti in prima fila anche Paolo Gandola, consigliere metropolitano di Forza Italia - centrodestra per il cambiamento e Rodolfo Ridolfi, capogruppo di Forza Italia all’Unione dei Comuni.

“Alla legittima scelta della proprietà, parlando in termini giuridici,  ha continuato Ridolfi, si contrappone una illegittima mortificazione ed il danneggiamento di una comunità, la nostra comunità.  Durante quest’anno la proprietà dello stabilimento non ha mai interloquito direttamente con l’amministrazione comunale, dimostrando di appartenere ad una categoria di predoni economici. Non avendo mai interloquito con le istituzioni, non possiamo avallare nessuna scusa o giustificazione di  siffatta scelta riguardanti problemi strutturali del capannone. 

Abbiamo però la necessità di iniziare a seminare per il futuro, ha ammonito Ridolfi, abbiamo bisogno di grande competenza e concretezza, passando dalla propaganda all’azione sapendo che siamo già in ritardo. Siamo chiamati tutti a mettere in campo azioni per uscire da questo pantano. È per noi necessario riaprire un dibattito sul marketing territoriale, sulla valorizzazione del marrone di Marradi, abbandonando logiche di appartenenza della filiera poltiica”. 

Da qui le proposte rese note dalla capogruppo: convocare il consiglio comunale in seduta straordinaria davanti alla fabbrica di Italcanditi e anche davanti alla sede del comune di Bergamo, per garantire maggiore visibilità mediatica e chiedere alla Regione, alla città metropolitana, nonché all’Unione dei Comuni, di svolgere una seduta del loro consiglio nel territorio Marradese per  discutere della crisi dell’ortofrutticola del Mugello e come questa vicenda sia la cartina di tornasole di una fragilità territoriale e di sistema regionale che deve essere messa tra le priorità di tutti gli ambiti istituzionali. 

“Sul punto, ha assicurato Gandola, mi farò immediatamente portavoce in Città metropolitana chiedendo che una prossima seduta del Consiglio si tenga a Marradi. Certo, ha aggiunto, oggi si è sentita la mancanza della Metrocittà durante la seduta del Consiglio Comunale, dove è intervenuto unicamente il presidente della Regione. Da parte del nostro ente serve, dunque, uno sforzo maggiore, non solo oggi, durante la contingenza, per consentire un positivo sbocco della vertenza, ma anche per il futuro, verso tutta la vallata dell’alto Mugello, verso cui abbiamo il dovere di garantire maggiori servizi a partire, ad esempio, da una più adeguata tutela del territorio, delle sue infrastrutture e della sua viabilità”. 

“Per parte nostra, hanno concluso Ridolfi e Gandola, è urgente dare mandato per trovare nuovi soggetti imprenditoriali pronti a rilevare il sito di Marradi ma anche per selezionare e rendere spendibili sul mercato nuove produzioni agroalimentari legate al nostro territorio. La città di Marradi è già scesa sotto i 3mila abitanti ed ora è necessaria un’immediata inversione di tendenza per garantire sviluppo e benessere a tutta la comunità”.  

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