Fabrizio Bandini © Core Onlus Mugello
Si è svolto con successo il 6 maggio scorso presso lo Spazio Brizzolari di San Piero a Sieve l’incontro “E io ti accompagnerò”, promosso da CORE (Cura Organizzazione Ricerca Etica) con il patrocinio di CGIL SPI Borgo San Lorenzo - Vaglia - Vicchio e UNICOOP FIRENZE Sezione Soci Borgo San Lorenzo. L’evento ha rappresentato un'importante occasione di riflessione sul valore della relazione umana e professionale nel percorso della malattia, fino al termine della vita.
La serata si è aperta con la pièce teatrale Sa femina Agabbadora, a cura del gruppo La Caldana, che ha offerto spunti profondi sul ruolo della mediazione nella sofferenza. Hanno partecipato alla discussione esperti di rilievo: il dr. Alfredo Zuppiroli, il dr. Andrea Vannucci, don Maurizio Pieri, oltre alla dr.ssa Silvia Blaszczyk, che ha illustrato le iniziative dell’Azienda Sanitaria Toscana Centro per promuovere le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e la Pianificazione Condivisa delle Cure (PCC).
I relatori hanno sottolineato l’importanza di una cura che va oltre l’atto medico, abbracciando l’ascolto, l’empatia e il rispetto dei valori della persona. Le cure palliative sono state presentate non come medicina della morte, ma come cura della vita fino all’ultimo, in un’ottica di accompagnamento e non di abbandono. La legge 219/2017, relativa al consenso informato e al testamento biologico, è stata indicata come uno strumento fondamentale per strutturare relazioni sanitarie trasparenti e rispettose della volontà del paziente.
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L’incontro ha visto anche l’intervento di rappresentanti accademici come le prof.sse Linda Vignozzi e Donatella Lippi dell’Università di Firenze, che hanno descritto il contributo formativo dell’ateneo nel sensibilizzare i futuri medici al tema della cronicità e della leniterapia. Anche il dr. Roberto Comi e la dr.ssa Maria Ciliberti hanno condiviso esperienze personali e professionali, arricchendo ulteriormente il dibattito.
CORE prosegue il proprio impegno nell’umanizzazione delle cure, promuovendo la fiducia e l’affidamento come cardini della relazione terapeutica. Un impegno che guarda alla qualità della vita e della morte con la stessa attenzione e rispetto.


