OK!Mugello

Fotovoltaico e paesaggio. Il parere dell’Ordine degli Ingegneri per coniugare tutela del paesaggio e necessità energetiche

Chiedono: “Sugli impianti fotovoltaici servono indicazioni chiare per i cittadini da parte delle istituzioni“

Abbonati subito
  • 260
Fotovoltaico Fotovoltaico © N.c.
Font +:
Stampa Commenta

 “Sugli impianti fotovoltaici servono indicazioni chiare per i cittadini da parte delle istituzioni, altrimenti si rischia di disincentivare qualsiasi intervento”. A dirlo sono Giancarlo Fianchisti e Stefano Corsi, rispettivamente presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze e coordinatore della Commissione Ambiente ed Energia, alla luce degli incontri del sindaco Nardella e delle dichiarazioni della neo Soprintendente ai beni archeologici e paesaggistici Ranaldi.

“La progettazione di un impianto fotovoltaico, soprattutto sull’esistente - dice Corsi - è già abbastanza vincolata di suo: tutti i principali parametri sono influenzati dalle caratteristiche dell’edificio. Inoltre l’impianto fotovoltaico produce un bene, l’energia elettrica, che può essere prodotto altrove: se il costo aumenta non conviene più farlo. Non si può pensare che il tema della compatibilità paesaggistica si risolva chiedendo ai tecnici di progettare impianti ‘belli’ o ‘ben inseriti’. La tutela dei punti panoramici si attua non tanto a livello di singolo intervento ma nel loro complesso. La tutela del paesaggio può e deve conciliarsi con le attuali necessità energetiche ”. 
“La maggior parte degli interventi a Firenze - spiega Corsi - sarebbero di piccola dimensione soprattutto se rapportati alle distanze dai punti panoramici. L’impatto di un impianto fotovoltaico sul tetto di un condominio in periferia da Piazzale Michelangelo o da Fiesole è trascurabile, ma l’impatto di una striscia di impianti fotovoltaici su tutti gli edifici di una strada verso un punto di vista panoramico potrebbe essere alto. Tali valutazioni dovrebbero attenere alla governance e non al singolo progetto: insomma servono regole a monte”.

La transizione energetica deve essere gestita senza depauperare, nella frenesia del momento, risorse ambientali, culturali e paesaggistiche fondamentali – concludono Fianchisti e Corsi -. L’impegno del sindaco Nardella nell’agevolare il riuso di aree produttive e degradate è condivisibile e auspicabile, ma viste tutte le criticità e i limiti evidenziati si rischia che, a causa del vincolo paesaggistico, si operi solo in queste aree. Anche perché la realizzazione di impianti di energia limitata ad aree abbandonate consente di produrre energia solo a chi queste aree le detiene. Bisogna incentivare comunità energetiche, con criteri di equità sociale, altrimenti c’è il rischio di creare un ulteriore divario nella popolazione per l’accesso all’energia”.


 

Lascia un commento
stai rispondendo a