Strage di Bologna © Istituto Sapere
Lo scorso 2 agosto, con l’appuntamento a Ragusa sulla strage di Bologna di cui è ricorso il 45° anniversario, si è aperto, negli scenari operativi del «Laboratorio degli Annali di storia» fondato e retto dallo storico Carlo Ruta, il progetto di un «Forum sulle stragi in Italia», che si snoderà negli anni a venire in due sessioni semestrali. L’idea di fondo dello studioso, che ha meditato a lungo sul proposito, «è quella di ricomporre su basi consolidate e in maniera coesa la storia delle stragi, ancora oggi mutilata e mancante di tasselli importanti».
E così egli ne riassume i caratteri: «Saranno momenti di studio intenso, aperti, in cui, seguendo dei fili conduttori, si confronteranno di volta in volta esperti, ricercatori, magistrati inquirenti, protagonisti a vario titolo e testimoni, con l’obiettivo di sostenere appunto su basi sufficientemente sicure, sia metodologiche sia documentali, il lavoro di conoscenza dei fatti, ancora oggi oppresso da depistaggi, chiusure e alterazioni di ogni tipo. Si intende disporre in sostanza di uno strumento nuovo e mirato, di spessore scientifico oltre che civile e testimoniale, per cercare di impedire che molte pagine oscure e in penombra della storia dell’Italia contemporanea rifluiscano nel buio perenne».
«Oggi – osserva ancora il professor Ruta – questo percorso è reso percorribile e trova appigli solidi nei brandelli di fatti che man mano sono andati affiorando: tanto più dopo le ultime sentenze di Cassazione, che hanno sancito, nel merito della strage di Bologna, la condanna definitiva del neofascista Paolo Bellini, e documentato il coinvolgimento di alti esponenti dello Stato nell’ideazione e nella realizzazione dell’attentato, che causò 85 morti e circa 200 feriti. Occorre coinvolgere quindi nel progetto – continua lo studioso – «settori della ricerca storico-sociologica, antropologica e psicologica, centri di studio e istituti universitari, come quelli con cui ho stabilito già da anni, per l’esplorazione di altri versanti della storia, una proficua collaborazione didattica e scientifica».
L’esordio si è avuto appunto lo scorso 2 agosto, presso la sede ragusana del Laboratorio degli Annali di storia, dove il professor Carlo Ruta e il senatore Giuseppe Lumia, che a lungo ha presieduto la Commissione Parlamentare Antimafia, hanno animato una discussione incalzante, oltre lo schema solo memoriale. Introdotti dall’attivista civile dottor Gianluca Floridia, di due relatori hanno spiegato infatti, da angolazioni diverse ma coerenti, quella storica e quella dell’inchiesta istituzionale, le situazioni in cui maturò la strage, che fu fascista ma fu anche, e soprattutto, una trama complessa di Stato, che vide coinvolti esponenti istituzionali ai livelli più elevati.
Il professor Ruta ha parlato di quella strage come ‘madre’ di tutte le altre in Italia in quella fase, non solo per l’enorme numero di morti e feriti, ma perché «in grado di fornire il bandolo della matassa e la chiave interpretativa di una vicenda politico-criminale che lungo il decennio settanta saldò lo stragismo neofascista a interessi di Stato, con esiti nefandi. È – continua lo studioso – la storia ininterrotta delle falsificazioni e dei depistaggi, che, coperti a lungo dal crisma dell’ufficialità, in una certa misura sono venuti alla luce, fornendo una documentazione sempre più decodificabile di quella saldatura». In sintonia con lo storico, il senatore Lumia, focalizzando una molteplicità di contesti indagati dalla Commissione Parlamentare da lui diretta e da altri organismi, ha messo in guardia quindi dal parlare riduttivamente di Servizi ‘deviati’, di logge ‘eversive’ e di ambienti consimili, perché, spiega il parlamentare «altra e ben più agghiacciante è la realtà che, malgrado i depistaggi, emerge dal lavoro pluridecennale delle procure, dagli organi investigativi e, in maniera sempre più plastica, dalle inchieste e dalle sentenze più recenti sulla strage di Bologna, che chiamano in causa appunto responsabili di uffici delicatissimi, posizionati nei centri strategici dello Stato».
In ultimo, dopo l’esortazione del senatore Lumia all’impegno e alla partecipazione democratica perché si faccia giustizia piena per tutte le stragi, il professor Ruta ha annunciato il 2° Forum, che il 12 dicembre 2025 sarà dedicato alla strage di Piazza Fontana di Milano avvenuta il 12 dicembre di 56 anni fa, su cui fino ad oggi l’indagine giudiziaria e la conoscenza storica, a causa appunto degli innumerevoli interventi di depistaggio e altro, hanno stentato a progredire.
Il primo Forum sulle stragi in Italia, che ha visto la partecipazione di magistrati, dirigenti della Polizia di Stato e cittadini, è riuscito a fornire in definitiva le coordinate di un cammino che, come spiega lo storico del Laboratorio, «intende raccogliere l’aspirazione della società civile più sensibile ad uno scatto di dignità della Repubblica, civile e morale, al cospetto di altri paesi, di cui non pochi sudamericani, che già da decenni, con una determinazione politica e istituzionale del tutto differente, attraverso processi e condanne esemplari riescono a fare i conti con il loro passato più oscuro».
Articolo a cura di Giovanna Corradini


