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L'approfondimento: abrogazione del doppio vincolo forestale. Non fatevi ingannare dal falso ambientalismo

Un approfondimento doveroso dopo le fake news che girano sull'argomento e che mirano a stimolare l'ambientalismo di facciata.

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Bosco Bosco © Pixabay
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"Una scelta equilibrata per i boschi italiani l'abrogazione del doppio vincolo ambientale".
E' netta la posizione di chi coi boschi ci lavora, tutti i giorni. Sono le parole di Stefano Berti Presidente dell''associazione Foresta Modello delle Montagne Fiorentine a cui mi sono rivolta per avere "lumi" tecnici al di là delle polemiche politiche scaturite dopo l'abrogazione del doppio vincolo forestale.

Qualcuno ha gridato allo scandalo e allo scempio  in nome di un ambientalismo di facciata e partitico che danneggia molto l'ambientalismo vero.

"E' un argomento focale per i boschi, ma purtroppo ci sono molte cose di questo decreto che vengono travisate per visioni politiche. In realtà questo emendamento facilita le cose." prosegue Berti.
"Ho sentito addirittura di petizioni avviate ma molti non sanno che tutti i boschi italiani sono già protetti e lo sono addirittura da una legge del 1923 che è quella del vincolo forestale-idrogeologico fondamentale per la tutela non solo dei boschi ma anche nostra come hanno insegnato i fatti dello scorso maggio.
Nel corso degli anni a questo vincolo si è sommato un altro: quello paesaggistico. Ciò ha creato negli anni con il doppio vincolo un grosso problema per la selvicoltura, rallentando di fatto tutte le procedure autorizzative degli interventi necessari in bosco."

"Oggi - prosegue il Presidente dell''associazione Foresta Modello delle Montagne Fiorentine - "è facile fare slogan sulle foreste e sui boschi, ma questi si scontrano però con la realtà di una materia tecnica peraltro molto complessa.
Ricordo banalmente che il paesaggio è totalmente costruito dall'uomo. Pensate al celebrato paesaggio toscano: se non c'era lui a piantare ulive e cipressi non sarebbe esistito e al posto suo ci sarebbe stata solo una selva."

Non basta quindi dichiararsi ambientalista per essere trend; ovvero se l'unico scopo del dichiararsi ambientalista è piacere questa è la scorciatoia migliore, ma irta di trappole.
L'ambientalismo presuppone studio, conoscenza tecniche complesse e talvolta scelte anche difficili. Ambientalismo non è scendere in piazza il venerdì per imitare una incazzosa ragazzina svedese per poi spengere beatamente la sigaretta in terra e gettarla in un tombino ad esempio...E' altro ed è per questo che noi doverosamente affrontiamo i temi con chi tecnicamente li conosce.

Torniamo al tema e alle parole di Berti "Il Decreto “Asset”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 9 Ottobre 2023, Serie Generale, quindi nella parte in cui integra l’Art. 149 del “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” è stato da alcuni erroneamente considerato apripista per un taglio indiscriminato del bosco.
Al contrario il Decreto continua a garantire l’assoluta tutela di tutti i boschi italiani, lasciando inalterati i Vincoli che da sempre li proteggono, come quello Idrogeologico Forestale ed eventualmente quelli Ambientali (se il bosco si trova anche all’interno di qualsiasi tipo di Parco e/o Area Protetta).


Con il Decreto “Asset”, infatti, non è stato in alcun modo abrogato alcun vincolo paesaggistico, sia per legge (Art. 142 del “Codice”), sia per decreto (Art. 136 del medesimo), che invece rimangono saldamente in vigore.
È stata solo estesa l’applicazione dell’Art. 149 non solo ai boschi vincolati paesaggisticamente per legge (Art. 142), ma anche a quelli vincolati per decreto (Art. 136), di fatto rimediando ad una stortura normativa che prevedeva un “doppio vincolo paesaggistico” con conseguente maggiore burocrazia ma senza alcuna ulteriore tutela dei boschi.
Non solo. Il combinato disposto tra gli Artt. 136, 142 e soprattutto 149 e 181 del “Codice”, dispone che, in fase di taglio colturale di qualunque bosco, se non ci si attiene alle puntigliose prescrizioni dei vincoli sopra citati scatta automaticamente il procedimento penale ai sensi dell’Art. 181, comma 1."
conclude Berti.

Ricordiamo che l'associazione Foresta Modello delle Montagne Fiorentine (prima del genere e per molti anni unica in Italia) ha da sempre l'obiettivo di massimizzare le funzioni del bosco (economica/ecologica/sociale) impegnandosi in progetti per la valorizzazione dei servizi ecosistemici nella convinzione che molti di questi non possano prescindere da una gestione forestale sostenibile.
Alla base di questo approccio ci sono la pianificazione e la realizzazione di tagli colturali, cioè tagli boschivi eseguiti in modo che il bosco rimanga tale anche e soprattutto dopo il taglio, sfruttando le sue capacità naturali di rigenerazione spontanea.

Anche per questo, la “Foresta Modello delle Montagne Fiorentine” è riconosciuta in numerosi ambienti, istituzionali e privati, come realtà virtuosa di convivenza con il bosco, e del suo rispetto, dove tutti i suoi fruitori trovano spazio e parità di partecipazione: dai proprietari agli appassionati di mountain bike, dalle ditte boschive di taglio agli appassionati di trekking, dai cercatori di funghi alle associazioni di educazione ambientale, ecc., Non solo nella sua sede di Rincine (Londa, Firenze) si trova l'unica scuola di formazione forestale dell'Appennino.
 

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