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Eolico in Mugello metterà a rischio anche le "lucine dicomani". Una lettera di Tommaso Capasso

Un'accorata lettera del nostro lettore in cui illustra ulteriori motivi per essere contrari all'impianto eolico Giogo Villore

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Le balze di Dicomano Le balze di Dicomano © GMap
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II 23 aprile scorso 2023, in piazza della repubblica a Dicomano, c’è stata una festa. Dalle 10 del mattino alle 15. Con musica, teatro e interventi di vari oratori. È stata come un’insurrezione pacifica, dove si sono affermati idee e princìpi per il rispetto della dignità dei luoghi, delle persone che vi abitano e di tutti gli esseri viventi. Si faceva il punto sul progetto industriale eolico che minaccia di levare anima e identità al crinale di Villore-Corella in Mugello.

Levare anima e identità, degradare a zona industriale, omologare. Omologare un luogo ma anche noi che lo abitiamo e lo amiamo. E non solo noi. Anche coloro che non ne hanno coscienza o pensano che la cosa non li riguardi. Perché bisogna capire che il mondo naturale è parte di noi. Alberi, fiumi, torrenti, suolo, animali. Noi, nella nostra essenza più profonda, di questo siamo fatti. La nostra fisicità, la nostra mente, il nostro spirito, condivide con la natura un dato comune originario.
Pensare che quel luogo, quel crinale, sopravvissuto intatto fino ad ora da milioni di anni, debba, proprio ora, essere perforato, inquinato nelle sue fonti e corsi d’acqua, violato nella vegetazione e nella fauna, ci rende tristi e del tutto incapaci a farcene una ragione. 

La festa del 23 aprile è stato un momento intenso, uno di quei momenti che arricchise la vita. Dopo, volenti o nolenti, qualcosa è cambiato: hanno avuto luogo nuove integrazioni tra le persone e le loro idee, e contro le idee dominanti. Perché noi lottiamo contro le idee del dominio e le pratiche che ne derivano, non contro le persone. 

Vogliamo agire e pensare con la nostra testa e non abbandonare mai la capacità critica che ci permette di chiamare le cose con il loro nome e dire, per esempio, che la relazione del Settore Tutela Mare Natura della Regione Toscana sul progetto industriale eolico del Giogo di Villore, che lo ha avviato verso l’approvazione, è davvero ipocrita, perché da un lato rileva tutte le sue abissali carenze progetto e dall’altro lo autorizza!

A questo andazzo di cose noi ci opponiamo e dobbiamo resistere, dobbiamo opporre resistenza. Invece oggi va di moda la parola contraria: resilienza, che significa adattarsi sempre, e adattarsi al peggio. Ci vogliono resilienti, cioè pieghevoli e genuflessi alle regole dettate dal mostruso potere politico-finanziario, promotore di leggi  che promuovono il consumo sconsiderato, la diseguaglianza crescente, la cementificazione selvaggia, la cancellazione dei diritti fondamentali, dei diritti sindacali e del lavoro. 

(Per la diseguaglianza crescente voglio citare un solo, scandaloso esempio: all’aministratore delegato di PSA, la società francese che ha incamerato l’ex FIAT, è stato riconosciuto un compenso di 23,5 MILIONI DI EURO, e qui, in Occidente, in Europa, continente che si dice cristiano! A fronte della “libertà” di comprare lavoro, tempo e vita di grandi masse di poveri. Ma qui ci dobbiamo fermare con questo discorso, ci porterebbe troppo lontano).   

La parola resilienza racchiude in sé il terrore del cambiamento, mentre la parola resistenza indica opporsi a qualcosa che ci opprime per combatterlo e trasformarlo. La resistenza recupera il desiderio. Resistiamo a questo modello di vita perché vogliamo cambiarlo, perché abbiamo un desiderio di costruire qualcosa di diverso, perché non vogliamo quello che ci propongono o ci impongono, ma altro.

Si resiste per cambiare.
Da resilienti invece accettiamo tutto, ci adattiamo a tutto. Il potere ci vuole resilienti. “È per il vostro bene”. “È per il bene di tutti”. 
Non è vero! Non è per il mio bene, non è per il bene di tutti. È solo e soltanto per il VOSTRO bene!
Ma non chiudiamoci. Noi siamo un vasto cielo, andiamo alla sua scoperta!, e non lasciamoci condizionare da come ci vuole il potere, da come ci manipola, alla stregua di oggetti dei suoi esperimenti repressivi.
Hanno vietato i rave, dicono, per motivi di ordine pubblico. Ma esportano armi in tutto il mondo per fare guerre. Forse che le guerre costituiscono un pericolo minore per l’ordine pubblico dei rave, che sono ballo, musica e convivialità?

Il capitalismo oggi opera secondo il principio di distruzione, ha il solo e unico scopo immediato di estrarre danaro da tutto e impadronirsi di risorse comunitarie. Come, tra l’altro, sta vergognosamente accadendo in Italia anche per spiagge e litorali, occupati in alcune regioni fino al 70% da stabilimenti balneari privati e carissimi, in cambio di concessioni dal costo irrisorio.

Più di cinquanta conflitti imperversano oggi nel mondo. Si costruiscono e si esportano armi a un ritmo folle, al di fuori di ogni logica umana. Gli Stati Uniti esortano gli Stati aderenti alla Nato ad adeguare la loro spesa militare al 2% del PIL. Cifre che basterebbero ad eliminare la fame nel mondo per i secoli a venire. È un pericoloso e cinico gioco al massacro. 

L’ energia che vorrebbero produrre sul Giogo di Villore, e che ancora non si sa realmente quanto sia e non lo si saprà mai, perché troppe sono le variabili incontrollabili e troppi i dati secretati, cosa andrebbe ad alimentare, anche fabbriche di armi? Certo! E la chiamano energia pulita! Invece è sporca, sporchissima, e per almeno tre motivi: 

PRIMO, perché dove vengono estratte le materie prime per il suo funzionamento si fa terra bruciata di ambienti e persone. Non a caso l’estrattivismo di terre rare e litio è stato classificato come la seconda attività più inquinante del Pianeta dopo il fossile (fonte: report del the Blacksmith Institute, associazione ambientalista statunitense che  monìtora i luoghi più inquinati del Pianeta).

SECONDO, gli impianti installati sui crinali prevedono disboscamenti selvaggi, alla faccia dell’assorbimento naturale di CO2;  mettono a rischio di frane chilometri di strade;  inquinano corsi d’acqua ancora incontaminati;  ammazzano specie protette e rare: rapaci, anfibi  crostacei; interrompono corridoi ecologici vitali per la fauna… 

TERZO  l’energia così prodotta continua il giro di morte andando ad alimentare fabbriche di armi. 

Nel solo 2022 sono state prodotte, nel mondo, ma soprattutto negli USA, armi per 2240 miliardi di dollari (fonte: SIPRI, istituto specializzato di Stoccolma).

Ma a cosa servono tante armi all’umanità? Semplice: ad ammazzarsi reciprocamente. Ci rendiamo conto della follia, del crimine? Ma non facciamo parte, tutti, della stessa specie umana? E non siamo parte, tutti, dell’unico, piccolo, precario e maltrattato Pianeta che ci ospita? Dunque, a cosa servono? Anche qui, qualcuno si arricchisce. Anche qui, muoiono, a decine di migliaia, solo i poveri cristi. Si è mai visto un industriale delle armi andare in guerra? O un politico che le decide, le guerre, andarci a morire?
Naturalmente la produzione e l’uso di questa massa pazzesca di armi comporta devastazione dell’ambiente a tutti i livelli: atmosfera, suolo e sottosuolo, e un aumento inimmaginabile di CO2.

MA PER FORTUNA CHE C’È L’INDUSTRIA EOLICA SUI CRINALI: NEI SITI DI INTERESSE COMUNITARIO, ACCANTO AI PARCHI NAZIONALI E OVUNQUE SI PUÒ, CHE RIPORTA IN PARI I VALORI DI CO2!!!... 

È un gioco al massacro. Ovunque ci si gira si scorge solo distruzione e sete di denaro che la alimenta.

Quando ancora non c’erano ditte che volevano costruire impianti eolici sui crinali, il Mugello già esisteva. Esisteva ed era un grande mare, dove si originarono le “lucine”: bivalve che ora punteggiano in alcuni punti il suo territorio. Costituivano delle vere barriere di molluschi che prosperavano nei fondali senza luce solare. Due milioni di anni fa, il Mugello, continuando la sua evoluzione, si trasformò un bacino lacustre, fino a svuotarsi del tutto in seguito, e le “lucine” emersero in superficie (fonti: Guido Sanesi, Geologia e morfologia dell’ antico bacino lacustre del Mugello; Paolo Bassani, Il Filo, luglio 2021).   

Ed emersero, in particolare, nelle cosiddette “balze di Vicchio”, (formazione marnoso-arenacea), prospicienti la strada provinciale 551, le cui curve in alcuni punti dovrebbero essere tagliate per permettere il transito ai mezzi pesanti dell’eolico, con asportazione e dispersione, si suppone, di centinaia di “lucine” (o più propriamente “lucine dicomani”). Secondo una testimonianza orale ben documentata, se ne trovano anche in zona Corella, altro luogo-capro espiatorio dell’infelice sistema socio-economico che domina le nostre vite.

Quando si formarono le lucine, 15 milioni di anni fa, le aziende che volevano impiantere gli aerogeneratori sui crinali, ancora non prosperavano. Però pensate, 15 milioni di anni per creare le “lucine”, un attimo per spazzarle via!

È vero, oggigiorno il tempo va veloce. 

E chissà, forse va così veloce che suo malgrado ci darà una mano a salvare i crinali. Infatti si parla sempre da più parti di tecnologia eolica già obsoleta e dai costi, economici e ambientali, insostenibili.

Ma noi fidiamo anche su scienza e coscienza dei Tribunali che si devono ancora pronunciare…

Non lo sappiamo. Qualcosa di imprevisto potrebbe accadere. E allora le “lucine” tirerebbero un sospiro di sollievo, insieme a noi che stiamo totalmente e partigianamente dalla loro parte.

Ma ora purtoppo dobbiamo uscir fuori dalla dimensione poetica. Ci sono troppe insidie e minacce nella realtà, troppa ingordigia e asservimento, che travolgono il corso amorevole delle cose.

E ALLORA: ma il Settore Tutela Mare Natura, la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, non hanno nulla da obiettare all’eventuale rimozione e dispersione di un patrimonio fossile-archeologico? Non ritengono che forse sarebbe il caso di operare le dovute preventive indagini per evitare la perdita di reperti antichissimi, segno storico distintivo del nostro territorio?

Infine un’altra osservazione va assolutamente fatta. Nelle misure precauzionali indicate dal Settore Tutela, è richiesto il monitoraggio degli anfibi presenti nei fossi Campaccio, Solstretto e Vinco, in una fase ante operam. Dal momento che si attendeva l’inizio dei lavori nella primavera del ’23, questo monitoraggio dovrebbe già essere stato effettuato. Dunque, è opportuno e doveroso che i risultati siano resi noti. Per far partecipi tutti dei meravigliosi segreti di vita che i nostri crinali ospitano e preservano. Non si sa ancora per quanto.

Per tutto questo, restiamo vigili e attenti.

Tommaso Capasso

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Commenti 2
  • Gabriele I.

    Concordo che le pale eoliche siano brutte a vedersi e che abbiano un certo impatto ambientale, ma se vogliamo passare alle energie rinnovabili senza cambiamenti radicali di economia e stile di vita, di impianti come quello del Giogo ne servirebbero moltissimi, ovunque ci sia un po' di vento. Possiamo ampliare un po' l'idroelettrico e il geotermico, nonché l'uso di biomasse, ma i margini sono abbastanza limitati. Il nucleare in Italia non è ben visto, ha tempi lunghi e non è esente da problemi. Resta l'energia solare, ma di notte o con maltempo prolungato che si fa? La capacità di immagazzinare energia è purtroppo limitata. Inoltre, servono terre rare anche per pannelli e batterie. L'ultima possibilità è quella di una riduzione fortissima dei consumi, ma avrebbe un impatto enorme su occupazione e benessere, che non so quanti accetterebbero. Meglio un compromesso, con più pale che più CO2.

    rispondi a Gabriele I.
    lun 8 maggio 2023 01:47
  • marco manuzzi

    Commovente messaggio, ci sono politici che dovrebbero leggerlo.. l'ex sindaco di Venezia,,, tutti i Presidenti viventi attuali, Sgarbi, e tutti quei pochi politici non corrotti dal sistema che ancora pensano che l'Italia sia uno Stato da proteggere e da amare... dovrebbero leggerla tutti quei cantanti che nelle loro canzoni una volta nella loro vita hanno scritto di amare la natura e l'arte e poi non fanno nulla... nulla.

    rispondi a marco manuzzi
    ven 5 maggio 2023 08:50