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Anche in Emilia Romagna, qualche dubbio sul parco eolico Monte Giogo di Villore.

Giubertoni del Gruppo Misto chiede alla Regione di modificare parere sul progetto eolico Monte Giogo di Villore

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Eolico Eolico © NN
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La consigliera regionale del Gruppo Misto Giulia Gibertoni ha chiesto alla Regione Toscana di modificare il parere sul progetto di un nuovo impianto eolico Monte Giogo di Villore, nel territorio del Mugello, al confine con l'Emilia-Romagna.

La Gibertoni ricorda che il Tar della Toscana, sul ricorso contro il progetto, ha riconosciuto che "affronta questioni di merito che necessitano di un esame completo", considerato il dissenso qualificato espresso da parte della Soprintendenza.

"La localizzazione e il dimensionamento del progetto -ha sottolineato la consigliera- rispondono esclusivamente a ragioni di massimizzazione del profitto economico e di remunerazione del capitale investito del soggetto proponente. Il pericolo di questo progetto è che può fare da battistrada ad analoghi progetti, come si è già visto nel caso dei 4 progetti eolici di Badia Tedalda nell'Alta Valmarecchia e sull'Alto Savio sempre sul crinale tra Toscana ed Emilia-Romagna, che porterebbero, nel giro di pochi anni, ad uno stravolgimento dell'intero crinale dell'Appennino, scavalcando la normativa di tutela ambientale e il Piano paesaggistico regionale dell'Emilia-Romagna che verrebbe compromesso da una barriera di 7 pale eoliche alte 180 metri appena oltre il confine regionale".

"Visto anche il parere contrario della Regione Emilia-Romagna al progetto di parco eolico denominato 'Badia del Vento' -ha ricordato Gibertoni- dove si è dichiarato che il giudizio 'sul provvedimento sarà negativo, in quanto sono evidenti le ricadute negative per il territorio sotto il profilo paesaggistico', occorre modificare il giudizio espresso sull'impianto toscano, per la sua manifesta illogicità in quanto dichiara che 'il paesaggio dell'Acquacheta per la quasi totalità, non è interessato dalla vista di nessuno degli aerogeneratori di progetto', introducendo il precedente pericolosissimo che basta il fatto che la vista non sia contestuale a diminuire il danno arrecato al bene paesaggistico".

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