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Dafne. Domani due proiezioni straordinarie al Corsini

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Dafne. Domani due proiezioni straordinarie al Corsini Dafne. Domani due proiezioni straordinarie al Corsini © n.c.
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Al Corsini di Barberino il 31 marzo alle 18,00 e alle 21,15 il film girato in Mugello. Due due proiezioni straordinarie a grande richiesta Chi l’ha visto a Barberino il fine settimana scorso ne sta ancora parlando, è il caso di “Dafne” il film girato in parte in Mugello e uscito nelle sale il 21 marzo Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down. Da un'idea di Federico Bondi e della scrittrice Simona Baldanzi è nato il soggetto di questo capolavoro di sensibilità che ha raccolto al cinema Corsini tanti spettatori entusiasti al punto che è stato deciso di proiettarlo nuovamente domenica 31 marzo alle ore 18,00 e alle 21,15. “Ditelo a tutti di venire, vi ringrazieranno” recita lo slogan sul manifesto prontamente realizzato dopo che le richieste hanno deciso queste due ulteriori proiezioni, e, personalmente sono convinto che, veramente ringrazieranno. “Dafne ha trentacinque anni, un lavoro che le piace, amici e colleghi che le vogliono bene. Ha la sindrome di Down e vive insieme ai genitori, Luigi e Maria. L’improvvisa scomparsa della madre manda in frantumi gli equilibri familiari: Dafne è costretta ad affrontare non solo il lutto ma anche a sostenere Luigi, sprofondato nella depressione” Nonostante il "Bugiardino" lo dipinga come un film estremamente serio, Dafne è invece qualcosa di totalmente diverso ed inaspettato, è un inno alla vita alla faccia della “diversità”e a tutti i luoghi comuni radicati nella testa di qualcuno, è tenero, in alcuni momenti anche divertente e toglie dalla mente dello spettatore l’idea che, l’affetto da sindrome di Down debba per forza dipendere da qualcuno. Carolina Raspanti è straordinaria, e, superati i primi attimi che servono ad abituarsi alla “Erre” della ragazza si entra totalmente nel suo mondo, un mondo pieno musica, di colleghi di lavoro che le vogliono bene, di amici, di indipendenza fisica e finanziaria, bellissima la scena nella quale compra un pelouchee e rivendica il potere di disporre come le pare dei suoi soldi. Stefania Casini (che tutti ricordano in capolavori come Novecento di Bertolucci) è “Intensa” nelle parole e negli sguardi che dedica alla figlia, solo, purtroppo all’inizio del film, poi la storia è vissuta quasi unicamente da Dafne e suo padre che decidono di raggiungere a piedi il paese natale della madre. Dafne custodisce un segreto e lo porta con se attraverso le campagne ed i boschi tanto cari alle storie della Baldanzi. Il camminare nella natura, per osservare e per liberare la mente, per imparare a conoscersi, e così zaino in spalla, padre e figlia immersi nella bellezza della natura parlano ed incontrano persone. Bella la scena delle guardie forestali , il soggiorno “Al cacciatore” e la scena del racconto del padre della nascita e della scoperta della condizione di Dafne è una prova d’emozione (non ho usato di proposito “recitazione”) di Antonio Piovanelli che da sola vale il biglietto d’ingresso. Il film è bello, di una semplicità disarmante e, forse proprio per questo non si ha la sensazione di assistere ad una storia scritta e recitata, ma naturalmente vissuta. Il pubblico diventa immediatamente amico di Dafne e vive la sua storia con tenerezza, dolcezza e alla fine con qualche attimo di commozione, di quella vera, quella che ti fa uscire dal cinema con la convinzione di aver visto un piccolo gioiello cinematografico che nella sua semplicità è riuscito a spalancarti il cuore.  

 

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