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Congresso Pd. Omoboni annuncia il suo sostegno a Bonaccini

E precisa: "Se non vincerà Stefano (Bonaccini), saremo i primi a dare una mano a chi guiderà il Pd"

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Il sindaco di Borgo San Lorenzo, Paolo Omoboni Il sindaco di Borgo San Lorenzo, Paolo Omoboni © N.c.
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*Unire. Non dividere. Ma decidere* Queste le parole chiave dell'intervento del sindaco di Borgo San Lorenzo, Paolo Omoboni. Eccolo in forma integrale: Mentre una classe dirigente che ha preso una "scoppola" elettorale non indifferente è ancora lì al suo posto, "ferma, immobile" (cit parodia di Romano Prodi Guzzanti) e sta riscrivendo un manifesto dei valori, forse buono per i salotti romani, come se non fosse successo nulla il 25 settembre, restano 19 milioni di persone che hanno preferito non votare, e restano territori, famiglie imprese che aspettano risposte.

Il Partito democratico ha una (forse ultima) grande occasione al prossimo congresso. Sosterrò Stefano Bonaccini, insieme a Dario Nardella, che con responsabilità si è messo a disposizione per costruire un partito aperto sul serio (e il suo ruolo nazionale è una garanzia importante), Eugenio Giani, Matteo Biffoni e tanti sindaci, amministratori, amici e compagni.

Si è unito un fronte che, chiamiamolo come vogliamo, mette al centro chi è abituato a governare i territori perché è stato scelto dagli elettori. Non nominato, come nelle ultime elezioni, con qualche candidato nel nostro collegio che nemmeno si è visto passare dal Mugello.

Più che le dispute su termini e ideologie, al PD serve la concretezza del "fare". Se non vincerà Stefano (Bonaccini), ma qualcun altro, non prenderemo il pallone andando a giocare con un nuovo partito in un altro campo, ma saremo i primi a dare una mano a chi guiderà il Pd. Perché c'è una differenza enorme tra fare politica e il "mercato delle occasioni" che abbiamo visto in queste settimane.

Serve aria nuova, sopratutto serve dare nuova linfa e responsabilità ai ragazzi e alle ragazze che parlano con le persone, fatto banchini ai mercati, prendono la colla per attaccare manifesti.

Serve far sentire tutti a casa, nessuno ospite. Un nuovo PD, aperto a correnti di idee e non a spifferi di potere.La casa dove si può discutere di tutto, senza che nessuno si senta fuori posto o giudicato e reietto perché ha sostenuto o non sostenuto in passato qualcuno.

Un partito con meno cognomi e più coraggio. Abbiamo fatto tutti degli errori, ma adesso pensare ad un congresso dove chi vince cerca di emarginare o epurare chi perde, sarebbe un colpo mortale, per il PD. Le persone sono stanche di queste (vere o meno vere) guerriglie tra "correnti", e stanche dei dibattiti sui posti da assegnare.

I candidati, la classe dirigente, facciamola decidere non alle stanze chiuse, ma alle preferenze e alla parola delle persone, nei territori. Nei nostri comuni un candidato consigliere deve trovare quasi cento preferenze per sperare di entrare in consiglio comunale, e in Parlamento ci troviamo le liste bloccate?

Stefano ha indicato due priorità: salute e istruzione. Proprio così Stefano, soprattutto nei comuni come i nostri, con tante frazioni e comuni montani. Perché alla fine invece che tanti manifesti politici da salotto, servono risposte alle persone, non solo nelle zone più popolate.

Come rispondo alle mamme e ai babbi che rischiano in un comune di non avere un pediatra per i loro figli? Come spiego ad una frazione che devo chiudere la scuola perché le iscrizioni non raggiungono il numero deciso a tavolino da Roma?

Di questo si deve occupare il nuovo Partito Democratico. Sarà difficile e faticoso. Ma dobbiamo decidere e dare risposte concrete.
Buon lavoro a tutti noi 
Paolo Omoboni

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