L'immagine scelta da Leonardo Romagnoli © N.c.
Una riflessione di Leonardo Romagnoli: A leggere i giornali di questa mattina sembra che la ripresa dell'economia italiana dipenda da un'ora in più o in meno nel cosiddetto “coprifuoco” serale e anche il dibattito politico si concentra su questa restrizione facendone un elemento dirimente per numerose attività economiche e anche per la lotta al covid.
Se così fosse inviterei il presidente del consiglio a spostare il limite alle 24 o addirittura a toglierlo perché è assolutamente senza senso far dipendere quello che potrà avvenire nei prossimi mesi da una scelta così banale.
Esistono già delle prescrizioni nazionali e regionali che indicano i comportamenti da tenere per evitare il diffondersi del virus ed è il controllo che su queste indicazioni che conta non aggiungere altre ordinanze o limitazioni. Alcune di queste limitazioni sono, per me, difficili da comprendere come quella dell'obbligo di asporto al bar: che differenza fa se le persone che potrebbero accedere al locale per consumare lo fanno nello spazio esterno?
Come ha scritto Marco Bascetta un serio problema di libertà personale non può essere ridotto ad una tenzone che ha come posta in palio “un'ora in più o in meno di interdizione della mobilità notturna”.
L'unica limitazione valida per giustificare i provvedimenti che vengono presi è di natura sanitaria e riguarda la possibilità delle nostre strutture ospedaliere e territoriali di far fronte al diffondersi della malattia per evitare migliaia di morti.
In questo anno di pandemia abbiamo capito che i comportamenti efficaci a contenerne la diffusione sono il distanziamento, l'areazione dei locali ,la mascherina e l'igiene. Quindi dare maggiori libertà di movimento e nello stesso tempo lasciare immutate certe restrizioni orarie rischia di concentrare in poche ore frenetiche un movimento che invece potrebbe essere diluito in un orario più lungo anche nella notte, “quando scienza e coscienza avrebbero dovuto suggerire di attenersi ad una semplice norma: quello che si può fare di giorno lo si può fare anche di notte.” Sembra una considerazione banale ma è la pura verità, solo che si evita di attuarla per timore di non essere in grado di gestirla e quindi si continua con il divieto assoluto in attesa del completamento della campagna di vaccinazione.
La mia sensazione è che la riapertura avverrà per gradualità fino alla metà di maggio ma poi sarà sempre più ampia e che non vi sarà nessun ritorno su zone rosse o arancioni, anche se la situazione degli ospedali continua ad essere critica nonostante le promesse di investimenti e assunzioni di personale. Un motivo in più per essere tutti personalmente responsabilizzati a comportamenti attenti alla propria e altrui sicurezza sanitaria, una lezione di educazione civica a cui tutti i cittadini devono sapere rispondere e che chi governa dovrebbe sollecitare.
Per questi motivi la nuova ordinanza del sindaco di Borgo che stabilisce dalle 16 alle 22 del venerdi sabato e domenica il divieto di stazionamento in alcune piazze del centro storico fino al 15 maggio lascia molto perplessi.
1) un'ordinanza simile è stata fatta in zona rossa solo per i parchi, che invece questa volta sono esclusi. Ma negli altri giorni quindi si può stazionare senza problemi nelle piazze indicate ?
2) In zona arancione si sono verificati più volte assembramenti in alcuni luoghi e piazze specifici ma non è stata fatta nessuna ordinanza e i controlli non sono stati sempre efficaci. Non è che per limitare qualcuno si limitano tutti?
3) Le norme sul distanziamento sanitario e l'uso di mascherine non sono mai state abolite e valgono per tutti.
4) se un locale riempie la piazza di tavolini, con il permesso dell'amministrazione, ben distanziati , le persone possono soffermarsi fino alle 22 ? ( giustamente il comune ha azzerato la tassa sul suolo pubblico ed è disponibile a concederlo per favorire le attività commerciali).
5) perché non fare un'ordinanza anche per centri commerciali e supermercati che invece vengono invitati, giustamente, a tenere alta l'attenzione sul contingentamento delle presenze e sui relativi comportamenti ?
Il sindaco, con questo provvedimento, vuol evidenziare il timore che un peggioramento della situazione (tutt'altro che tranquilla) possa riportare ad una situazione di chiusura come è stato nelle settimane passate e quindi i prossimi due fine settimana saranno “un test – ha detto- importante per capire come regolare il fine settimana e la stagione estiva”.
Intanto dal 26 aprile se ci sarà la zona gialla sarà possibile spostarsi fra regioni e comuni e quindi da Borgo si potrà andare Scarperia e San Piero, Vicchio, Barberino o Firenze dove varranno solo le norme nazionali senza nessuna ordinanza aggiuntiva.
Leonardo Romagnoli
23-4-21



Mugelli Giampiero
Vengono riaperti i ristoranti all'aperto la maggior parte di ristorazione non hanno il posto all'aperto e coloro che lo hanno quanti ristoranti hanno una copertura e un muro laterale per non bagnarsi se piove e tira vento? Perché chi ha una struttura al chiuso non può lavorare? invece di farli spendere soldi ha casaccio gli avevano fatto installare un impianto di sanificazione era una spesa per sempre utile. l'Italia non ha testa? Ne ha troppe e tutte sballate, tutti i giorni nasce una barzelletta nuova tra la disperazione e la pazienza finita di chi ha voglia e bisogno di lavorare e tornare alla normalità