Ristrutturazione © Reneterp
Garantire un accesso prioritario agli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP) per le donne vittime di violenza. È questa la proposta avanzata dall’Amministrazione comunale di Vicchio alla Regione Toscana, con l’obiettivo di potenziare le misure di protezione già previste a livello normativo e offrire una risposta più concreta alle esigenze di chi si trova in una condizione di vulnerabilità sociale e abitativa.
Oggi la legge regionale prevede soltanto l’assegnazione di un punteggio specifico per queste situazioni, ma secondo il Comune di Vicchio serve di più: una corsia preferenziale reale, una misura che vada oltre il mero punteggio e riconosca come requisito prioritario la condizione di vittima di violenza, certificata attraverso il percorso Codice Rosa.
Francesco Tagliaferri, sindaco di Vicchio, e l’assessora alla Casa e Pari Opportunità Cristina Braschi, spiegano come la richiesta sia quella di inserire formalmente tra i criteri prioritari per l’accesso agli alloggi ERP – sia nel regime ordinario che autorizzato – la condizione di donne seguite dai servizi socio-sanitari attraverso il Codice Rosa, già attivo in Toscana e considerato un modello di riferimento.
Secondo l’Amministrazione, infatti, la disponibilità di un alloggio stabile e sicuro rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso di uscita da situazioni violente. Non solo come risposta immediata al bisogno abitativo, ma come condizione necessaria per evitare ricadute, ricreazioni di dipendenze o ritorni forzati in contesti pericolosi.
“La mancanza di un’abitazione è una delle principali barriere all’autonomia delle donne che cercano di ricostruirsi una vita lontano dalla violenza”, affermano Tagliaferri e Braschi. Senza una casa dove sentirsi al sicuro e costruire nuove prospettive, qualsiasi percorso di rinascita rischia di restare incompiuto.
Da qui la necessità di integrare la rete di protezione attualmente esistente con politiche abitative più strutturate, inclusive e flessibili. Il Codice Rosa, ricordano dal Comune, è stato uno degli strumenti più innovativi adottati dalla Regione Toscana, pioniera in Italia nella presa in carico delle vittime. Ma ora è il momento di fare un ulteriore passo avanti, perché la protezione sia reale, concreta e completa.
La proposta nasce anche dalla consapevolezza delle sfide legate all’emergenza abitativa, alla pressione crescente sulle graduatorie ERP e alle difficoltà di gestione delle domande. Tuttavia, l’Amministrazione di Vicchio insiste sul fatto che la tutela dei diritti fondamentali, in particolare della dignità e della sicurezza delle donne, deve essere una priorità assoluta nelle scelte pubbliche.
In questo senso, l’iniziativa potrebbe rappresentare un modello replicabile anche in altri Comuni toscani e oltre, offrendo una risposta tangibile a un problema drammaticamente attuale. Le donne che escono da un contesto violento spesso si trovano sole, con figli minori, senza supporti economici o familiari, e con un mercato immobiliare che non è in grado di accoglierle. L’accesso agevolato all’edilizia pubblica può quindi diventare uno strumento decisivo di autonomia e reintegrazione.
L’intervento dell’Amministrazione di Vicchio si inserisce in un dibattito più ampio sulla necessità di rendere le politiche pubbliche realmente accessibili e mirate, capaci di intervenire nei momenti più critici della vita delle persone, non solo con aiuti temporanei ma con soluzioni strutturali e sostenibili nel tempo.
La proposta è ora all’attenzione della Regione Toscana, che nei mesi scorsi ha già apportato alcune modifiche alla normativa in materia di ERP. Resta da vedere se e come sarà recepita questa richiesta di ulteriore attenzione verso le donne in uscita da situazioni di violenza.
Intanto, dal Comune di Vicchio arriva un messaggio chiaro: la protezione delle donne non può fermarsi ai centri antiviolenza o agli sportelli di ascolto. Deve passare anche – e soprattutto – da una politica abitativa che garantisca stabilità e dignità. Perché una casa sicura è il primo passo per riconquistare libertà e futuro.


