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Addio a Mario Chiari. Il ricordo della Famiglia Bettini di ROSSS

Si è spento Mario Chiari. Un esempio autentico di dedizione, di devozione alla comunità. Un attaccamento che nel 2015...

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Mario Chiari Mario Chiari © ROSSS S.p.A.
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Si è spento Mario Chiari. E con lui viene a mancare un pezzo del Mugello, tramonta un'epoca della Toscana. Il Mugello di chi ha talento e forza di volontà, sogni da realizzare, amore di sé e amore per gli altri. La Toscana che dalle ceneri del Secondo Dopoguerra, col sudore della fronte, ha preso per mano il nostro Paese e ha contribuito a risollevarlo.

A renderlo orgoglioso di se stesso. Ma grazie a Mario è già nata un'altra parte del nostro territorio. Ha già preso inizio un'altra grande avventura italiana. Una nuova parte e un'ulteriore avventura che discendono dal suo incrollabile slancio verso i giovani. Mario, infatti, non si mai è stancato di rimarcare l'importanza di favorire le nuove generazioni, di plasmarle, di aiutarle a formarsi e ad avere esperienza con fiducia e, soprattutto, con sollecitudine.

Amava ricorrere a un paragone dal sapore antico: «Un salcio di un anno si piega per legare la vite, ma un salcio di due anni è secco, e si spezza». Si è spento Mario Chiari. Nella notte fra il 27 e il 28 marzo. All'età di novantaquattro anni. Si è spenta la luce che per decenni ha illuminato il lavoro e i lavoratori del Mugello, dove nel lontano 1870 la famiglia Chiari fondò la «Chi.Ma», storica lavanderia industriale trasferita nel 1990, proprio da Mario, nell'attuale sede di Scarperia.

Si è spento Mario Chiari. Un esempio autentico di dedizione, di devozione alla comunità. Un attaccamento che nel 2015 gli valse il conferimento del titolo di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana. «Mario era una persona dal carattere forte, sincero, diretto» – così lo ricorda la  a Famiglia Bettini di ROSSS  – «non si è arreso davanti a nessuna difficoltà. Mai. Con straordinaria tenacia raggiungeva i suoi obiettivi. Sempre. Per tutti noi imprenditori non era un semplice industriale. Era un secondo padre. Un'inesauribile fonte d'ispirazione. Era un uomo d'altri tempi. Dove per “altri tempi” non si deve intendere il passato – ma un futuro ideale, quello della passione per il proprio lavoro. Lo ricordo con immense commozione e gratitudine al fianco di mio padre Rossano, con cui ha condiviso un'amicizia fraterna e indissolubile. Ciao Mario, spero tu possa riabbracciare di nuovo Rossano e rivivere insieme a lui l'affetto e l'amicizia che vi univa, come nella foto qui in basso».

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