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L'oblio dei campioni sportivi mugellani

Furono Protagonisti.

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L'oblio dei campioni sportivi mugellani L'oblio dei campioni sportivi mugellani
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Riepilogando quanto emerso nel corso delle mie ricerche e riflessioni nell’analisi dei personaggi mugellani di ogni tempo poi inseriti nel mio libro, l’abitante della valle è spesso stato in passato una specie di materialista devoto, una persona dalla profonda fede ma attento anche ai valori umani, sociali e, soprattutto, a quello che si poteva mettere in tavola.

Nel popolo c’è sempre stata poi una predisposizione a contare sulla provvidenza divina, ma pure una consapevolezza dell’inevitabilità del proprio destino. Ed è proprio uno strano destino, quasi una maledizione, quella che ha perseguitato tutti (e dico tutti) i campioni sportivi mugellani destinati in modo e nell’altro a finire nel dimenticatoio.

A cominciare dai più affermati, come Emilio Materassi, grande e vincente campione automobilistico che creò il rustico concetto di “scuderia”, e sarebbe diventato forse come Enzo Ferrari se il tragico incidente di Monza non ne avesse decretata la scomparsa a soli 34 anni. Una morte non solo materiale, perché i numerosi morti nell’incidente furono un’ombra che pose fine pure alla sua memoria per opera di un regime fascista che preferì oscurarne un ricordo, solo faticosamente riesumato negli ultimi decenni.

Sfortuna, davvero, oppure destino. Come quello che ha colpito Gastone Nencini, grande campione vittima purtroppo di numerose cadute che ne limitarono fortemente la carriera, grande in un periodo in cui si faceva però fatica a far dimenticare l’ingombrante ombra delle imprese di Bartali e Coppi. Sfortuna, oppure destino anche in questo caso. Come nel caso della precoce morte del pilota Luigi Calamai, campione italiano ed europeo, o in quella di Sandro Vignini, calciatore vicchiese scomparso a soli 40 anni.

Eppure, ci deve essere in giro davvero una maledizione, perché cercando questi personaggi sportivi ne ho trovati molti altri quasi dimenticati e che voglio invece ricordare a tutti voi. In campo ciclistico, impossibile non rammentare in queste righe lo scarperiese Mario Baroni, gregario di Bartali e Magni e vincitore di una tappa al Giro d’Italia e una alla Vuelta, e poi Aimone Landi da Galliano e ancora Guido Boni, l’angelo biondo di Vicchio.

Quasi nessuno conosce invece un omonimo Guido Boni, anche lui di Vicchio (Gattaia) che vinse, pensate un po’, la medaglia d’oro all’Olimpiade del 1912 nel concorso di Ginnastica a squadre. Guido all’epoca aveva solo 18 anni, e possiamo immaginare quanti sacrifici avrà fatto lui, campagnolo, per cimentarsi in uno sport così impegnativo tecnicamente e di nicchia. Davvero sorprendente anzi, direi quasi miracoloso. Nessuno lo ricorda più; sfortuna, oppure destino.

E ancora ricordo Bruno Betti, campione italiano dei 5000 metri nel 1933, che partecipò ai 3000 siepi nei Giochi della XI Olimpiade del 1936. Dopo aver perso una gamba per un bombardamento durante la seconda guerra mondiale, non si diede per vinto e diventò uno scopritore di talenti ed un allenatore nella società Cus Firenze e poi nell’Assi Giglio Rosso.

In campo atletico, non possiamo dimenticare il vicchiese Aurelio Badiali, dominatore di molte corse podistiche e terzo nei 3000 siepi ai campionati italiani del 1931. Un discorso a parte va fatto per i calciatori mugellani, alcuni dei quali sono approdati perfino alla serie A. Ma anche di loro, nonostante questo enorme successo sportivo, si è perso il ricordo.

Per esempio, chi tra voi ha sentito parlare di Leto Prunecchi? Eppure il borghigiano (1925-1987) era una sgusciante ala sinistra che militò nella Sampdoria, nel Padova e nel Palermo realizzando in serie A 153 presenze e ben 37 reti! Ma allora, se non conoscete Prunecchi, avrete sentito parlare di Renato Paglianti da San Piero a Sieve, portiere di Padova, Venezia e Udinese, squadra nella quale era considerato una specie di eroe, un eroe ora dimenticato. Sfortuna, oppure destino.

E allora per finire vi voglio dare ancora un’opportunità di dire “questo qui almeno lo conosco!”. Luigi Gibezzi, nato nel 1883 e scomparso nel 1956, era un discreto attaccante che giocò qualche partita nella massima serie. Più che come calciatore è però famoso come dirigente, poiché fu uno dei pochi soci fondatori della Juventus e ne fu a lungo dirigente quando smise con il calcio giocato.

E va bene, direte, ma ai tifosi della Fiorentina e appassionati solo di Mugello che ci frega del Gibezzi?
E invece fate male a fregarvene, perché dovete sapere che il buon Luigi era nato in quel di… Ronta! Suo padre era, infatti, un ingegnere minerario, ed è probabile che si trovasse in Mugello per i lavori di costruzione e sistemazione della ferrovia Faentina. Proprio così, abbiamo allevato nel nostro seno persino il primitivo seme della Juventus, con buona pace dei tifosi viola.

Proprio una gran sfortuna davvero, o magari chissà, soltanto un atroce segno del destino.

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Commenti 2
  • Alessio Landi

    Buongiorno leggo oggi l'articolo sugli sportivi dimenticati del Mugello. Leggendo questo articolo mi è venuta in mente la storia del calciatore Bruno Neri, che giocò nella Fiorentina e nel Faenza. Storia particolare la sua che merita di essere ricordata. Grazie,

    rispondi a Alessio Landi
    sab 28 dicembre 2019 06:08
  • Fabrizio Scheggi

    Un saluto ad Alessio. Io per primo, frequentando ambienti artistici, avrei desiderato ricordare il bravissimo Bruno Neri a cui tra l'altro piaceva l'arte, la cultura e la poesia. Purtroppo, gli articoli traggono origine dal mio nuovo libro "FURONO PROTAGONISTI" relativo ai soli personaggi nati in Mugello e Alto Mugello (altrimenti avrei dovuto fare un'enciclopedia!). Almeno, io ci ho provato a ricordarli TUTTI (sono ben 180), ma non ho potuto farlo per il grande Bruno che, purtroppo, era nato in quel di FAENZA. Comunque ringrazio Saverio per aver avuto la pazienza e la cortesia di leggermi.

    rispondi a Fabrizio Scheggi
    gio 2 gennaio 2020 01:20