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Che fine ha fatto la stele etrusca di Poggio Colla? Un articolo di Alfredo Altieri

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La preziosa stele in mostra alcuni anni fa La preziosa stele in mostra alcuni anni fa © N.c.
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Aggiornamento - Per fortuna la risposta alle domande poste dallo storico Alfredo Altieri (nell'articolo qui sotto) hanno una risposta rassicurante. La stele si trova ancora nella disponibilità della Soprintenza di Firenze, che ha provveduto al suo restauro per la conservazione (qui il nostro articolo)

Gent.mo direttore, le domando che io pongo non le ritengo fuori luogo, né un appiglio per fare polemica. Nei primi mesi del 2016 fece scalpore, non solo in Italia, il ritrovamento di una stele etrusca a Poggio di Colla presso Vicchio, dall'archeologo Gregory Warden, il quale, a capo di un consorzio di università americane ed europee, lavorava a questo sito da più di venti anni, con ritrovamenti più o meno importanti, finché, coronò i suoi sforzi “incappando” in questo manufatto eccezionale.

Si tratta di una stele in pietra arenaria alta circa un metro e dal peso di 227 chili. Secondo gli esperti questa era parte di un tempio arcaico dedicato a una divinità femminile e che risaliva, approssimativamente, a 3000 anni fa. Questo manufatto ha caratteristiche uniche, infatti, comprende 70 lettere leggibili e segni di punteggiatura, il cippo riveste una importantissima rarità perché depositario un testo molto ampio e particolareggiato e in grado, a detta degli esperti, di lacerare il velo di mistero che ancora avvolge questo antico popolo.

La stele etrusca fu portata al Centro di Restauro della Soprintendenza di Firenze, per i lavori di restauro e manutenzione. Mi pongo delle domande, che, forse, altri si sono chiesti: A distanza di cinque anni, che fine a fatto la stele mugellana? È ancora in Italia o è stata portata all'estero, com'era ventilato? Si è proceduto alla sua decifrazione e se si, si sono avuti risultati importanti? C'è qualcuno che ha informazioni su questa stele?

Siamo di fronte e dovremo assistere anche questa volta, alla sparizione nel nulla di un nostro “tesoro”?
Alfredo Altieri

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