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“La comunità di Vicchio nel Settecento”. Storia del libro e cronaca della presentazione a Borgo

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“La comunità di Vicchio nel Settecento”. Storia del libro e cronaca della presentazione a Borgo “La comunità di Vicchio nel Settecento”. Storia del libro e cronaca della presentazione a Borgo © n.c.
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Nel pomeriggio di sabato scorso 10 giugno 2017 si è tenuta nell’Oratorio di S. Omobono a Borgo S. Lorenzo l’annunciata presentazione del volume di Adriano Gasparrini e Alfredo Altieri “La comunità di Vicchio nel Settecento”, per le Edizioni Noferini. Il libro era stato presentato lo scorso 13 maggio 2017 a Vicchio, letteralmente in mezzo di strada, ovvero in via Garibaldi, e l’idea era stata accolta con una gran partecipazione di pubblico. Sabato, complici come sempre altre iniziative concomitanti, il pubblico è stato magari un po’ meno numeroso, ma in compenso attentissimo a una presentazione del tutto diversa da quella di Vicchio. Il che conferma come La comunità di Vicchio nel Settecento abbia una inusitata quantità di valenze, che non si sono forse esaurite neanche stavolta. Ricordiamo che lo spunto di partenza del libro è la trascrizione di manoscritto realizzato da Valentino Felice Mannucci fra il 1743 e il 1745 riguardante la comunità vicchiese. Avrebbe avuto da sola motivo di straordinario interesse. E infatti la parte del manoscritto su Borgo S. Lorenzo era già stata edita dallo stesso Alfredo Altieri nel 2009. Ma la collaborazione con Adriano Gasparrini ha portato a un’opera più ampia, fornita di una introduzione e di un’appendice – ma sono termini riduttivi – che ne fanno un autentico testo base per gli appassionati di storia non solo di Vicchio ma dell’intero Mugello, e forse dell’intera Toscana, nel Secolo dei Lumi. In S. Omobono, la Dott.ssa Rossella Tarchi, archivista e storica, e il Prof. Filippo Bellandi, insegnante e appassionato di storia locale, partendo dal volume hanno tenuto ciascuno una autentica lectio magistralis integrando con non pochi elementi, se non inediti, per lo meno poco conosciuti, e tuttavia rimarcando l’importanza di un testo come quello di Gasparrini e Altieri per la conoscenza della storia della propria terra. Aldo Giovannini, che ha fatto da moderatore, ha voluto – con una brevità esemplare – rimarcare le differenze tra l’oratorio di Sant’Omobono, in cui ci si trovava (vedi la Madonnina di Giotto), come lo vediamo oggi e come lo descrisse il Mannucci, e ha dedicato un commosso ricordo alla Nevosa, la campana di Sant’ Omobono che, in antico, veniva suonata quando era avvertito il pericolo neve, e contribuì quindi a salvare non poche vite. Anche gli Autori erano presenti e hanno dato un loro contributo all’incontro; Gasparrini, in particolare, ha ribadito quanto scritto dal Sindaco di Vicchio Roberto Izzo e dall’Assessore alla Cultura Carlotta Tai nella presentazione al libro: “Se alcune parti del libro saranno apprezzate solo dai lettori specializzati, non mancano però dettagli curiosi e divertenti che lo rendono godibile a tutti, tanto più che è stato arricchito con illustrazioni, disegni, carte e cabrei di notevole valore, parte dei quali vengono riprodotti per la prima volta.” Doppio invito finale: a chi legge queste righe, perché compri il libro. Agli Autori, perché mettano in cantiere il resto del manoscritto, che – ha rivelato la Dott.ssa Tarchi – comprende anche le comunità di Dicomano e S. Godenzo. Applausi per tutti sentiti e sinceri Paolo Marini Foto n 2. Ecco come si presentava la facciata della Pieve di Borgo San Lorenzo nel 1743 agli occhi del Podestà Valentino Felice Mannucci; sopra il portale principale era “inchiavardato” un grande osso. (Ricostruzione in acquerello del pittore Enrico Pazzagli – Borgo San Lorenzo)

 

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