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Torna a casa l'opera di Barbiana. E arriva un 'Giotto'

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Torna a casa l'opera di Barbiana.  E arriva un 'Giotto' Torna a casa l'opera di Barbiana. E arriva un 'Giotto' © n.c.
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Una serata davvero particolare e sentita quella avvenuta giovedi sera 18 maggio 2017, all’interno della Pieve di Vicchio di Mugello, per l’arrivo di una splendida Madonna di Giotto concessa in prestito dal Museo Diocesano di Santo Stefano al Ponte Vecchio di Firenze, in occasione del “Mese Mariano” e del 750° Anniversario della nascita del Sommo pittore mugellano, anni9vewsrario che sarà seguito poi da altri eventi culturali, artistici, letterari e teatrali. L’opera sarà visitabile per qualche giorno all’interno della Pieve di San Giovanni Battista a Vicchio di Mugello e quindi verrà spostata al Museo del Beato Angelico, dove verrà esposta fino al mese di ottobre 2017, poichè farà parte di un itinerario giottesco curato dall’assessorato al Turismo dell’Unione dei Comuni del Mugello. Quindi si è svolto altro significativo evento per la restituzione di una porzione di pala d’altare, rubata nel 1993 dalla chiesa di Sant’Andrea a Barbiana, la chiesa di don Lorenzo Milani, a cura del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Firenze, sotto il comando del Capitano Lanfranco Disibio, già comandante della Compagnia dei Carabinieri di Borgo San Lorenzo. La consegna è avvenuta dopo la Santa Messa solenne officiata da Monsignor Giancarlo Corti, già Pievano di Borgo San Lorenzo, attualmente Preposto del Duomo di Firenze (era assente il Cardinale Giuseppe Betori per la morte del fratello), concelebranti il pievano di Vicchio don Giuliano Landini e don Gabriel Fartadi, presenti, oltre ai Militi dell’Arma dei Carabinieri, il sindaco Roberto Izzo, l’assessore Angelo Gamberi e tantissime persone che hanno affollato la chiesa vicchiese. Un evento questo che avviene a un mese dalla visita di Papa Francesco, che a Barbiana pregherà sulla tomba di don Milani. L’opera, risalente al XVII secolo, è stata recuperata in passato dai militari e il recente dissequestro ne ha reso possibile la restituzione. La pala d’altare a cui appartiene è attualmente esposta nel museo di arte sacra Beato Angelico di Vicchio. In questo contesto siamo felici di pubblicare il contributo della Dott.ssa Elisa Marianini, storica dell’Arte, relativo alla Pala d’Altare trafugata a suo tempo a Barbiana. "Il dipinto è di scuola di Anton Domenico Gabbiani, pittore fiorentino del periodo tardo barocco attivo alla corte dei Medici il quale realizzo anche molti affreschi. Sue opere sono nella chiesa di San Frediano in Cestello, nella Villa Medicea di Poggio a Caiano, nella chiesa di San Firenze, nel Santuario di Montesenario, inoltre lavorò alla decorazione della galleria degli specchi in Palazzo Medici Riccardi se empre a Firenze trovò la morte cadendo da un ponteggio mentre stava decorando un soffitto con il banchetto degli dei in palazzo Incontri. La sua formazione si era svolta con Sustermans celebrato ritrattista della corte medicea, in seguito, e per otto anni, nello studio di Vincenzo Dandini. Nel 1673 si trasferì insieme anche al Foggini all'Accademia fondata da Cosimo III de Medici, diretta da Ciro Ferri ed Ercole Ferrata dove studiò, si dedicò allo studio del barocco e del classicismo romano, soprattutto di Pietro da Cortona e Carlo Maratta. Elementi cortoneschi sono riscontrabili nell'assetto compositivo  delle sue opere anche se aggiornate sulle novità napoletane di Luca Giordano, sostenuto sempre da parametri classicisti come troviamo anche in questa opera. Ebbe numerosi allievi: Benedetto Luti, Ranieri del Pace, Giovanni Antonio Pucci, Pietro Marchesini, Tommaso Redi, il nipote, Gaetano Gabbiani, Ignazio Hugford, Giuseppe Baldini e Gaetano Benvenuti, quest'ultimo entrato nella scuola del Gabbiani nel 1718 e indicato come  probabile autore del dipinto. La tela con “Incoronazione della Vergine con i santi Andrea e Lorenzo”, venne eseguita nel 1721 come conferma una scritta nel margine inferiore. Proviene dall’altare maggiore della chiesa di sant’Andrea a Barbiana. Trafugata nel novembre del 1993, recuperata tra Siena e Firenze nel 1997. La tela fu commissionata, come spiega l’iscrizione, dal segretario del Granduca di Cosimo III de Medici, quando era  priore a Barbiana Don Lorenzo Casalini. Il tema convenzionale dell’Incoronazione della Vergine viene affrontato con straordinaria vivacità poiché la scena si svolge su due diversi registri: in alto, le tre persone della Trinità accolgono in cielo Maria, mentre in terra  assistono due Santi, Andrea e Lorenzo, con i loro attributi,  accompagnati da un angelo posizionato centralmente che guarda lo spettatore. La Vergine al centro fa da cerniera tra il tempo e l’eternità trovandosi ad essere vertice di due triangoli, uno invertito che ricorda nella forma e nel colore un cuore ed ha per base il Padre e Il Figlio e l’altro con alla base i due santi. Il Padre Eterno, il Figlio risorto e lo Spirito Santo, attorniati da cherubini nella parte alta, stanno investendo la Madonna del ruolo di Regina celeste. Dio Padre, anziano ( il frammento recuperato ultimamente) poggia la sinistra sul globo, e il Figlio, come la sua giovane emanazione dai lunghi capelli, ancora seminudo, coperto  dal manto del sudario, stanno reggendo entrambi la corona regale per la Vergine. Le teste del Padre e del Figlio sono quasi allineate sullo stesso livello con la colomba dello Spirito Santo rappresentando la loro uguaglianza all'interno della Santa Trinità.  La figura principale è la Vergine Maria con un'espressione modesta, reverenziale con occhi abbassati, con le mani incrociate proprio sul cuore. Il senso di grande equilibrio e le linee armoniose richiamano nello schema compositivo la croce di Sant’Andrea, strumento del martirio del titolare della chiesa di Barbiana, il quale per sua personale scelta non osò eguagliare il Maestro nel martirio scegliendo appunto una croce a forma di X detta decussata o di Sant’Andrea-". Con questa opera di Giotto a Vicchio e l’altrettanto frammento di Giotto nella Pieve di Borgo San Lorenzo (peccato che non c’è più quella bellissima opera di Giotto nella Chiesa Francescana di Borgo San Lorenzo, raffigurante le Stimmate di San Francesco), sarebbe il momento e il modo da parte delle autorità preposte di amplificare il tutto affinchè molti estimatori del Sommo Pittore, oltre che ad Assisi o a Padova, possano giungere anche nel nostro Mugello. Nel ringraziare l’amica Elisa Marianini, pubblichiamo alcune immagini di Francesco Noferini dello Studio Noferini di Borgo San Lorenzo Lorenzo, poiché la cerimonia avvenuta a Vicchio di Mugello possa avere una più ampia visibilità. Foto 1 (in alto): Il momento dello scoprimento del dipinto ritrovato. Foto 2 (qui sopra): La splendida tavola della Madonna di Giotto, proveniente dalla Chiesa di Santo Stefano in Pane di Firenze, in visione nella Pieve di Vicchio di Mugello e successivamente nel Museo Beato Angelico. Foto 3 (qui sopra): La presentazione del frammento raffigurante il Padre Eterno, che faceva parte della Pala d’Altare della Chiesa di Sant’Andrea a Barbiana, trafugata nel 1993. Da sinistra la dott.ssa Elisa Marianini, il Capitano Lanfranco Disibio, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Firenze, già comandante della Compagnia di Borgo San Lorenzo, il Sindaco Roberto Izzo e il pievano don Giuliano Landini. Foto 4 (qui sopra): Da sinistra il Maresciallo derlla Stazione di Vicchio di Mugello di Vicchio Maurizio Cataldo, il sindaco Roberto Izzo, don Giancarlo Corti, il Capitano Lanfranco Disibio, Foto 5 (qui sopra): Ecco come si presenta la tavola d’Altare rubata a Barbiana. Purtroppo mancano ancora dei tasselli in quanto il dipinto fu tagliato e sezionato in varie parti.   (Foto cronaca Studio Noferini – Borgo San Lorenzo)

 

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