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Il prossimo sindaco di Firenze sarà una Sindaca?

E se nella sfida al femminile ci scappasse la sorpresa

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Palazzo Vecchio Palazzo Vecchio © ufficio stampa
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Sale sempre di più la febbre da campagna elettorale a Firenze.
Una campagna elettorale iniziata molto presto e che rischia di mettere a dura prova il sistema nervoso dei fiorentini esasperati dalla crescente insicurezza e degrado della città.
Il primo passo della campagna elettorale, pochi se ne sono accorti, si è avuto il 30 giugno del 2022 quando a metà del suo secondo mandato, con un rimpasto, ufficialmente motivato come "riorganizzazione della Giunta" Dario Nardella ha defenestato l'assessore Alessandro Martini (a cui ha affidato per indorare la pillola un incarico di facciata in Città Metropolitana per seguire il progetto strategico della Grande Firenze). 
In realtà l'allontanamento di Martini e l'ingresso di Maria Federica Giuliano e Andrea Giorgio fu una scelta solo politica per accontentare tutte le anime del Pd in vista di futuri incarichi nazionali.

Poi a marzo 2023 la seconda mossa nardelliana. Dopo essere stata nominata Super Assessora (forse per metterla in crisi?) con una serie di deleghe importanti e fondamentali per il presente e il futuro della città che di fatto la investiva a delfina, per un banale equivoco su una dichiarazione resa sul presunto ipotetico passaggio della tramvia al Duomo (tanti assessori hanno in questi anni fatto dichiarazioni più imbarazzanti senza mai essere puniti)... è caduta anche la testa di Cecilia De Re. Altra scelta chiaramente solo politica.
Voci di corridoio raccontavano di un Nardella geloso della grande visibilità e popolarità di Del Re, visibilità e popolarità che peraltro lui stesso le aveva affidato con quelle molte deleghe!
Visibilità e popolarità che poi, guarda caso le coincidenze, in quello stesso mese di marzo si è ripreso ergendosi a supereroe per il placcaggio in giubbotto e snackers dei teppisti di ultima generazione che imbrattavano la facciata di Palazzo Vecchio proprio mentre lui casualmente passava di lì.

Di fatto questo lungo preambolo è necessario per giungere all'oggi di una campagna elettorale che a sinistra rischia di portare al suicidio perfetto.
L'assemblea Dem fiorentina un mese fa ha investito a maggioranza Sara Funaro come candidata alla successione nardelliana incarnandone la continuità e senza passare dalle primarie.
Un'investitura che ha lasciato molti mal di pancia sia in alcuni consiglieri comunali che in molti iscritti al partito che si sono sentiti di fatto "imporre" un'unica scelta senza passare da quelle primarie sventolate come bandiera della democrazia a sinistra.
Ognuno di loro (voci di corridoio raccontano) è stato convocato singolarmente dai vertici del partito locale e dopo un breve interrogatorio su come la pensava si è sentito imporre una sola scelta.
Forse perché in un ipotetica sfida alle primarie con Cecilia Del Re l'attuale assessore al welfare e alla scuola sarebbe uscita abbondantemente sconfitta a ben leggere i sondaggi segreti circolati?

Il 2023 si è chiuso quindi con la sfida tutta a sinistra fra Sara Funaro (Pd) e Stefania Saccardi (Iv).
Quasi un derby per conquistare Palazzo Vecchio fra due donne che si giocano le carte di prima Sindaca fiorentina.

Due donne che "pescano" consensi negli stessi ambienti avendo ricoperto prima una e poi l'altra gli stessi ruoli.
Una sovrapposizione quasi perfetta che si gioca all'ultimo voto fra il mondo ebraico dov'è più forte Funaro e quello cattolico dove prevale Saccardi.
Due carriere politiche e umane che le ha viste amiche e collaboratrici prima quando Saccardi era assessore al sociale e al welfare in Palazzo Vecchio e Funaro vice presidente di Montedomini e poi con Saccardi assessore alla sanità in Regione e Funaro nelle deleghe che prima erano dell'altra.
Non solo. Nel 2015 Funaro ha aiutato Saccardi nella campagna per le elezioni regionali e nel 2019 Saccardi ha ricambiato Funaro per le comunali dove la nipote del sindaco Piero Bargellini ottenne 2000 preferenze, seconda solo a Cecilia Del Re (2697) ma davanti ad Andrea Vannucci e Federico Gianassi.
Poi il passaggio di Stefania Saccardi alla corte di Italia Viva ha separato le loro strade e le ha messe una di fronte all'altra.

Saccardi sogna di diventare prima Sindaca di Firenze e il suo lungo e prestigioso curriculum politico (ha per altro gestito bene il "portafoglio della regione" con l'assessorato alla sanità) la fa essere il candidato ideale anche in virtù del fatto che, anche se a livello nazionale Italia Viva fatica a sfiorare il 4% a Firenze e dintorni il movimento dell'ex rottamatore segna sempre numeri a doppia cifra.

Matteo Renzi ha indubbiamente il pallino del gioco in mano e cerca di evitare in tutti i modi l'elezione di Funaro definita un "Nardella ter".

A dargli mano per sbaragliare il dualismo-sovrapposizione è arrivata a conclusione del 2023 la scelta (per niente sorprendente  ma anzi attesa) di Cecilia Del Re di entrare nella bagarre con una sua formazione civica a sinistra che ha spaccato la maggioranza in consiglio comunale e segnato un solco all'interno del Pd fiorentino che all'imposizione di Funaro si vede rispondere con una sorta di scissione interna.

Nel gioco della parti la discesa in campo di Cecilia Del Re, regina delle preferenze alle scorse elezioni e che guarda caso insieme ad Alessandro Martini rappresentava in Giunta le due figure scelte dai fiorentini nell'urna, oltre a confermare la distanza dalla base di un Pd in stato confusionale consegna a Renzi il jolly per sdbaragliare la concorrenza.

Quella di Del Re sarà sicuramente una lista civica di sinistra perfetta per andare oltre al dualismo Funaro - Saccardi e che possa capitalizzare per la seconda quelle preferenze fondamentali per raggiungere l'obiettivo magari programmando fin da ora un ruolo politico primario per Del Re con la prospettiva poi di una staffetta sulla poltrona di Sindaco fra cinque anni.

A meno che a destra non si sappia approfittare di questo stato confusionale a sinistra per osare adesso quell'assalto a Palazzo Vecchio al momento messo in subordine rispetto alla conquista del Palazzo del Pegaso nel 2025.
 

 

 

 

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Commenti 2
  • Nadia Fondelli

    Giusta osservazione Mauro!

    rispondi a Nadia Fondelli
    mar 2 gennaio 21:15
  • mauro la spisa

    La lista civica può giocarsi il ruolo della novità se capace di sprovincializzare Firenze rispetto all'Europa e il mondo ed alla stracittadinità rispetto all'interland. Un tatto al femminile senza femminismo!

    rispondi a mauro la spisa
    mar 2 gennaio 15:09