Grattacieli a milano © depositphotos
Il caso Prato, il silenzio toscano
Tutto è iniziato a Prato, anche se pochi se ne sono accorti a livello nazionale. Questo perché nella piana fiorentina il "fortino rosso" resiste ancora, con mura difensive ben salde.
Ricordiamo i fatti, per dovere di cronaca e per i più smemorati.
A Prato, la sindaca in carica da un solo anno, Ilaria Bugetti, è indagata per corruzione. È stata “invitata” dal suo stesso partito a dimettersi.
Si è scelto di sacrificare Prato — città che già in passato aveva “tradito” la sinistra eleggendo un sindaco di centrodestra — per cercare di salvare la Toscana, che si avvicina al voto regionale con questo pesante fardello poiché i fatti contestati alla Bugetti risalgono al suo mandato da consigliera regionale, sotto la presidenza di Eugenio Giani.
Secondo la magistratura, avrebbe ricevuto voti e denaro in cambio di favori a un imprenditore, tanto da essere definita “una pubblica ufficiale compromessa e ricattabile”.
Giani, la Toscana che fa finta di niente
Nonostante questo, nulla si è mosso.
Il fortino ha serrato i ranghi attorno a Giani, il presidente onnipresente che taglia nastri e stringe mani, mentre la realtà racconta tutt’altro.
L’ultimo rapporto di Legambiente sulle ecomafie è inquietante: in Toscana si registrano sette reati ambientali al giorno, con Firenze maglia nera per illeciti legati alla gestione dei rifiuti.
Non meno allarmante la relazione della Corte dei Conti: solo il 37,9% dei progetti PNRR previsti in Toscana è stato portato a termine. Il restante 62% è in ritardo, con un buco da oltre 148 milioni di euro.
E intanto, il Sistema Sanitario Regionale fa acqua da tutte le parti, con perdite superiori a 160 milioni.
Ma nella "Toscana felix", tutto sembra procedere a gonfie vele…
Milano, la città vetrina si incrina
Intanto, altrove il vento cambia.
A Milano, la città del “rinascimento post-Expo” raccontata da anni come simbolo di rinascita e modernità, il velo si strappa.
L’indagine su appalti e favoritismi ha raggiunto i vertici della Giunta, sindaco Beppe Sala incluso. Il suo assessore si è dimesso, lui no.
Grattacieli al posto dei parchi, cemento, ferro e specchi davanti alle finestre delle case popolari anni Quaranta, verde pubblico sparito.
Una città costruita — o svenduta — per pochi. E mentre i cittadini vivono all’ombra dei “boschi verticali” e non vedono più la luce del sole dalle finestre, qualcuno fa affari con il bene comune.
Le Marche e l’affaire Ricci
Poi c’è Pesaro, dove Matteo Ricci — europarlamentare, già sindaco e candidato alla presidenza regionale — si è distinto prima per una frase sessista contro una giornalista Rai rea di averli fatto le stesse domande che poi si è posta la Procura che gli ha inviato un avviso di garanzia insieme ad altre 24 persone. L’accusa: corruzione in una serie di affidamenti diretti.
Torino e la rete delle cooperative
A Torino, un’indagine della Guardia di Finanza ha svelato favoritismi e ribassi sospetti negli appalti pubblici.
La cooperativa Rear, già nota in ambito culturale, è al centro dell’inchiesta per infedeltà patrimoniale e malversazione.
Rear, che a Firenze gestisce i servizi di guardiania nei musei civici, aggiunge un nuovo tassello imbarazzante al mosaico delle ombre sul centrosinistra.
Il tempismo della giustizia
Sarà un caso che tutte queste inchieste esplodano proprio mentre il governo Meloni sta per portare a termine una delle sue riforme chiave: la separazione delle carriere dei magistrati?
Il PD trema, ma non in Toscana
Il Partito Democratico trema in tutta Italia, stretto fra scandali e crisi di credibilità.
Tutta Italia? No.
In Toscana, bastano due sorrisi e una stretta di mano per tranquillizzare tutti.
Come se niente fosse. Come se bastasse un sorriso per coprire l’odore del cemento e il rumore delle motoseghe.


