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Papa Francesco e Giovanni Paolo II: la morte nel tempo pasquale, segno della speranza cristiana

La morte di Papa Francesco, avvenuta nel tempo pasquale come quella di San Giovanni Paolo II, assume un forte valore simbolico e teologico

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Papa Francesco e S. Giovanni Paolo II° Papa Francesco e S. Giovanni Paolo II° © nn
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La morte di un Papa è sempre un evento che scuote la Chiesa e il mondo, ma quando essa avviene in un tempo liturgico così carico di significato come il tempo pasquale, assume una valenza ancora più profonda. È quanto accaduto con Papa Francesco, scomparso il 21 aprile 2025, lunedì dell’Angelo, nella sua residenza vaticana. Un giorno che non è solo cronologicamente vicino alla Pasqua, ma spiritualmente immerso nella luce della Risurrezione.

Un evento che richiama inevitabilmente alla memoria un’altra figura amatissima: San Giovanni Paolo II, morto il 2 aprile 2005, proprio alla vigilia della Domenica della Divina Misericordia, festa da lui stesso istituita ispirandosi alle visioni di Santa Faustina Kowalska. Quella data, per molti credenti, è stata letta come un “sigillo” celeste sulla missione di un Papa che aveva fatto della misericordia il centro del suo messaggio.

Il fatto che entrambi i Pontefici abbiano lasciato questo mondo in giorni così legati al cuore della fede cristiana – la Pasqua – non può essere liquidato come pura coincidenza. Al contrario, per molti teologi e fedeli si tratta di “segni del cielo”, richiami alla speranza cristiana, alla centralità del mistero pasquale nella vita e nella morte.

“Cristo è veramente risorto, e in Lui anche noi vivremo” (Gv 11,25)

Il tempo pasquale, che si apre con la Risurrezione e culmina con la Pentecoste, è il tempo della vita nuova, della luce che non tramonta, del trionfo sul peccato e sulla morte. In questo contesto, morire significa entrare pienamente nel mistero di Cristo Risorto, testimoniando fino in fondo la fede nella vita eterna.

Papa Francesco, il pontefice della misericordia, della semplicità e della vicinanza agli ultimi, si è congedato nel silenzio di un’alba pasquale, come se anche la sua morte fosse un’ultima omelia: sobria, potente, carica di significato. Una predicazione senza parole che sembra dire: “Non abbiate paura, Cristo ha vinto la morte”.

Nel linguaggio biblico, il tempo non è mai solo cronologico ma anche kairologico, cioè carico di senso, segnato dalla presenza di Dio. E allora questa doppia morte papale nel tempo pasquale appare come un invito forte a rimettere al centro la Pasqua, la speranza, la misericordia.

In conclusione, la fine del cammino terreno di Giovanni Paolo II e Francesco non rappresenta solo una chiusura biografica, ma una testimonianza escatologica: è come se, anche nel morire, avessero voluto ricordarci che la vita cristiana è una partecipazione alla Risurrezione.

Due morti, un solo messaggio: la Pasqua è vera, e in Cristo anche noi vivremo.

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