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Flashmob per la lingua dei segni. Appuntamento sabato...

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Flashmob per la lingua dei segni. Appuntamento sabato... Flashmob per la lingua dei segni. Appuntamento sabato... © n.c.
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Sono 22 le città che hanno aderito ad un flashmob per il riconoscimento della Lingua dei Segni italiana (LIS), della professionalità dell’interprete e dell’assistente alla comunicazione. Dopo anni di lotte da parte della comunità sorda e in occasione della giornata mondiale dei sordi che si terrà il 27 Settembre ad Alba, sordi e udenti organizzano insieme un pomeriggio di visibilità, divertimento e rivendicazione. Ecco quanto riceviamo e pubblichiamo in merito:

Siamo stanchi di aspettare le numerose deroghe da parte del Governo, vogliamo che la Lingua dei Segni diventi seconda Lingua nazionale, che il ruolo dell’Interprete LIS venga riconosciuto e che l’assistente alla comunicazione abbia un inquadramento professionale chiaro e fuori dalle logiche della precarietà. Per questo saremo nelle maggiori piazze di Bari, Fano,  Fregene, Firenze, Latina, Lecce, Lucca, Monterotondo, Napoli, Padova, Palermo, Pisa, Pescara, Perugia, Potenza, Roma, Teramo, Torino, Trieste, Udine, Venezia nel pomeriggio per fare informazione, per ballare, per richiedere ciò che  vogliamo. Di seguito l’appello che ha mosso gruppi, associazioni, enti ad aderire e a promuovere l’iniziativa. Più di 15 città in tutta Italia stanno aderendo alla proposta di un Flash Mob per il 28 settembre, in concomitanza con la Giornata Mondiale dei Sordi (GMS) che si terrà in unica sede nella città di Alba il 27 c.m. La necessità di creare degli eventi dislocati in tutto il Paese il giorno dopo della GMS nasce dall’esigenza di dare massima visibilità all’emergenza sociale e culturale che l’Italia sta vivendo, difatti nonostante i ripetuti richiami da parte della comunità europea, l’Italia è uno di quei pochissimi Paesi in Europa che non riconosce ancora la Lingua dei Segni italiana (LIS) e le figure professionali ad essa correlate. Diverse sono state le proposte portate alla Camera e al Senato, alcune presentate direttamente dall’Ente Nazionale Sordi (ENS) e dal Movimento LisSubito che però hanno subito modifiche e slittamenti sino ad ottenere testi che non avevano e non hanno nulla a che fare con ciò che serve alla comunità sorda e non solo. La LIS non è un linguaggio mimico gestuale, ma una vera e propria lingua, con la sua storia, grammatica e cultura; imparare la LIS non limita l’acquisizione della lingua vocale anzi la supporta, così come molti studi in merito ormai hanno comprovato. Si chiama Lingua dei Segni italiana e si scrive LIS non accettiamo altri acronimi o significati, la vogliamo così, come seconda lingua nazionale, in attuazione degli articoli 3 e 6 della Costituzione e in ottemperanza dalla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, adottata dal Consiglio d'Europa a Strasburgo il 5 novembre 1992 e alle risoluzioni del Parlamento europeo del 17 giugno 1988, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee n. C187 del 18 luglio 1988, e del 18 novembre 1998, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee n. C379 del 7 dicembre 1998. Inutile dire che siamo ben consapevoli della non territorialità geografica specifica della comunità dei sordi e dunque di una impossibilità a potersi definire ‘minoranza etnica’ ma di fatto la comunità dei sordi esiste in tutto il nostro Paese, in ogni regione del nostro Paese, e possiamo senza indugi definirla/definirci Comunità nazionale e/o Comunità culturale. Le persone che hanno un deficit uditivo si chiamano Sorde e no ‘non udenti’ come già dichiarato nella Legge 95/2006 e così vogliamo essere chiamate! Ma non è solo la LIS che vogliamo riconosciuta, sono i servizi che renderebbero questo paese Civile e Accessibile che richiediamo a gran forza. La Lingua dei Segni italiana è un bene comune, senza i servizi adeguati non si può erogare! Ed è attraverso l’Interprete che si garantisce l’interazione linguistico-culturale tra soggetti che non condividono la conoscenza della stessa lingua.  Vogliamo il  riconoscimento della figura professionale dell’interprete,  così come riconosciuta negli altri Paesi, con una formazione adeguata e equiparata in tutta Italia, con un riconoscimento statale, un inserimento lavorativo nelle istituzioni e nei servizi sociali. Tanti sono ormai gli interpreti professionisti sul territorio nazionale che prestano servizio sia in contesti di trattativa sia in contesti formali (Università, Convegni, Tv, Parlamento, Tribunale, ecc.), non siamo ‘le signorine/i signorini dei gesti’, siamo professionisti formati e in continuo aggiornamento professionale e chiediamo di essere ‘visti’ da uno Stato che ci usa senza però riconoscerci.

 

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