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La sicurezza di Firenze è di destra o di sinistra?

Perché Firenze non si trasformi in una città pericolosa abbiamo solo tre anni per invertire il trend negativo.

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Furti, rapine, aggressioni, spaccate ad auto e a vetrine, violenze sessuali, estorsioni...
Se i dati del Viminale sulle denunce rilevate nel 2022 dalle forze dell’ordine danno una classifica che conferma Milano come maglia nera in Italia nell'indice della criminalità 2023 de Il Sole24 con 6.991 reati denunciati ogni 100mila abitanti nel 2022 con denunce in crescita del +3,5% anche nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno - e il sindaco Beppe Sala sta cercando di correre ai ripari dopo che il fenomeno gli è sfuggito di mano nominando l’ex capo della Polizia e della Protezione Civile Franco Gabrielli delegato alla sicurezza non possono stare allegre le altre città finite nella top ten.

Al secondo posto Rimini, al terzo di Roma, al quarto di Bologna, al quinto di Firenze, al sesto  Torino. al settimo Imperia, all'ottavo Livorno, al nono Prato e al decimo Napoli.

Sottolineiamo che le performance di Firenze peggiorano di anno in anno e consideriamo anche che la pressione turistica "pesa" su Firenze così come "pesa" anche il crollo delle denunce -16,7% rispetto al periodo post covid che è un brutto segnale di rassegnazione e figlio della legge Cartabia che ha delle falle in sicurezza.

Il dato che salta all'occhio oltre alla presenza delle grandi città, di città turistiche o universitarie oltreché d'Imperia (notoriamente la provincia dov'è forte la pressione del respingimento alla frontiera francese) è quella di ben tre città toscane su dieci: Firenze, Livorno e Prato.

Non cadendo nel banale tranello politico di affermare che trattasi dei tre capoluoghi di provincia toscani governati dal Pd ritengo doveroso invece fare un' approfondimento più ampio, alla luce delle proposte formulate ieri a Firenze dalla Fondazione Caponnetto (articolo qui) per invertire la tendenza "perché Firenze ha solo tre anni per salvarsi". come ha affermato il presidente della prestigiosa fondazione Salvatore Calleri.

Non cado nel banale tranello politico anche perché Firenze culla delle arti e della cultura non può ridursi a preda delle bandillas modello Caracas e non cado nel tranello perché non è vero che la sinistra evita di affrontare le tematiche della sicurezza.

Anche i dati forniti dal Questore su sicurezza e criminalità fanno tremare i polsi: rapine e furti in strada sono aumentati rispettivamente del + 56% e del + 24%; aumentano del 23% nell’intera provincia (l’hinterland resterebbe l’area più colpita) i furti in abitazione mentre quelli negli esercizi commerciali, anche con la tecnica della spaccata con tombino crescono con un trend del + 18%. Per fortuna crescono con lo stesso numero anche i fermi e gli arresti ma non basta! 
Non basteranno certo i 20 agenti che per fortuna arrivano a Firenze, "ce ne vorrebbero almeno 200" tuona l'Assessore Benedetta Albanese che rimanda la questione al Ministero con una cifra sproporzionata e fuori da ogni logica come ha spiegato il dirigente Scalia, ignorando o facendo forse finta di farlo che è necessario rispolverare la carta di Firenze che il suo sindaco ha sottoscritto e applicare i cinque punti con cui hanno vinto le elezioni 2019, ma andiamo con ordine.

Firenze è la città di Graziano Cioni ragazzo prodigio del Partito (quello che aveva la P maiuscola prima Pci, Pds, poi Ds e poi Pd) mandato giovanissimo a "studiare" in Unione Sovietica che si è fatto le ossa nelle segreterie prima di avere la barba, il codino e il sigaro in bocca e diventare l'assessore alla mobilità di Firenze creando in tempi non sospetti, attirando anche l'attenzione del Times, la Ztl più grande d'Europa.
Ma il Cioni arrivato dalla periferia empolese e figlio di un cenciaiolo non era certo un pivello quando, dopo aver detenuto parecchie cariche in Palazzo Vecchio (assessore al personale dal 1980 al 1983, Assessore al commercio con delega al traffico dal 1985 al 1988) e con una parentesi dal 1992 al 1994 a Palazzo Chigi e Palazzo Madama prima di tornare a Palazzo Vecchio come assessore alla sicurezza sociale, alla sanità pubblica, alla sicurezza e vivibilità urbana e alla polizia municipale e poi come vicesindaco con la Giunta Domenici.
Erano gli anni 2000 ma Cioni aveva capito l'importanza del tema sicurezza meritandosi quell'appellativo di Sceriffo con cui è passato ai posteri per aver firmato col polso fermo e il petto in fuori ordinanze che fecero versare fiumi d'inchiostro sui giornali e discutere i fiorentini.
Nacque il "modello Firenze" per la sicurezza ripreso da altre amministrazioni in cui Cioni ebbe anche il coraggio di mettere mano a un regolamento comunale giudicato superato per i tempi. Fa solo riflettere pensare che vent'anni fa i grandi temi della sicurezza e del degrado erano i lavavetri ai semafori e i mendicati in centro pensando a dove siamo arrivati dopo il ciclone Renzi e due giunte Nardella.

Tutto ciò solo per dire che occuparsi di sicurezza non è un tema destrorso da evitare come la peste per non perdere consensi elettorali (anzi le elezioni nazionali hanno dimostrato l'esatto contrario!) ma un dovere che peraltro l'attuale sindaco Dario Nardella ha sottoscritto nero su bianco nel "Patto per Firenze Sicura" firmato il 12 febbraio 2018 durante il suo primo mandato con l'allora Ministro dell'Interno Marco Minniti e l'allora Prefetto di Firenze Alessio Giuffrida.
Diciotto pagine chiare e concrete di cose da farsi "rispolverato" dalla Fondazione Caponnetto come cose da fare da subito e senza bisogno di leggi e norme nuove in cui si argomenta bene peraltro senza cadere in equivoci di rimpalli quali sono i poteri che il sindaco può esercitare in maniera di sicurezza in virtù dell''articolo 54 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 che non sto ad elencarvi ma che vi rimando a: antoninocaponnetto.it

Non solo l'attuale sindaco ci tiene così tanto al tema della sicurezza da averne fatto anche uno dei capisaldi della sua campagna elettorale 2019 per il secondo mandato sottolineando quello che ho detto anche in premessa ovvero che non è un tema di destra.
Leggiamo testuale su: www.darionardella.it/firenze-e-sicura/
"La sicurezza dei cittadini per noi è tra i primi punti nelle strategie dell’Amministrazione. Respingiamo con forza l’idea che il tema della sicurezza sia di una parte politica piuttosto che di un’altra.
La sicurezza è la base sulla quale si innestano tutte le politiche della Amministrazione e le attività dei fiorentini, vuole dire cultura, educazione, assieme al controllo del territorio.
Senza sicurezza non può esistere una comunità di cittadini felice e prospera, come vogliamo Firenze."

Nardella dettava cinque punti focali nel suo programma
- Garantiremo una presenza capillare di Polizia municipale nei quartieri... L’obiettivo è che sia operativa una pattuglia a 10 minuti a piedi da ogni fiorentino...
- Verranno creati “Comitati per la legalità” in ogni Quartiere, in cui collaboreranno istituzioni, cittadini, commercianti e associazioni insieme alle nostre forze dell’ordine-
- Implementeremo il sistema di videosorveglianza per superare le 1.000 telecamere. Per sceglierne il posizionamento apriremo un punto di contatto nei 5 Quartieri così da raccogliere suggerimenti e indicazioni sui luoghi in cui la cittadinanza le ritiene più necessarie.
- Il Comune offrirà assistenza legale gratuita ai soggetti fragili vittime di rapine e scippi e a donne e bambini vittime di violenza. Potrà anche offrire supporto psicologico per aiutare a superare momenti traumatici.
- Saremo la prima città in Italia con un sistema di illuminazione tutto a Led... Nei prossimi anni luci a Led compariranno anche in tutti i parchi e giardini pubblici e nelle rimanenti strade meno frequentate.

Guardando al predecessore ed ex mentore nardelliano,  il Rottamatore per eccellenza nei suoi "100 punti per Firenze da farsi nei primi 100 giorni" di sicurezza parla pochissimo (forse perchè se ne sarebbe occupato dal 101mo giorno in poi?) ma spicca al 63mo punto: "Cascine: recupero centimetro dopo centimetro del nostro parco più bello del mondo. Sblocco della struttura di gestione del Parco. Intervento sull’Anfiteatro. Atto d’indirizzo sulla messa in sicurezza e sulla riqualificazione. Non saremo credibili su nessun altro progetto sui parchi se prima non ci riprendiamo le Cascine."
e al 65mo torna il tema dell'illuminazione in ottica sicurezza. "M’illumino più intenso… Concorso per realizzare un diverso piano di illuminazione, efficace per la sicurezza, esteticamente valido, sull’intero territorio cittadino. Al piano luci sarà collegato un piano colori innovativo ma rispettoso della tradizione fiorentina."

 Per quello che riguarda l'illuminazione come fondamento della sicurezza cittadina prendiamo atto che il tema compare in tutti i programmi di mandato ma che la Fondazione Caponnetto solo ieri ha ribadito che in questo Firenze deficita.

Quanto alle Cascine com'è andata la storia è cronaca, inutile nascondersi dietro il dito della luccicante ruota panoramica, che comunque a giugno se ne andrà.
Purtroppo il parco più bello di Firenze voluto dai Medici è oggi uno dei più grandi hub dello spaccio di droga scelto dalla criminalità organizzata e dove "opera" la manovalanza a basso costo degli immigrati irregolari. La ruota panoramica è solo il filo d'erba che cerca di nascondere la luna pari del bosco di Rogoredo a Milano, dei boschi della droga del Varesotto e del bosco di Cerbaie.

Cos'è successo dall'addio a Palazzo Vecchio di Graziano Cioni in poi?
Difficile rispondere non essendo nelle teste di chi ci ha amministrato ma vogliamo solo riassumervi chi, come e quando ha preso il posto dello Sceriffo a Palazzo Vecchio.
Nella giunta di prima nomina di Matteo Renzi nessun assessore assume la delega alla sicurezza, tema per il quale nominò nell'ex magistrato Pierluigi Vigna il ruolo di consigliere per la sicurezza che dopo due anni se ne andò sbattendo la porta per aver da una parte intuito le ambizioni romane di Renzi e dall'altra per aver visto inascoltati i suoi allarmi fra cui già c'era quello sull'infiltrazione mafiosa e i malumori dei fiorentini che si sentivano insicuri e senza un assessore delegato alla sicurezza.

Dario Nardella quando sale a Palazzo Vecchio per la prima volta nel 2014 segue le orme del suo ex mentore e non affida a nessuno dei suoi dieci assessori la delega alla sicurezza ma nomina come consigliere speciale alla sicurezza e alla legalità l'ex procuratore capo Giuseppe Quattrocchi e Federico Gianassi come assessore esterno alla sicurezza (oltreché al lavoro).
La seconda Giunta Nardella nata col pasticcio dell'Assessore per una notte Del Panta vede nominato assessore alla sicurezza urbana Andrea Vannucci che però detiene anche la delega a welfare, sanità, accoglienza, integrazione, associazionismo e volontariato, casa, lavoro, lotta alla solitudine e tradizioni popolari. Vannucci però rimane a Palazzo Vecchio solo un anno decidendo  poi nel 2020 di "trasferirsi" in Regione e lasciando (siamo all'oggi)  l'assessorato alla casa, al lavori, alla formazione professionale, a i diritti e pari opportunità e scurezza urbana nelle mani della neo assessora Benedetta Albanese

E' importante che ieri a scuola di sicurezza da Salvatore Calleri, Roberto Sbenaglia e Renato Scalia ieri c'era tutta la politica fiorentina; da destra a sinistra (ma ovviamente nessuno dell'attuale Giunta) a conferma che non solo il tema non ha un colore politico ma riteniamo sia quello su cui si giocherà la sfida elettorale per la conquista della poltrona di sindaco di Firenze.

Se non vogliamo Firenze preda della bandillas sudamericane (il caso Kata testimonia che sono già presenti e fanno paura), che continuino a imperversare tutte le mafie italiane perché la città turistica è perfetta per ripulire denari; che smetta di essere terreno fertile per la black mafia che domina nel mercato della droga e della tratta delle donne in considerazione del fatto che anche se dopo il covid non si vede la prostituzione delle schiave del sesso si è trasferita nelle abitazioni tempo per rimediare ancra c'è, ma poco!

La sveglia deve suonare subito! Non possiamo aspettare che a sporcarsi le mani sia solo il futuro sindaco perché maggio è troppo lontano.

 

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