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ESCLUSIVA - Sicurezza, intervista doppia a Salvatore Calleri e Roberto Sbenaglia

Due uomini della Fondazione Caponnetto, uno di destra e uno di sinistra a confronto sul tema.

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Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto: tre simboli inimitabili Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto: tre simboli inimitabili © Ok!News24
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La sicurezza, come tutti ben sappiamo, è il tema dei temi della campagna elettorale delle amministrative 2024.
Intorno all'argomento, caldissimo da sempre a Firenze si dibatterà e discuterà da qui al 9 giugno e in quest'ottica noi di Ok!Firenze abbiamo deciso di realizzare un'intervista doppia esclusiva a due uomini che della sicurezza se ne occupano e se ne sono occupati per tutta la vita.
Uno è Salvatore Calleri fondatore della Fondazione Caponnetto, già assessore della Regione Sicilia e consulente della Regione Toscana, massimo esperto a livello internazionale di antimafia e sicurezza; da sempre un uomo di sinistra.
L'altro è il superpoliziotto Roberto Sbenaglia anch'esso membro della Fondazione Caponnetto, ex capo della Squadra Mobile, della Digos e delle volanti di Firenze che è candidato a consigliere comunale nelle file del centrodestra.

Firenze è davvero messa male sul piano della sicurezza oppure gli episodi di violenze predatorie sono aumentati anche in altre città?

Salvatore Calleri: Tutte le ex isole felici a prescindere dal colore politico che le amministra si son trovate in difficoltà di fronte all'aumento delle violenze predatorie alle quali non erano abituate. E son messe maluccio.
In Toscana tra i capoluoghi si stanno trovando in maggiore difficoltà soprattutto Firenze, Pisa, Prato, Arezzo e Livorno. Ma nessuna zona è più definibile tranquilla.

Roberto Sbenaglia: Sicuramente da qualche anno in Firenze esiste un serio problema di sicurezza urbana dovuto essenzialmente ad un aumento crescente in diverse zone della città dei reati predatori (rapine e furti), dello spaccio al minuto di vari tipi di stupefacenti e di altri reati di illegalità diffusa.
Questa situazione critica emerge chiaramente anche dai dati statistici diffusi dalla Questura e dal Procuratore della Repubblica di Firenze.
Nella relazione che quest’ultimo ha consegnato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario risulta una preoccupante crescita dei reati predatori (furti e rapine) nel territorio di Firenze. Lo stesso Procuratore ha sottolineato giustamente che le forme di criminalità di tipo “predatorio” “rappresentano quelle maggiormente percepite dalla collettività per la loro attitudine a generare un senso di insicurezza collettiva".
Tra il secondo semestre 2022 ed il primo semestre 2023 c’è stato un aumento del 51% dei fascicoli aperti per il reato di rapina, tentata o consumata, salite, in numeri assoluti, a oltre mille in sei mesi (1057).
Meno sensibile ma comunque un aumento anche dei furti (tentati o consumati), come appunto le spaccate agli esercizi commerciali. Sono stati 7588 in sei mesi, il 17% in più. Crescita piu’ moderata  per i furti in abitazione, altro delitto antipaticissimo per chi lo subisce, innalzati al 7% (3699).
Inoltre nella relazione il sig. Procuratore segnala l’aumento dell’operatività di organizzazioni criminali dedite al traffico di sostanza stupefacenti e che le indagini, concluse od in corso, dimostrano che la città metropolitana di Firenze  è crocevia di molteplici traffici illeciti che intersecano importanti rotte criminali internazionali. Inoltre evidenzia le molteplici ed altrettanto allarmanti ed insidiose forme di manifestazione della criminalità economica, anche riconducibili a pericolosi esponenti di etnia straniera.
Infine secondo l’indice di criminalità 2023 stilato da “Il Sole 24 Ore” in base ai dati forniti dal Viminale Firenze è la quinta citta in Italia per reati. Anche se tale dato deve essere rapportato al fatto che in Firenze oltre ai residenti ogni anno affluiscono migliaia di turisti da tutto il mondo è comunque molto preoccupante.
Poco deve interessare se i dati sui reati sono in aumento anche in altre città, perché è importante concentrarsi su quello che succede in Firenze ed attivarsi al massimo per contrastare il fenomeno.

I cittadini quale mancanza di sicurezza denunciano: quella reale o quella percepita a suo avviso?

Salvatore Calleri: Esistono più definizioni di sicurezza. La sicurezza percepita, la sicurezza basata sui dati e la sicurezza reale.
La sicurezza percepita è indubbiamente una categoria abbastanza astratta che si basa sul sentore e sugli umori dei cittadini. È quindi importante da un lato, perché a volte gli umori e la percezione anticipano agli operatori la situazione realmente esistente, ma al contempo è la più influenzabile, anche dagli allarmi fake, e può trarre in inganno non permettendo una precisa fotografia di quanto succede.
La sicurezza basata sui dati statistici, in primis su reati e arresti, è utilissima ma anch’essa non permette di fotografare la situazione in modo certo per due difetti di fondo: la tendenza a denunciare varia da città a città e la legge Cartabia non aiuta, e agli arresti raramente segue una pena alternativa, educativa o carceraria, e quindi raramente sono risolutivi della situazione di criminalità.
La sicurezza reale è quella che partendo sia dalla percezione che dai dati li analizza e li unisce al monitoraggio accurato del territorio per avere una fotografia completa, per poter poi studiare le soluzioni più opportune.
I cittadini si basano sulla sicurezza percecpita. I tecnici sulla reale.

Roberto Sbenaglia: La risposta è conseguente a quella precedente.
Le ripetute iniziative di protesta ed i flash mob di vari comitati di cittadini sono la naturale reazione ad un progressivo deterioramento della sicurezza reale che risulta anche dai freddi e non esaustivi dati statistici.
Poi ovviamente il sentimento di insicurezza aumenta anche quando gruppi consistenti di criminali occupano costantemente ed incontrastati  parti del territorio urbano al solo scopo di delinquere

A Firenze la politica sul piano della sicurezza è mancata in: percezione, programmazione o prevenzione?
Salvatore Calleri: A Firenze ed in molte ex isole felici la sicurezza è stata un tabù oppure uno slogan.
Negli ultimi anni è per fortuna però diventata un tema da trattare. Bisogna comunque recuperare il tempo perduto velocemente. 
Quindi in futuro la sicurezza andrà trattata in modo complesso e moderno programmando ed insieme prevenendo le situazioni pericolose.

Roberto Sbenaglia: Direi in tutti e tre gli aspetti, il primo per la mancata messa a fuoco della sua priorità per i cittadini anche in considerazione del costante progressivo peggioramento della criticità, il secondo per non avere pianificato un contrasto sistematico nei vari livelli e settori della illegalità diffusa, il terzo per non avere messo in atto attività concrete ed efficaci per aggredire la criminalità da strada ed iniziative collaterali di miglioramento del tessuto urbano in termini di arredo, illuminazione, di favorire iniziative economiche e culturali virtuose, contrastando parallelamente invece attività che favoriscono il degrado e l’illegalità.

Degrado e insicurezza vanno a braccetto?

Salvatore Calleri: Il degrado causa insicurezza è l'insicurezza causa degrado.
Un circolo vizioso. È necessario seguire la teoria del "vetro rotto" ossia ripristinare le aree degradate rapidamente ogni volta che si degradano.
È difficile ma necessario e deve diventare una consuetudine. 

Roberto Sbenaglia: Per quanto già ho detto sopra sicuramente sono due aspetti profondamente connessi e dove insiste il degrado urbano, con parchi e giardini non curati, edifici pubblici e privati abbandonati e magari occupati abusivamente anche da coloro che abitualmente delinquono, con il proliferare di attività non veramente economiche ma di copertura e di aggregazione di soggetti dediti a delinquere o comunque a comportamenti devianti dalle regole sociali e molesti nei confronti dei cittadini (ubriachezza, uso di stupefacenti, risse anche con strumenti atti ad offendere ed altro)

Le dico tre macroproblemi di Firenze: droga, migrazione fuori controllo e minimizzazione dei problemi. Le ho azzeccate?

Salvatore Calleri: La droga è un problema che va affrontato in modo complesso perché è un problema complesso.
Da un lato c'è il fenomeno del traffico di droga, e abbiamo visto che Firenze sempre di più ma più in generale la Toscana con i suoi porti, in primis Livorno, è diventata un hub internazionale come le ultime inchieste dimostrano.
Dall'altro c'è lo spaccio nelle varie zone con alcune di queste diventate vere e proprie piazze di smistamento.
In particolare abbiamo il triangolo Fortezza, Stazione e Cascine in mano ai narco black nigeriani che utilizzano manovalanza centrafricana. Non mancano poi altre zone.
Inoltre è da verificare l'arrivo da Belgio e Olanda della mocro maffia.
L'altra faccia della medaglia è quella della dipendenza dalla droga che incide in modo rilevante sulla insicurezza.
Molti dei reati che hanno colpito Firenze sono causati o hanno a che fare con le dipendenze. Prendiamo ad esempio l'accampamento delle Cascine.
La maggior parte delle persone ivi presenti è dipendente dal crack ed in futuro lo sarà del fentanyl.
Il crack porta alla necessità di chi è dipendente ad assumerla rapidamente a causa dell'astinenza molto fastidiosa che ne deriva. Ciò porta a spaccate e rapine.
Le dipendenze vanno quindi trattate e la sicurezza ne trarrà giovamento. Non è facile ma necessario. 
Per quanto riguarda l'immigrazione questa è una tematica nazionale che non è possibile controllare. 
L'immigrazione è una delle questioni più complesse e divisive che ci sia oltre al fatto che è difficile trovare soluzioni facilmente applicabili a prescindere dal proprio credo politico.
L'immigrazione va trattata con umanità, rigore e razionalità. 
Umanità perché le persone in mare o in difficoltà si salvano.
Rigore perché dopo che sono arrivate bisogna in tutti i modi evitare il caos progettando le soluzioni ed affrontando le problematiche inclusive o repressive entrambe necessarie. 
Razionalità nel proporre le soluzioni per uscire dalla emergenza. 
È necessaria l'inclusione e non l'integrazione. L'integrazione crea i ghetti e fino ad ora non ha funzionato. L'inclusione va in coppia con lo ius soli ma diverge totalmente dagli integralismi di tutti i tipi.
Un'altra cosa Importante deve essere la differenza di trattamento degli immigrati, nel caso in cui si comportano bene non devono impazzire con la burocrazia dei permessi, ma se delinquono oppure ancor peggio fanno parte di clan o gang vanno previste forme di allontanamento rapide.
Rigore nella inclusione come nella espulsione.
L'immigrazione va inoltre trattata in modo unitario europeo, ma per farlo bisogna cambiare il modello attuale dell'Unione Europea che non funziona perché ha 27 confini e non un confine unico.
27 egoismi che aggravano la questione migratoria. Non mi stancherò mai di dirlo ma la soluzione è quella di scegliere la forma federalista degli Stati Uniti d'Europa al posto della decotta forma attuale confederale della Unione Europea. 
Il problema della minimizzazione esiste per Firenze e per le altre ex isole felici.
È un problema che ben conosco in quanto provenendo dalla lotta alla mafia per anni ho avuto a che fare con chi non voleva riconoscere di avere sul territorio i clan criminali.
Lo stesso vale per la sicurezza.  
Oggi non esistono luoghi sicuri. La questione va quindi affrontata in modo laico senza  sottovalutazione alcuna.

Roberto Sbenaglia: Direi proprio di si.
Lo spaccio al minuto di vari tipi di stupefacenti (anche cocaina ed eroina) da parte di pusher organizzati di varie etnie che di fatto occupano parti di territorio urbano oltre a commettere un grave delitto a tutela dell’incolumità individuale e collettiva (spesso questi fatti avvengono anche nei pressi di istituti scolasti con clienti studenti minorenni) creano un diffuso e legittimo sentimento di insicurezza nei cittadini costringendoli a limitare le loro libertà e modificare le abitudini di vita. Senza considerare che dietro questi fenomeni ci sono a monte organizzazioni criminali senza scrupoli.
La migrazione fuori controllo è senz’altro un problema serio e qui però distinguerei gli immigrati irregolari ma comunque pacifici e che cercano di sopravvivere in qualche modo non creando problemi per la sicurezza e gli immigrati sempre non regolari ma dediti costantemente a attività criminali di vario tipo.
Nei confronti di questi ultimi, come peraltro anche per gli altri criminali abituali,  il contrasto deve essere forte e continuo, con arresti, denunce, misure di prevenzione ed ogni altro strumento che faciliti il loro rimpatrio nei paesi di origine una volta scontata la pena inflitta nel nostro.
La minimizzazione dei problemi si realizza quando non si mette a fuoco la gravità di questi, parlando erroneamente di “microcriminalità” con atteggiamento di sufficienza e di distacco

Lei che visione di sicurezza ha?

Salvatore Calleri: La sicurezza è una questione assai complessa e non può essere trattata in modo superficiale usando slogan ad effetto.
La sicurezza moderna è quella che in una delle prime domande di questa intervista ho definito "sicurezza reale". Ossia una sicurezza che si basi su un costante monitoraggio del territorio della città e sulla sinergia con i cittadini ed i comitati che devono diventare sentinelle di legalità oltre ad un rapporto costante con le associazioni di ex membri delle forze dell'ordine.
La mia visione si basa sulla cura dei particolari per arrivare ad una città che sia al contempo sicura e giusta in cui non si registrino aggressioni od azioni di gang purtroppo sempre diffuse. Chi è cresciuto come il sottoscritto negli anni 80 sa bene che in quegli anni a Firenze la sera si poteva uscire a tutte le ore tranquillamente. 

Roberto Sbenaglia: In merito il primo punto per me è quello di “fare sistema” tra le varie istituzioni locali (in primis l’ Amministrazione comunale nelle varie articolazioni e la Polizia Municipale) e nazionali (le Autorità provinciali di Pubblica Sicurezza e le varie articolazioni delle forze dell’ordine), gli esercenti commerciali, ed i cittadini più esposti alla problematica della sicurezza.
Su questo aspetto è stato chiaro anche Eike Schmidt il candidato Sindaco del centro destra alle prossime elezioni amministrative al momento della presentazione della sua candidatura  giorni fa.
Molto importante sarà l’ascolto costante dei comitati dei cittadini che espongono le problematiche che vivono sulla loro pelle, che sono reali e non percepite, e le organizzazioni di categoria, commercianti, tassisti, albergatori ed altri che subiscono quotidianamente gli effetti negativi della criminalità.
Schmidt ha dichiarato anche di volere fare del parco delle Cascine un “Central Park” fiorentino, progetto a mio parere molto importante che richiederebbe  all’inizio un serio contrasto dei criminali che oggi occupano il parco da parte della Polizia Municipale e delle Forze di Polizia con ripetuti ed efficaci servizi di controllo del territorio e di polizia giudiziaria  affiancati poi da presidi fissi con la successiva realizzazione di attività economiche, sportive, sociali e culturali, nonché di arredo urbano che restituiscano le Cascine ai cittadini e alle loro  iniziative.
Ovviamente i criminali allontanati dal parco andranno perseguiti efficacemente anche nelle altre zone in cui eventualmente si sposteranno. 
La realizzazione di tale progetto avrebbe anche una fortissima valenza simbolica di vittoria della legalità contro il crimine e sarebbe un valido esempio di come sicurezza e lotla al degrado vadano di pari passo.
Nella sicurezza, a mio avviso, è giusto che abbiano un ruolo collaterale anche le vigilanze statiche a tutela di obbiettivi sensibili ed i pattugliamenti dei militari dell’Operazione Città Sicure, sia la sicurezza privata (steward e guardie giurate).
Entrambi  possono essere efficaci in determinate situazioni e sotto la costante guida operativa delle Forze dell’Ordine, soprattutto come ausilio e occhio attento sulle varie situazioni, con l’obbligo di comunicare ogni criticità alle Centrale Operativa 112 (in merito come esempio gli steward utilizzati negli stadi per le partite di calcio e quelli impiegati in passato per il contrasto alla mala movida).


Parliamo della "5 ricette" proposta dalla Fondazione Caponnetto per "Firenze sicura". Ovvero intelligence da marciapiede, applicazione del Patto per Firenze, poteri al sindaco in materia, atti concreti fattibili, riduzione eliminazione micro cosmi.
L'amministrazione attuale è mancata in queste 5 ricette?


Salvatore Calleri: Ora le 5 ricette della Fondazione Caponnetto, che ho l'onore presiedere, sono state proposte non alla amministrazione uscente, ma a quella futura in quanto son state presentate da poco più di tre mesi.
Sono a disposizione della prossima che spero attuerà. 

Roberto Sbenaglia: Queste 5 ricette ho contribuito a redigerle facendo parte del Comitato per la sicurezza di Firenze della Fondazione Caponnetto, unitamente al Presidente Salvatore Calleri e a Renato Scalia.
Queste 5 proposte strategiche fondamentali sebbene non esaustive sono state formulate proprio per la carenza riscontrata nei fatti da parte dell’Amministrazione locale.
Ovviamente queste proposte strategiche devono essere realizzate con atti concreti, continui ed efficaci in tutti gli aspetti, dalla gestione delle risorse umane a tutti gli altri fattori che abbiamo affrontato.
Voglio evidenziare un aspetto organizzativo dell’amministrazione locale che a mio parere è assolutamente discordante con un ’azione efficace di contrasto all’insicurezza: l’assessorato alla sicurezza non ha la Polizia Municipale che invece è incardinata nell’assessorato “Grandi infrastrutture , mobilità e trasporto pubblico locale".
L’Assessore alla sicurezza urbana dell’attuale Giunta ha anche la casa, il lavoro, formazione professionale, diritti e pari opportunità.
L’assessore deputato alla sicurezza urbana non ha quindi il principale strumento operativo che è la Polizia Municipale, ma ha diverse altre materie che poco o nulla hanno a che fare con la sicurezza.
A mio parere questo modulo organizzativo significa già non mettere la sicurezza urbana in primo piano.
Come anche si evidenzia da ripetute affermazioni di esponenti dell’amministrazione locale di scaricare le responsabilità sulle forze di polizia nazionali o nel chiedere ripetutamente al Governo un numero esorbitante e non realistico (200) di nuovi agenti di polizia, non considerando che l’aumento di organico può essere sì positivo ma solo se i nuovi e gli esistenti operatori vengano impiegati efficacemente su strada per il contrasto concreto dell’illegalità.
Questo si pone inoltre in netto contrasto con il “fare sistema” e con le crescenti responsabilità e poteri che l’ordinamento giuridico e i bisogni primari dei cittadini conferiscono all’amministrazione comunale e alla Polizia Municipale, ovviamente in concorso con le forze di polizie e gli altri enti.
Su questo sarà importante anche modificare in meglio la struttura organizzativa comunale per meglio favorire l’operatività.

Se lei a giugno fosse il nuovo assessore alla sicurezza di Firenze cosa farebbe da subito?

Salvatore Calleri: Inizierei ad attuare le ricette presentate dalla Fondazione Caponnetto di cui al link  https://antoninocaponnetto.blogspot.com/2024/01/proposte-concrete-per-firenze-che-non.html e partirei da un monitoraggio della città. 
Andrei a giro pure la notte per annusare a fondo il territorio. Farei lo sbirro ma con una attenzione massima al sociale.
Darei valore al corpo della polizia municipale che ha delle grandi potenzialità. Agirei in modo coerente con quanto detto in questa intervista. 
Facendo l'analista criminale da oltre 30 anni, mi relazionerei con facilità con il ministero dell'interno, la prefettura e la questura oltre che con le forze dell'ordine. 

Roberto Sbenaglia: Innanzitutto riorganizzerei in maniera importante la Polizia Municipale, rinforzando sensibilmente il Nucleo Antidegrado e costituendo dei nucleo operativi specializzati e flessibili di controllo del territorio per andare a colpire le attività criminali che insistono nelle varie zone sia con controlli di personale in divisa per cogliere e punire ogni aspetto di illegalità sia con personale in borghese per veloci ed efficaci indagini che devono essere indirizzate verso le situazioni più brutte per procedere ad operazioni di arresto anche su ordinanze di custodia cautelare dell’Autorità Giudiziaria.
Questi nuclei di controllo del territorio dovranno anche ispezionare con la polizia annonaria e anche con il concorso delle sezioni specializzate dell’Asl e dell’Ispettorato del lavoro gli esercizi pubblici non virtuosi e frequentati da pregiudicati per arrivare anche a proporre al Questore la chiusura dell’esercizio per motivi di ordine pubblico ai sensi dell’art. 100 TULPS e poi, dopo reiterate violazione, anche la revoca della licenza, oltre a sanzionare pesantemente violazioni delle normative a tutela della salute e del lavoro. Tutto questo ovviamente in stretto collegamento e collaborazione con le forze di polizia.
Sarà importante lo costante formazione degli operatori specializzati, la loro motivazione e la gratificazione economica di coloro che saranno impegnati nel contrasto all’illegalità su strada. Utile sarà anche dotarli di ulteriori strumenti di difesa come il Taser già in uso alle forze di polizia nazionali, con specifica e continua formazione in merito all’uso operativo.
Inoltre dovranno anche essere selezionati, formati e motivati i funzionari deputati a coordinare l’attività operativa.
Sarà utile sia istituire anche dei presidi fissi attivi temporanei nelle situazioni maggiormente critiche che sono utili solo se in stretto coordinamento con i nuclei di controllo del territorio e con le varie centrali operative per intervenire efficacemente sulle criticità segnalate sia dislocare gli uffici della Polizia Municipale in edifici dismessi per costituire comunque una loro collocazione  il più possibile capillare.
Sarà anche necessario riorganizzare la Centrale Operativa della Polizia Municipale con un numero telefonico funzionante con più linee ed operatori specializzati, per ricevere puntualmente le telefonate dei cittadini e dare sicura risposta anche per segnalazioni generiche che riguardano il degrado e l’illegalità che andranno annotate e comunicate agli organi operativi per gli interventi su strada.
Poi istituire un tavolo permanente di osservazione sull’illegalità presso l’assessorato con riunioni almeno due volte al mese a cui parteciperanno esponenti dei comitati dei cittadini, i Presidenti dei cinque Quartieri circoscrizionali cittadini o loro delegati, il Comandante della Polizia Municipale o un suo delegato e anche, secondo le circostanze esponenti delle categorie economiche o di singoli esponenti che segnalano situazioni di rilievo.
Questa è una piena realizzazione della concezione di sicurezza partecipata ormai pacifica a livello europeo.
Ovviamente l’Assessore alla Sicurezza deve essere cosciente di essere un ingranaggio del sistema per la sicurezza con il Sindaco, gli altri Assessori per i connessi interventi sul tessuto urbano e gli altri responsabili delle Forze dell’Ordine, con cui ho una formazione comune lunga 35 anni di esperienza operativa

Ma la sicurezza è di destra o di sinistra?

Salvatore Calleri: La sicurezza è un tema trasversale alle categorie politiche e non ha colore.
Riguarda tutti. Una città insicura non è una città vivibile.

Roberto Sbenaglia La sicurezza  non è nè di destra nè di sinistra ma un diritto fondamentale del cittadino che deve essere salvaguardato senza barriere o pregiudizi ideologici ma con una pragmaticità concreta ed efficace costante nel tempo ed in ogni zona della città.
Poi l’illegalità colpisce in maniera principale le fasce più deboli della popolazione per cui il contrasto ha un fondamento etico fortissimo da qualsiasi prospettiva lo si guardi.

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